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«Basta con le offese al popolo sardo»

di Paolo Ardovino ; w
«Basta con le offese al popolo sardo»

Il presidente dell’Olbia Marino dopo gli insulti di Vercelli dice stop: «Denunciamo tutti gli episodi di razzismo territoriale»

28 dicembre 2018
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OLBIA. «Mi sento di ribadire che il modo più efficace per combattere questo degrado culturale debba presupporre la ferma denuncia di questi episodi": così il presidente dell'Olbia Alessandro Marino.

Niente a che veder con quanto capitato domenica sera a Milano prima, durante e dopo il match di cartello fra Inter e Napoli. Ma anche in serie C il pallone troppo spesso rotola nel fango della tribuna.

Il riferimento è a Pro Vercelli-Olbia, partita della terza serie calcistica italiana disputata mercoledì sul campo di gioco della storica società rossocrociata, accompagnata da cori e insulti della tifoseria di casa nei riguardi della compagine bianca e della sua appartenenza territoriale.

Il numero uno del club gallurese ha sottolineato quanto già aveva detto proprio la sera stessa dopo il pareggio per 1-1 maturato sul campo piemontese: «E' nostra intenzione condannare fermamente quello che è successo. Dalla tribuna si sono sentite continue e svariate offese nei confronti della squadra e della squadra e del popolo sardo, apostrofati in maniera vergognosa da un gruppetto di persone - questo il contenuto di una nota pubblicata sul sito ufficiale dell'Olbia -. Nel ringraziare la società Pro Vercelli per l'impeccabile accoglienza riservataci, ci sentiamo in dovere di sottolineare come censurabili e indegni episodi di questo tipo abbiano luogo anche nei campi di Serie C e non solo di Serie A».

Denunciare: a distanza di un giorno, Marino rimane convinto della sua posizione. «Al termine della partita mi sono sentito in dovere di farlo perché nel 2018 uno stadio di calcio non può essere teatro di tali diseducative bassezze», ha confermato. Per non parlare dei fatti di Milano. In merito alle vicende ristrette al rettangolo di gioco, le decisioni spettano agli arbitri. Pochi dubbi, per Marino: «Dovremmo stare più vicini ai direttori di gara perché sono loro che oggi hanno la possibilità di sospendere le partite nel caso si verifichino cori o insulti a sfondo discriminatorio rivolti ai giocatori o alla tifoseria avversaria - commenta -. Un gesto eclatante, alle volte, aiuta a far capire che si fa sul serio e che per colpa di pochi lo spettacolo può fermarsi». Purtroppo fatti del genere uniscono tutte le categorie, «ed è giusto puntare i riflettori anche sui campi della C», dove spesso l'attenzione manca nonostante tali episodi siano sempre presenti.

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