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«Orgoglio olimpico per spingere in alto la mia Dinamo»

di Andrea Sini
«Orgoglio olimpico per spingere in alto la mia Dinamo»

Il play croato Rok Stipcevic racconta l’esperienza di Rio «Emozioni indimenticabili, ma ora guardo avanti»

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SASSARI. Emozione, adrenalina, orgoglio e una lista lunga così di ricordi da portarsi dietro per tutta la vita. Le Olimpiadi di Rok Stipcevic e della sua Croazia si sono fermate ai quarti di finale, ma le settimane trascorse a Rio de Janeiro vanno in archivio contrassegnate da un circoletto rosso. Il play della Dinamo ha giocato con il contagocce, ma le sue parole al rientro in patria sono piene di entusiasmo. Nei prossimi giorni il numero 24 biancoblù raggiungerà il resto della comitiva nel ritiro di Olbia per iniziare la sua seconda stagione in terra sarda.

Il sogno a cinque cerchi. «Partecipare alle Olimpiadi è la cosa più bella che possa capitare a uno sportivo, molto più degli Europei e dei Mondiali – racconta Stipcevic dalla sua casa di Zara, dove non ha trascorso un solo giorno senza allenarsi –. Ho visto il campionato mondiale in basket in Turchia nel 2010, ho giocato due volte gli Europei, ma le Olimpiadi sono qualcosa che non dimenticherò mai. Stare dentro il villaggio olimpico e vivere con gli 11 mila migliori atleti nel mondo, mangiare con loro nello stesso posto, qualche volta insime a tavola, è fantastico».

Cartoline dal Brasile. Lo sport vissuto nella sua essenza più pura, dunque, con i risultati che animano la competizione ma che alla lunga, a livello umano, restano sullo sfondo. Così anche la delusione per la mancata conquista di una medaglia, a causa della sconfitta per 3 punti con la Serbia, poi vincitrice dell’argento, che non cancella la magia di questa esperienza. «Ci sono momenti che non si possono cancellare – sottolinea il play croato –. Penso alla cerimonia di apertura al Maracanà, penso alla possibilità di guardare gli altri sport dal vivo, vedere Phelps quando nuota. O Djokovic, che decide di fare allenamento in un campo dentro il villaggio tennis, per evitare di perdere tempo prendendo il pullman che ti porta ai campi ufficiali, lontani oltre 20 minuti. E poi avere la possibilità di giocare contro le squadre più forti del mondo è una cosa che non puoi paragonare con niente e che solo pochi hanno la fortuna di provare».

Sogni di gloria. La Croazia è arrivata a Rio solo grazie alla vittoria sull’Italia nello spareggio giocato a luglio, ma si è presentata alle kermesse a cinque cerchi alla grande, conquistando il primo posto nel girone e portando a casa scalpi importanti, compreso quello dei campioni d’Europa. «L’episodio più divertente è legato proprio alla vittoria contro la Spagna – sorride Stipcevic –: abbiamo giocato tardissimo, alle 10,30 di sera, poi siamo andati a cenare. Era già l’1,30 nel mattino, ma eravamo molto carichi e abbiamo cantato un po’ camminado verso il palazzo in cui eravamo alloggiati nel villaggio. Abbiamo svegliato un po’ gente, ma credo proprio che abbiano capito la situazione...».

Il ritorno in Sardegna. «Sono emozionato e orgoglioso di tornare a Sassari e di poter rappresentare di nuovo la Dinamo. Non vedo l’ora di raggiungere i miei compagni di squadra. La stanchezza? Nessun problema, non vedo l’ora di essere nuovamente in campo. Il primo obiettivo è creare un bel gruppo, che apprezzi le cose che la Dinamo ha fatto negli ultimi anni e che si batta per ogni palla dal primo minuto fino all’ultimo, perché la palla di inizio gare vale quanto l’ultima. Dobbiamo essere umili e lottare senza paura».

@andreasini78

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