La Nuova Sardegna

Sport

IPPICA

Godani: "A 60 anni resto ancora in sella"

di Gianna Zazzara
Angelo Godani
Angelo Godani

Il mito del galoppo sardo è il più anziano fantino d'Europa. Ma continua a vincere

29 novembre 2019
5 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. L’anno prossimo spegnerà 60 candeline ma Angelo Godani non ha nessuna intenzione di scendere da cavallo. «Io il fantino in attività più anziano d’Europa? È un onore, ma non mi dia dell’anziano. Diciamo che sono il fantino con più esperienza in tutta Europa. Se mi vedesse capirebbe perché corro ancora negli ippodromi di tutta Italia. Sono in gran forma. Per un fantino quello che conta non è l’età ma il peso. E io, modestamente, sono ancora un peso piuma, non come i miei amici sessantenni con la pancia. Certo, non sono altissimo (1, 58) ma peso appena 53 chili. Il cavallo non si accorge neanche di avermi in sella».

Godani, originario di Lanusei, lunedì scorso ha vinto l’ennesima corsa, alla riunione invernale di Villacidro e in questi giorni si sta preparando per la riunione di lunedì prossimo, sempre a Villacidro. A quasi 60 anni, Godani detiene il record di Gran Premi e Derby vinti in Sardegna. Ha fatto vincere ai suoi cavalli oltre un milione di euro.

A 14 anni faceva il pastore, a Lanusei, poi è andato a trovare suo fratello gemello che lavorava a Chilivani e non è più tornato indietro. Amore a prima vista?

«Quando sono arrivato all’ippodromo ho capito che quella sarebbe stata la mia vita. Ho debuttato a 17 anni proprio a Chilivani e non mi sono più fermato. Chilivani mi ha dato tanto, ho vinto sette edizioni del Derby, il premio più importante in Sardegna. Poi da lì sono partito alla conquista del Continente. In 42 anni di attività ho vinto tutto quello che si poteva vincere, anche il famoso Premio Poncia a Milano».

Lei non ha vinto tutto in Sardegna: manca il Palio di Fonni, proprio in patria...

«Daii, non me lo ricordi, è il mio unico cruccio. Sono arrivato secondo dieci, forse dodici volte, mai primo. Mi sono rassegnato. L’ultima volta che ho corso il Palio è stato 10 anni fa, non ci sono più tornato. Il destino ha deciso che Fonni non fa per me».

E il Palio di Siena?

«Una volta, solo una volta ho fatto le prove per il Palio di Siena, ma non sono stato scelto per la gara. E non per colpa mia, le assicuro. Allora ero bravo molto bravo, ma non mi piaceva quell’ambiente e forse anche per questo non stato scelto per gareggiare. Quella volta mi è bastata, ho preferito non tornarci più. Non sono l’unico fantino a pensarla così sul Palio di Siena, glielo assicuro».

Chi è il fantino più bravo?

«Quello che fa meno errori. Non vinci sul traguardo ma sul percorso, devi diventare tutt’uno col cavallo. Lui lo sente come sta il fantino, se è arrabbiato o se ha problemi a casa. Parte tutto dalla testa del fantino, passa attraverso le braccia e poi finisce al cavallo».

Ha montato con i fantini più grandi del mondo a partire da Frankie Dettori...

«E anche col padre Gianfranco. Ho montato con tutti i più grandi e non ho mai sfigurato. Che ricordi con Ferrari, Atzori, Perlanti, tutti grandissimi fantini. Certo Frankie Dettori è il più grande di tutti. Nonostante abbia già 48 anni, non proprio un ragazzino, continua a correre e soprattutto a vincere. Gliel’ho detto. Per un fantino conta il peso e non l’età e Frankie, da buon sardo, è ancora in gran forma».

Quanti sacrifici fa per mantenere il peso forma?

«Lo devo ammettere, ora è più dura. Da giovane riuscivo a perdere anche 5 kg in una sera pur di fare in tempo a scendere sotto ai 53 kg di peso (di solito stava intorno ai 56/58 kg). Il peso dipende dal cavallo al quale ti hanno assegnato e se lo superi non gareggi. Non c’è storia. Per perdere peso digiunavo, digiunavo e digiunavo. E poi prendevo il Lasix, le pillole che ti aiutano a urinare. In un’ora perdevo fino a 3 kg. Ora è tutto più complicato perché quelle pillole sono considerate doping e quindi per i fantini l’unica soluzione è massacrarsi di digiuni e saune. È una vita dura».

E ora, digiuna ancora?

«Per forza, altrimenti non potrei continuare a correre. Il peso è la mia ossessione. Mi peso tutti i giorni, almeno tre volte, mattino, pomeriggio e sera».

Qual è la sua dieta?

«Mi alzo alle 4 del mattino e vado in scuderia, a Decimoputzu. La mattina bevo solo un caffè, non pranzo mai e poi a cena mangio tutto quello che mi cucina mia moglie Patrizia. Bevo anche un bicchiere di vino mischiato con la gazzosa. Se invece devo scendere velocemente di peso per partecipare a una gara non mangio per tre giorni di seguito. Come faccio a reggere? Grazie a tantissimi cucchiai di Nutella. E alle sigarette. Ne fumo quattro pacchetti al giorno e mi dimentico della fame».

Ma vale la pena fare ancora tutti questi sacrifici per salire in sella a 59 anni?

«Quando scendo in pista e sento l’odore dell’erba, dico wow! che meraviglia, mi sento invincibile. Il giorno in cui non sentirò più questa emozione e mi mancherà l’adrenalina allora smetterò, non prima».

Come sta l’ippica in Sardegna?

«Male, molto male. Tutte le “piste” d’Italia sono in crisi, non solo in Sardegna. È un settore che da tempo ormai ha archiviato i fasti del passati. I sussidi sono pochi e i proprietari non hanno più molti soldi da investire. Per non parlare dei premi. Prima ti portavi a casa anche 20mila euro, oggi il premio più ricco è di 5/6 mila euro. E poi gli impianti, basta andare a vedere in che condizioni è l’Ippodromo di Sassari per capire che l’ippica qui non ha futuro».



In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative