Dinamo, Carter scalda il motore per Cremona
Serie A di basket. Il coach Pasquini non esclude il turnover per far riposare Bell
SASSARI. Quando un leader fa ricorso alla mozione degli affetti di solito è per coprire con quel mieloso collante divisioni e crepe. Non è il caso della Dinamo, ma Federico Pasquini venerdì spiegando come la sua squadra intende superare il momento di difficoltà in Champions (Monaco) e campionato (Avellino) ha prima di tutto sostenuto che si ripartirà «dal cuore, dalla grande forza che non fa mollare mai la squadra, dai suoi “attributi”, dal fatto di essere unita e coesa come non mai. Partiti alle 9 del mattino da Monaco e arrivati a Sassari alle 17.10, alle 17.13 si sono presentati all’allenamento in 12, nonostante fosse facoltativo. Mai visto, da nessuna parte».
Mozione degli affetti sì, dunque, ma non come scusa. Come un di più, semmai. Arriva il momento clou della stagione, in una settimana i biancoblù si giocano l’accesso alle Final Four di Champions League e un posto ben saldo nei playoff «e siamo in corsa su tutti i fronti – prosegue il coach –. In questo periodo abbiamo difficoltà a livello di gioco offensivo ma io sono fortunato perché la squadra è unita, lo dimostra in ogni occasione e l’ha fatto anche risalendo dal -22 al -11 in Francia. Sta a me ora trovare la chiave di volta per essere più brillanti in attacco».
Una delle soluzioni potrebbe essere il turnover. Alcuni giocatori stanno vivendo un calo di forma e farli rifiatare in vista dello sprint potrebbe essere un’idea. Che Pasquini non rifiuta a priori. « Devo fare il facilitatore – prosegue il tecnico –. Il mio è un gruppo che per concentrazione e impegno sul campo non ha mai fatto mezzo passo indietro. Poi, ciascun giocatore ha caratteristiche mentali diverse, e io devo aiutare ciascuno di loro a dare un 100 per 100 che per diverse ragioni non stanno tirando fuori. Bell ha un carattere differente da Lawal, devo saper toccare le corde giuste. Le soluzioni sono tante: dare il quintetto a uno, dare meno minuti a un altro, o mandarlo in tribuna. Negli ultimi allenamenti vedrò e deciderò, non posso prescindere da quello che vedo durante il lavoro, sempre considerando che parlo con tutti. Ma un’idea ce l’ho, ed è ben chiara».
A Cremona potrebbe tornare fra i 12 Carter. Lighty ha più di lui caratteristiche da esterno e potrebbe far rifiatare Bell. Pasquini non si sbilancia. «Il mio compito è tenere la Dinamo il più vicino possibile al 100 per 100 del rendimento e se per questo devo far giocare Lydeka da play, lo faccio. Ma seguo sempre tutti e anche Carter è stra-monitorato, sempre partecipe, sempre presente. Non faccio l’errore di escludere i giocatori, altrimenti uno lo metterei fuori squadra». Si va verso il turnover, dunque, per necessità in vista del ritorno di mercoledì con Monaco e per virtù, per scoprire Carter come arma in più e nuove soluzioni tattiche. Ma Federico Pasquini su questo ci va piano, preludio a modifiche morbide. Molto morbide: «Attenti – conclude il coach –: il basket non è il calcio, non voglio rischiare di fare l’effetto-casino su noi stessi».