Cagliari, Giulini non ha dubbi: avanti con Rastelli
di Roberto Muretto
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Il ds Giovanni Rossi, il presidente Tommaso Giulini e l'allenatore Massimo Rastelli Il presidente rossoblù zittisce le voci su un possibile esonero dell’allenatore ma pretende un’immediata reazione
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CAGLIARI. «Rastelli resta al suo posto». Tommaso Giulini non concede spazi ai ventilati ribaltoni sulla panchina del Cagliari dopo le due sconfitte consecutive incassate in casa. Il patron rossoblù c’è rimasto male, si dice che domenica sera fosse di pessimo umore per aver visto una squadra incapace di lottare, ma ha conservato la lucidità necessaria per non fare mosse avventate e in questo momento senza senso.
Vertice. Già dopo la gara, sul manto erboso della “Sardegna Arena” c’è stato un summit informale tra il direttore sportivo Rossi, il direttore generale Mario Passetti e il team manager Roberto Colombo. Hanno parlato tra di loro e l’argomento non poteva che essere uno soltanto: il perchè di una metamorfosi così profonda nell’arco di pochi giorni. Giulini ha saggiamente evitato i microfoni ma è sicuro che si è confrontato col suo vice Stefano Filucchi e non è da escludere che abbia parlato anche con l’allenatore. Magari per capire il perchè dopo la bella performance di Ferrara, sono arrivati due ko (sul piano del risultato e del gioco) che fanno malissimo, soprattutto perchè subiti contro formazioni che non sono tecnicamente superiori al Cagliari.
Scenari. La posizione di massimo Rastelli resta solida. Non può essere messo tutto in discussione dopo due partite storte. D’altronde Giulini la scorsa estate ha riflettuto a lungo prima di rinnovare il contratto al mister. Se lo ha fatto è perchè crede sia l’uomo giusto al timone della barca rossoblù. È chiaro che adesso serve un’immediata reazione. La dirigenza ha il diritto di pretenderla. Naturalmente senza esasperare i toni e alzare il livello di pressione su un gruppo che capisce da solo di essersi infilato in un tunnel. È vero che il prossimo avversario si chiama Napoli e fare punti al “San Paolo” è complicatissimo, ma conterà molto la prestazione, come la squadra affronterà una partita sulla carta proibitiva. Per essere chiari, intanto non bisognerà avere un atteggiamento da vittima da sacrificare sull’altare degli azzurri, ma giocarsela con il giusto atteggiamento. Subire una goleada sarebbe non solo grave ma la classica goccia che fa traboccare il vaso.
Condizione. Normale non essere al top dopo sei turni di campionato. Ma se a poco più di un mese dall’inizio della stagione si comincia a parlare di stanchezza, allora c’è qualcosa che non va. Tre gare in una settimana sono pesanti ma anche chi aveva più energia nelle gambe, l’altro ieri ha toppato. Non è un caso se Rastelli nelle dichiarazioni del dopo gara ha sottolineato questo aspetto. Adesso la squadra avrà una settimana di lavoro normale per preparare il prossimo impegno, aspettarsi un miglioramento sul piano fisico e del gioco è una conseguenza.
La tattica. Non è vero che il Cagliari ha perso le certezze che aveva maturato fino a una settimana fa. Non è un problema di modulo perchè il 4-3-1-2 i rossoblù lo conoscono a memoria. È l’atteggiamento ad essere completamente sbagliato. Se col Sassuolo c’è stata una reazione e il pareggio non è arrivato solo per le tante occasioni fallite davanti alla porta, col Chievo la squadra di Rastelli non ha praticamente mai tirato in porta ed è stata con la testa dentro la gara per una quindicina di minuti. Troppo pochi per sperare di farla franca contro un avversario esperto che ha approfittato delle defaillance dei sardi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Vertice. Già dopo la gara, sul manto erboso della “Sardegna Arena” c’è stato un summit informale tra il direttore sportivo Rossi, il direttore generale Mario Passetti e il team manager Roberto Colombo. Hanno parlato tra di loro e l’argomento non poteva che essere uno soltanto: il perchè di una metamorfosi così profonda nell’arco di pochi giorni. Giulini ha saggiamente evitato i microfoni ma è sicuro che si è confrontato col suo vice Stefano Filucchi e non è da escludere che abbia parlato anche con l’allenatore. Magari per capire il perchè dopo la bella performance di Ferrara, sono arrivati due ko (sul piano del risultato e del gioco) che fanno malissimo, soprattutto perchè subiti contro formazioni che non sono tecnicamente superiori al Cagliari.
Scenari. La posizione di massimo Rastelli resta solida. Non può essere messo tutto in discussione dopo due partite storte. D’altronde Giulini la scorsa estate ha riflettuto a lungo prima di rinnovare il contratto al mister. Se lo ha fatto è perchè crede sia l’uomo giusto al timone della barca rossoblù. È chiaro che adesso serve un’immediata reazione. La dirigenza ha il diritto di pretenderla. Naturalmente senza esasperare i toni e alzare il livello di pressione su un gruppo che capisce da solo di essersi infilato in un tunnel. È vero che il prossimo avversario si chiama Napoli e fare punti al “San Paolo” è complicatissimo, ma conterà molto la prestazione, come la squadra affronterà una partita sulla carta proibitiva. Per essere chiari, intanto non bisognerà avere un atteggiamento da vittima da sacrificare sull’altare degli azzurri, ma giocarsela con il giusto atteggiamento. Subire una goleada sarebbe non solo grave ma la classica goccia che fa traboccare il vaso.
Condizione. Normale non essere al top dopo sei turni di campionato. Ma se a poco più di un mese dall’inizio della stagione si comincia a parlare di stanchezza, allora c’è qualcosa che non va. Tre gare in una settimana sono pesanti ma anche chi aveva più energia nelle gambe, l’altro ieri ha toppato. Non è un caso se Rastelli nelle dichiarazioni del dopo gara ha sottolineato questo aspetto. Adesso la squadra avrà una settimana di lavoro normale per preparare il prossimo impegno, aspettarsi un miglioramento sul piano fisico e del gioco è una conseguenza.
La tattica. Non è vero che il Cagliari ha perso le certezze che aveva maturato fino a una settimana fa. Non è un problema di modulo perchè il 4-3-1-2 i rossoblù lo conoscono a memoria. È l’atteggiamento ad essere completamente sbagliato. Se col Sassuolo c’è stata una reazione e il pareggio non è arrivato solo per le tante occasioni fallite davanti alla porta, col Chievo la squadra di Rastelli non ha praticamente mai tirato in porta ed è stata con la testa dentro la gara per una quindicina di minuti. Troppo pochi per sperare di farla franca contro un avversario esperto che ha approfittato delle defaillance dei sardi.
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