L’ultimo assalto di Valentina
La Vezzali chiude con i Mondiali di Rio una carriera unica: è l’azzurra più medagliata di sempre
ROMA. «Nella scherma oltre il senso della misura è fondamentale una buona scelta di tempo. C’è un tempo per tutto e credo che questo sia il giusto tempo per togliere la maschera, appendere il fioretto al chiodo ed avviare un nuovo inizio». Così Valentina Vezzali, l’azzurra più vincente della storia dello sport italiano, annuncia il suo ritiro da Rio de Janeiro, dove gareggerà nell’ultima gara a squadre nel corso dei Mondiali.
«La scherma è stata la mia vita, il fioretto mi accompagna da quando avevo poco più di sei anni ed insieme abbiamo condiviso emozioni, delusioni, medaglie, infortuni, lacrime di gioia e lacrime di rabbia – le parole della Vezzali in un video –. Lascio la pedana con la consapevolezza di aver dato tutto quello che potevo dare a questo affascinante sport e la certezza di aver ricevuto almeno altrettanto. Ho due splendidi figli e una famiglia meravigliosa e da tempo ho cominciato a misurarmi nella vita anche al di fuori della pedana, ma lasciare questo grande amore comunque non è facile. Ma di una cosa sono certa: la scherma mi ha insegnato a battermi e a non mollare mai. Ha formato il mio dna e nella vita dopo ogni fine c’è sempre un inizio ed io non vedo il tramonto, ma l’alba di nuove sfide da affrontare e da vincere».
Valentina Vezzali «fisicamente è ancora a posto e ha tante motivazioni dentro che potrebbero farla proseguire ma ha fatto una precisa scelta di vita, che è quella di seguire da vicino i figli e di dedicarsi maggiormente alla famiglia»: a parlare così è Giulio Tomassini, suo tecnico per 26 anni. Con lei ha condiviso tanti successi tra cui sei ori olimpici, tre individuali. «Me lo aveva preannunciato da tempo» ha rivelato Tomassini, che ora vive in Francia ma è stato a lungo tecnico del Circolo della scherma di Terni dove si è allenata la fuoriclasse jesina. «Mi aveva detto che se non fosse riuscita a qualificarsi per le Olimpiadi di Rio avrebbe lasciato le pedane per dedicarsi maggiormente alla famiglia ed ai due figli, Pietro ed Andrea. Del resto posso anche capire che abbia l’esigenza di stare di più con loro. Lei è un’atleta speciale, unica direi - ha proseguito - è una vera icona dello sport e della scherma».
«La cosa che l’ha sempre contraddistinta è che non si è mai sentita arrivata – ha aggiunto Tomassini –. Dopo ogni vittoria o delusione era in grado di resettare tutto e ricominciare da capo. E anche dopo una medaglia olimpica non ha mai smesso di chiedermi consigli su come poteva migliorare, cosa doveva fare in casi particolari, come affrontare al meglio le gare o le avversarie. In ogni occasione si metteva in discussione per migliorare, anche quando era al top. Senza dubbio lo sport con lei perderà un tassello ineguagliabile».