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La maglia rosa cambia padrone Largo a Greipel

di Mario Carta
La maglia rosa cambia padrone Largo a Greipel

Partenza da Olbia, i primi strappi nel Nuorese Poi la picchiata su Tortolì e l’arrivo in volata

07 maggio 2017
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Volata doveva essere e volata è stata. Seconda tappa del Giro d'Italia in Sardegna e seconda maglia rosa. Il campione di Germania André Greipel (Lotto-Saudal) l'ha strappata al giovane austriaco Postlberger (Bora) che l'ha tenuta solo per i 221 chilometri da Olbia a Tortolì, nonostante abbia provato a fare una volata per lui impossibile. Al secondo posto Roberto Ferrari (Uae Team Emirates), terzo Jasper Stujven (Trek-Segafredo). In classifica generale Greipel, grazie agli abbuoni, precede Postlberger di 4" e Stujven di 8".

Dopo la scorpacciata di salsedine e maestrale della prima tappa sciorinata da Alghero a Olbia, ieri il Giro d'Italia ha scoperto l'altra Sardegna. Dopo il mare della Riviera del Corallo, del Nord e del Nord Est l'edizione numero 100 si è tuffata nel cuore della Sardegna, nelle salite del Nuorese, nei tornanti che sono Giro ma non più d'Italia perché hai voglia tu, ma RadioRai lì gracchia sibila e proprio non si prende. Poi nel Tavoliere di Alà dei Sardi, nelle discese del Gennargentu fino a Tortolì e ai Tacchi dell'Ogliastra, che anche in televisione sembravano tratti di forza dagli scenari dei fumetti di Tex Willer.

Anche ieri c'è chi ci ha provato. La fuga è partita addirittura alla partenza, con Lukasz Owsian (CCC) e Koshevoy (Wilier), ripresi dopo 13 chilometri da Eugene Shalunov (Gazprom), Daniel Teklehaimanot (Dimensio Data), anche venerdì eroico nell'inutile tentativo durato 201 chilometri, e da Simone Andretta della Bardiani, squadra che continua a mettere in vetrina i suoi giovani e appare particolarmente motivata dopo l'espulsione dei due possibili dopati. Il vantaggio massimo del quintetto ad Alà dei Sardi (+6'20") poi il gruppo ha cominciato a darsi da fare e l'inseguimento si è consumato con costanza tra salite e discese, in una terra che anche ieri ha dimostrato di odiare la monotonia.

Come l’altro ieri la corsa ha avuto a che fare col vento. Non il maestrale della riva nord, ma un ponente che si è infilato di prepotenza tra i rilievi del Gennargentu, scoprendo tutte le sue carte fino all'arrivo e soffiando contro la corsa, che ha subito un notevole ritardo. Come venerdì, come spesso o sempre nell'isola del vento.

Il percorso è stato abbracciato da una Sardegna che a Oliena ha mostrato a bordo strada i suoi migliori costumi, dai bambini di Bitti e Baunei, dalle tante bandiere dei Quattro Mori sventolate a Nuoro, e dalla folla in festa sulla salita di Genna Silana, 1002 metri, gpm di seconda categoria dove prima Liukasz poi Andreeta si sono staccati, dove il gruppo ha azzerato il vantaggio, dove giusto pochi metri prima di farsi riassorbire Tekleihamanot ha preso punti preziosi per la maglia azzurra, tra gli applausi di centinaia di tifosi che non si sono voluti perdere il passaggio più intrigante della visita sarda del Giro. E soprattutto la corsa è stata abbracciata dai lunghi gelosi silenzi tra i boschi, dove non ci sono case né pastori ma solo Sardegna cruda nella quale immergersi, con l'elicottero a fare come da guardone, lassù, mentre il gruppo precipitava verso Baunei, Santa Maria Navarrese, Lotzorai e Girasole in una interminabile discesa affascinante come la più dura delle salite, una china interminabile fatta a tutta dalla Bahrain Merida di Vincenzo Nibali, che ha costretto la maglia rosa Postlberger e Nairo Quintana a mettere il naso davanti. Poi l'arrivo di Tortolì, sull'interminabile rettilineo di 1800 metri di via Monsignor Virgilio dove Greipel ha mostrato i muscoli. C'è chi alla fine si scopre a riveder le stelle, e chi invece come il Giro d'Italia alla fine rivede il mare, da Santa Maria Navarrese in poi. E tutto mare sarà oggi, dalle Rocce rosse di Arbatax dove la partenza per l'ultima tappa sarda, la più corta (148 km) è fissata alle 13.30 con la sfilata e poi giù a bordeggiare la costa sud fino a Cagliari, fino al porto, fino a un nuovo probabilissimo arrivo in volata.

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