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Adesso bisogna esorcizzare quel maledetto ultimo secondo

SASSARI. C’è chi, toccando ferro, lo sussurra da qualche tempo: la fortuna s'é calata la benda sugli occhi e oggi incassa quanto dato in passato. Con gli interessi. Al di là della sfiga, parola...

24 novembre 2016
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SASSARI. C’è chi, toccando ferro, lo sussurra da qualche tempo: la fortuna s'é calata la benda sugli occhi e oggi incassa quanto dato in passato. Con gli interessi. Al di là della sfiga, parola doverosamente bandita dal vocabolario biancoblù, è oggettivamente vero che il presente del Banco è da legge di Murphy: “Se qualcosa può andar male, lo farà”.

Se a Pistoia, alla sesta giornata, Lacey & Co. hanno approfittato dell'errore di Crosariol per spuntarla 68-69 al limite del cronometro, se anche a Milano contro l'EA7 nella fasi finali dell'incontro e sotto di soli 4 punti la Dinamo non ha sfruttato l'occasione per rimettersi in pista, è in Ungheria che i ragazzi di Pasquini hanno fatto la prima vera doccia fredda. A Szolnok Wittmann segna il 73-71, Lideka va in lunetta a 1' dal the end: destino e pareggio sono nelle mani di Sassari e del gigante lituano che però fa1/2 e non evita l'amaro ko. Ancora. Martedì scorso, nel sesto round di Bcl, al termine del match con l'Mhp Riesen connotato da un arbitraggio più che english style consumato fra gomitate, ganci da ko e sfondamenti immaginati, pur se contro una difesa al limite del perfetto, Cotton realizza in carpiato, con gli occhi chiusi e fuori equilibrio. La mette da 3 a fil di sirena e la Dinamo è sconfitta 79-80.

La mente torna alle triple di Man-Drake e Vanuzzo, a quel tiro che lo stesso Drake Diener, in maglia Reggio, scagliò a canestro a conclusione dell'ultima azione di gara7 di finale scudetto, sbagliandolo. Tante volte è andata bene. Ora no, va bene agli altri.

Rewind. Dall'Europa all'Italia: anche Avellino ha approfittato del fattore last minute per espugnare il palazzetto. 70-75. Un altro passo indietro, ancora in Champions, ancora un killer dai 6.75: Weems. Savanovic a 4” con il Besiktas fa 74-72, nell'ultima azione la palla arriva a Weems che a 56 centesimi – al netto dell'errore sul cambio difensivo – la mette, e fa male. Non ci sono tragedie da fare né tantomeno esorcismi da evocare, c'è però lo spettro da ultimo secondo, da scacciare a colpi di positività. E di vittoria.

Giovanni Dessole

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