Aspettando CR7 il re del gol è Pavoletti
di Mario Frongia
La classifica dei cannonieri parla italiano e rossoblù. L’attaccante del Cagliari è a quota quattro in tre gare ufficiali
29 agosto 2018
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CAGLIARI. Il bomber marinaio mette le vele al vento. Leonardo Pavoletti, natali, sorriso e franchezza livornese, con due reti guida la classifica dei cannonieri della A. Una lista che, dopo due giornate, nell'anno di CR7 e Pastore, parla anche italiano: con l'attaccante del Cagliari, Benassi, Berardi più gli stranieri Rigoni, Paul, Zielinski, Gomez. Pavoloso nel dopo sboom di Empoli, l'aveva promesso: «Siamo stati troppo brutti. Col Sassuolo ci rifaremo». È stato di parola. Anche se la doppietta non ha garantito la vittoria - sfumata nel recupero del recupero con il giudizio del Var e dal dischetto - il centravanti ha colto l'attimo. Ma tiene i piedi per terra. Sul traguardo, ad esempio: «L'obiettivo? Salvarci il prima possibile, senza soffrire fino alla fine. Più gol vengono poi, meglio è» ripete spesso.
Intanto, in tre gare ufficiali, due di campionato e una di Coppa Italia, è già a quota quattro. Insomma, la "testa" più forte dei migliori cinque campionati europei del 2018, con 9 inzuccate su 11 centri, riparte a mille. E il Cagliari va a ruota. Con l'Atalanta nel mirino: domenica a Bergamo il test è da capogiro. Con i nerazzurri già in palla, anche in Europa - reduci dal 3-3 con la Roma all'Olimpico, dopo aver dominato per un'ora con un abbondante turn over - il faccia a faccia si annuncia tosto. Eppure, Leonardo può fare il bis: l'anno scorso i rossoblù hanno sbancato 2-1 la casa della Dea, gol di Padoin e del numero 30. La cabala? Superflua ma se è a favore non guasta.
Il risolutore. Con il Sassuolo ha il rammarico d'aver anticipato la seconda girata di testa: sarebbe stato il gol che poteva chiudere il match. Pavoletti, killer che non fa sconti. Con le mani che spolverano le spalle quando segna - gesto che rimanda a tifoserie con cui non si è trovato al meglio - Leonardo è il terminale della Maran band. E con i supporter della Sardegna Arena il feeling lievita. D'altronde, è stato chiaro: «Sono qui per una società e un progetto serio. Voglio farne parte». A inizio anno ha conquistato l'ambiente: «A Cagliari mi trovo bene, alzarsi col sole e il mare a due passi è già una vittoria». Onesto, gran lavoratore, sorridente, può cogliere due bersagli: riandare in doppia cifra e aiutare la squadra a prendere quota. Con il tecnico che chiede un mese per capire bene la materia prima, Pavoletti è il finalizzatore intoccabile.
Gol e non solo. Il centravanti ha un portafortuna fin dai tempi del Genoa: un maiale vietnamita in casa. Il nome? "Mou", ma non è un riferimento allo Special One. «Mou in vietnamita significa maiale» ha spiegato più volte. Gran lettore di libri (avventura, thriller, narrativa), gioca un buon tennis, anche per avere un papà istruttore, e usa il rovescio a due mani. E si difende bene anche dietro ai fornelli. In un recente show cooking ha mostrato le unghie e superato tra gli applausi, e le lacrime, un test complesso: sbucciare e fare a fette una cipolla.
Intanto, in tre gare ufficiali, due di campionato e una di Coppa Italia, è già a quota quattro. Insomma, la "testa" più forte dei migliori cinque campionati europei del 2018, con 9 inzuccate su 11 centri, riparte a mille. E il Cagliari va a ruota. Con l'Atalanta nel mirino: domenica a Bergamo il test è da capogiro. Con i nerazzurri già in palla, anche in Europa - reduci dal 3-3 con la Roma all'Olimpico, dopo aver dominato per un'ora con un abbondante turn over - il faccia a faccia si annuncia tosto. Eppure, Leonardo può fare il bis: l'anno scorso i rossoblù hanno sbancato 2-1 la casa della Dea, gol di Padoin e del numero 30. La cabala? Superflua ma se è a favore non guasta.
Il risolutore. Con il Sassuolo ha il rammarico d'aver anticipato la seconda girata di testa: sarebbe stato il gol che poteva chiudere il match. Pavoletti, killer che non fa sconti. Con le mani che spolverano le spalle quando segna - gesto che rimanda a tifoserie con cui non si è trovato al meglio - Leonardo è il terminale della Maran band. E con i supporter della Sardegna Arena il feeling lievita. D'altronde, è stato chiaro: «Sono qui per una società e un progetto serio. Voglio farne parte». A inizio anno ha conquistato l'ambiente: «A Cagliari mi trovo bene, alzarsi col sole e il mare a due passi è già una vittoria». Onesto, gran lavoratore, sorridente, può cogliere due bersagli: riandare in doppia cifra e aiutare la squadra a prendere quota. Con il tecnico che chiede un mese per capire bene la materia prima, Pavoletti è il finalizzatore intoccabile.
Gol e non solo. Il centravanti ha un portafortuna fin dai tempi del Genoa: un maiale vietnamita in casa. Il nome? "Mou", ma non è un riferimento allo Special One. «Mou in vietnamita significa maiale» ha spiegato più volte. Gran lettore di libri (avventura, thriller, narrativa), gioca un buon tennis, anche per avere un papà istruttore, e usa il rovescio a due mani. E si difende bene anche dietro ai fornelli. In un recente show cooking ha mostrato le unghie e superato tra gli applausi, e le lacrime, un test complesso: sbucciare e fare a fette una cipolla.