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Il coronavirus scombussola la A

Il coronavirus scombussola la A

Quattro rinvii, difficile trovare date per i recuperi. La Figc convoca una task force per l’emergenza

24 febbraio 2020
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MILANO. Dopo le decisioni di sabato notte del Consiglio dei ministri, Lombardia e Veneto e poi Piemonte ed Emilia Romagna hanno sospeso tutte le manifestazioni sportive: e si è fermata anche la serie A. Rinviate a data da destinarsi 4 gare (Atalanta-Sassuolo, Verona-Cagliari, Inter-Sampdoria, e anche Torino-Parma, più altre partite in serie C, dei campionati minori, giovanili, del basket, della pallavolo. Uno stop doveroso e necessario, in linea con le disposizioni del Governo, anche se ora, soprattutto per la serie A si aprono interrogativi non di poco conto su come regolarsi nel futuro immediato, se optare per la disputa delle gare a “porte chiuse” o in campo neutro. Un problema non di poco conto visto il calendario senza margini di intervento con campionato, coppa nazionale e competizioni europee che non lasciano di fatto spazio a nuove date. I rinvii dei match di serie A pongono adesso un problema anche sulla regolarità del campionato e trovare date utili per il recupero potrebbe cominciare a diventare complicato, considerando che questo è l'anno dell'Europeo e che quindi non si può travalicare il paletto temporale del 24 maggio, data dell'ultima giornata di Serie A. Il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina ha convocato per questa mattina in via Allegri una task force dei medici della federazione per analizzare la situazione dell'emergenza coronavirus e dare indicazioni precise sull'attività delle squadre nazionali (rinviati gli stage delle Under 19 maschile e femminile), poi ci sarà l'attesa riunione del Consiglio federale (con un rappresentante del ministero dello sport) che dovrà prendere in considerazione tutte le possibili soluzioni. «Ci siamo adeguati al decreto del consiglio dei ministri – dice il presidente del Coni, Giovanni Malagò – Sarebbe stato profondamente sbagliato e inelegante se si fossero anticipate le mosse del Governo. Qui parliamo di tante manifestazioni sportive, non solo di calcio. Il dialogo è aperto con tutte le società coinvolte». Quanto all'ipotesi di giocare le partite a porte chiuse, Malagò spiega che vi sono problemi per i biglietti venduti e per l’ordine pubblico. L’allenatore della Lazio, Simone Inzaghi: «Quello che sta accadendo in Italia è un problema serio e importante, sono d'accordo se si dovranno fermare le partite di campionato», mentre dice no all'ipotesi di giocare a porte chiuse: « Il succo del calcio sono i tifosi».

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