«Voglio tornare ai Giochi, per vincere»
Alessia Orro, in vacanza nell’isola, ci ha preso gusto: «Bella esperienza in Brasile. Potevamo fare meglio, ci riproveremo»
SASSARI. Per Alessia Orro il “riposo del guerriero” è da vivere in Sardegna. La giovane pallavolista di Narbolia, al rientro dalla sua prima avventura olimpica, è quindi tornata a casa. Giusto qualche giorno, prezioso per potersi godere la famiglia e ricarica le le batterie in vista di una serie di nuovi impegni con la nazionale e il Club Italia.
Ora lo può dire. Com’è andare alle Olimpiadi?
«Un’emozione davvero forte, per l’ambiente, e perché i Giochi rappresentano il sogno di ogni atleta; il sogno che si realizza. Indescrivibile».
Tecnicamente però il risultato non è stato soddisfacente.
«Sicuramente potevamo fare di meglio. Purtroppo la nostra squadra ha lavorato poco insieme – afferma -. A differenza di altri team che si sono preparati per anni, noi sino a maggio, ad ogni raduno, ci ritrovavamo sempre con persone diverse».
Il fatto che Cina, Serbia Stati Uniti e Olanda, inserite nel girone dell’Italia, siano andate ad occupare i primi quattro posti della classifica olimpica del volley, può addolcire un po’ la pillola?
«Diciamo che almeno è servito a far capire a tutti che il nostro era effettivamente un girone di ferro».
Lei ha comunque stabilito diversi record: prima giocatrice di pallavolo sarda alle Olimpiadi e sempre schierata da titolare a soli 18 anni. Tutto questo come la fa sentire?
«In realtà non ho sentito tanto peso, quando vado in campo gioco e sono sempre tranquilla, penso a fare il mio e a caricare la squadra, non a quanti anni ho».
Dica la verità, non c’è un pizzico di sana invidia per il secondo posto conquistato dalla squadra maschile?
«No, sono felice per loro e per il traguardo che hanno tagliato, mi spiace solo che non hanno vinto l’oro, ma si sono preparati bene, e ci hanno messo tanta grinta e determinazione».
La cosa più bella e la più brutta di Rio?
«Bella la cerimonia di apertura, mi sono emozionata molto. La brutta quando siamo uscite dal girone. Ma già perdendo contro la Cina sapevamo che era difficile».
Da campionessa mondiale under 18 a titolare nella nazionale maggiore: un anno vissuto vorticosamente…
«Già la prima convocazione al Gran Prix era inaspettata, quindi pensare di arrivare alle Olimpiadi in un anno era quasi impossibile. Non ci credevo, ma ci speravo. Ho iniziato a crederci dopo la qualificazione di Tokyo».
Sino ad ora i suoi sogni nel cassetto li ha tutti puntualmente realizzati. A questo punto qual é il prossimo?
«Vincere una medaglia alle Olimpiadi».
Di che metallo?
«Purchè sia una medaglia».
Solo dieci giorni di vacanza. Come li sta sfruttando?
«Andando al mare e riposando. Domani torno a Milano, sarò con la Nazionale in vista delle qualificazioni agli Europei 2017. A ottobre invece ancora il campionato di A1 con il Club Italia, per l’ultimo anno. Voglio la qualificazione, crescere e mostrare quello che valgo in vista del trasferimento a un altro club».