Carattere, coraggio e gioco finalmente una super Dinamo
Dopo una settimana di ritiro i biancoblù seppelliscono di canestri la temuta Fiat Torino Scelte azzeccate da parte del coach e grande reazione a livello mentale di tutto il gruppo
SASSARI. La vince Pasquini, la vincono i suoi fedelissimi, la vincono le tirate d’orecchie e le bastonate della società. La vince la Dinamo, che nel match post-nataliazio (e post ritiro punitivo) si scrolla di dosso tutte le scimmie collezionate negli ultimi mesi e rulla senza pietà la Fiat Torino (96-64) in quello che si configurava come un vero e proprio spareggio per entrare nella Final Eight. A due giornate dalla fine del girone d’andata, con le sfide di Venezia e contro Caserta da giocare, la classifica dice che la Dinamo è ottava a pari punti con Pistoia, Torino e Trento ma oggi sarebbe qualificata per gli scontri diretti favorevoli con tutte e tre le concorrenti.
Le scelte e il carattere. Federico Pasquini lascia in tribuna, come previsto, Olaseni e Carter, togliendo dalla naftalina Johnson Odom e recuperando Lawal. Il quintetto base però è composto per quattro quinti dai “colonnelli” del coach (Devecchi, Sacchetti, Lacey e Lydeka), con Bell in cabina di regia e la differenza si vede: a livello di animo, carica e intensità il Banco è tutto un’altra squadra rispetto al recente passato: dal grande approccio alla gara (17-4 al 5’), al grande scatto di orgoglio per respingere gli avversari, rientrati a -2 grazie a un break di 13-0. La Dinamo ha barcollato, ha stretto i denti e non ha mai permesso agli ospiti di riaprire la partita, rompendo gli argini nel secondo tempo grazie al dominio a rimbalzo (42-25), a una grande difesa e a una grandinata di triple.
Avvio bruciante. I sassaresi hanno grande fluidità di gioco, con la continua ricerca di Lydeka che scarica fuori trovando subito le triple di Sacchetti, Devecchi e Bell. Dopo 2’20" la Dinamo è già avanti 11-2, Vitucci chiede timeout ma Torino trova solo due tiri liberi, mentre Lacey e Bell colpiscono ancora da oltre l’arco per il +13 (17-4). White dà ossigeno ai piemontesi con due triple (19-12), Pasquini inserisce Lawal e Johnson Odom, ed è proprio l’ex giocatore di Marquette, dopo un’altra tripla firmata da Sacchetti, a colpire da oltre l’arco lanciando la Dinamo a +15 (29-14).
Il momento critico. Alla prima sirena i biancoblù sono a +11 (29-18), ma il nuovo quintetto, con Johnson Odom e Savanovic, non ha più ritmo: la Fiat allunga il proprio break sino al 13-0 e, grazie anche a un antisportivo fischiato a Savanovic, risale a -2 (29-27). Sacchetti schioda i biancoblù da quota 29 con due tiri liberi dopo 4 minuti a bocca asciutta, ma in questa fase i protagonisti assoluti sono gli arbitri, che tolgono di mezzo Lawal (tre falli) e prendono di mira anche Lydeka. Il palazzetto inizia a temere il solito finale già visto.
La reazione. Invece Pasquini ripesca Savanovic e la Dinamo cerca il serbo ossessivamente: la tattica paga, perché dal -2 fallito da Washington il Banco riesce a piazzare un break di 7-0 (ancora una tripla di Sacchetti) che vale il +11 al riposo: 42-31. La Dinamo lavora duro in difesa e la tripla di Devecchi vale il +14 (47-33), Torino si schiera a zona e muove il punteggio dalla lunetta con Washington (48-39 al 25’).
La spallata decisiva. Pasquini rimanda dentro Lawal, Alibegovic dà ancora ossigeno alla Fiat, ma la Dinamo trova una nuova scossa con Stipcevic (56-41 a 2’51" dalla terza sirena). Il croato segna 10 punti di fila, la difesa tiene e Savanovic dalla lunetta allunga ancora. Si riparte dal 63-45 e stavolta l’impatto è buono anche in avvio di ultimo quarto: Lawal colpisce due volte prima di uscire per falli, ma la Dinamo ora va a tutto motore: Stipcevic infila un’altra tripla e a 8’20" dalla fine i biancoblù schizzano a +23 (70-47). La difesa non concede nulla e l’ultima spallata arriva con la grandinata di triple firmata da Devecchi, Bell e Stipcevic (86-54 a 3’ dalla sirena). C’è spazio anche per Monaldi ed Ebeling, che infila anche il suo primo canestro in serie A, quello della staffa. Uccisa la scimmia, ora serve la continuità.