Coronavirus, gli olimpionici sardi: «Lo sport può aspettare, i Giochi di Tokyo anche»
Gli atleti a cinque cerchi sono d’accordo: prima di tutto viene la salute. Datome, Orro, Maggetti, Deidda e gli altri nel 2021 saranno ancora più forti
26 marzo 2020
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SASSARI. Un anno di tempo, di attesa, un anno in più. Per guarire, e per crescere. I Giochi Olimpici di Tokyo 2020 si faranno (forse in estate) nel 2021. La decisione del Cio è stata accolta positivamente in tutto il mondo e nella piccola Sardegna, che vuole vedere crescere la sua pattuglia a cinque cerchi rispetto a Rio 2016. C’è chi è già qualificato, chi deve ancora riuscirci, e chi adesso ha un anno in più per provarci. Da Fabio Aru nel ciclismo a Filippo Tortu nell’atletica, dai paralimpici come Giovanni Achenza e Marianna Lauro ai pugili Serra e Cappai alla promessa dello sprint azzurro Dalia Kaddari, che in un anno può migliorarsi ancora, e tanto.
E poi, gli azzurri del basket. Quelli appena arrivati come Marco Spissu della Dinamo e quelli che sono un monumento della Nazionale, come l’olbiese Gigi Da Tome: «Non ho mai partecipato a un'Olimpiade – ha detto il capitano dell’Italbasket ieri a Tutticonvocati, su Radio24ore –, ma immagino che una scelta così sia clamorosa, meglio forse averlo saputo con anticipo per gli atleti». L’ala del Fenerbahce prosegue: «Lo sport in questo momento passa in secondo piano. Pensiamo a chi affronta questa emergenza surreale. Hanno fatto bene a rinviare le Olimpiadi perché ci vorrà tempo per tornare alla normalità. A Istanbul dalla mia finestra vedo le macchine che si muovono con meno frequenza, ma le restrizioni non sono come in Italia. Gli over 65 non devono uscire, locali chiusi più per scelta individuale. Sport fermo. Per ora la situazione sembra sotto controllo. Sono curioso – ha concluso Datome –, di quando si tornerà. Una parte realista di me pensa che il mondo non sarà lo stesso, forse nello sport ci sarà piu' prevenzione. Non so se torneremo a giocare quest'anno, io pero' sono pronto a tutto: se mi dicono che il campionato ricomincia a luglio mi allenerò per tornare in campo, se mi dicono che la stagione finisce qui lo accetterò, perché capisco che c'è' qualcosa di più serio in ballo»
In aprile Francesca Deidda sarebbe dovuta partire con la nazionale di nuoto sincronizzato per Tokyo, per l'ultima gara qualificarsi. E' dispiaciuta la 28enne cagliaritana per il rinvio di un anno. «Ma sono soprattutto triste per questi giorni che stiamo vivendo - dice l’azzurra della Promogest Quartu e delle Fiamme Oro- : era la notizia che noi atleti speravamo, una scelta obbligata. Ed è giusto così, perché la priorità va alla salute di tutti: a Tokyo dovevamo partecipare a una gara importante anche se la qualificazione era quasi al novantanove per cento». E' barricata nella sua casa di Quartu da oltre due settimane ma non vuole perdere la forma e così continua ad allenarsi in... salotto: «Più che altro in balcone, cercando di curare gli addominali e i muscoli delle gambe - spiega Francesca Deidda, che nel 2016 ha partecipato ai Giochi di Rio - ma non è quello che mi servirebbe, visto che io mi lavoro in piscina e in palestra. L'ultimo allenamento con la nazionale l'ho fatto il 7 marzo a Roma: dovevamo riprendere il 15, ma con l'emergenza Covid 19 tutto è saltato. Spero che questo momentaccio passi, che si riesca ad uscire da questa situazione surreale, dove la gente soffre. Ma, come insegna lo sport, bisogna tenere duro, poi si vedranno i risultati».
Slitta di un anno anche il bis olimpico di Alessia Orro. Dopo l’esordio a 18 anni a Londra 2016, la giovane pallavolista di Narbolia era infatti fra i pochi sardi ad aver già staccato il pass anche per Tokyo 2020, grazie alla vittoria nelle qualificazioni dell’agosto scorso a Catania. «Una soddisfazione enorme – era stato all’epoca il suo commento – ma penso di essere ancora ad inizio carriera, e che la gioia più grande debba ancora arrivare». Invece, ci sarà da aspettare. Un peccato, perché la Orro, al momento dello stop agonistico stava disputando un’ottima stagione con il suo club, la Yamamay Busto Arsizio, terza in A1, semifinalista in Coppa Italia e ancora in corsa in Coppa Cev, pronta a giocarsi il posto dal regista titolare della squadra con Ofelia Malinov. Ma il confronto è solo rinviato.
Cerca il primo pass a cinque cerchi invece Marta Maggetti. Per lei, sempre pronta a volare sull'acqua con la sua tavola olimpica, non è stato facile accettare la notizia del rinvio delle Olimpiadi, che aveva a portata di mano dopo il quinto posto al mondiale in Australia. «Certo, mi dispiace ma è giusto così - dice la 24enne windsurfista cagliaritana, nazionale della classe Rs:x - visto che in questo momento la salute è più importante di ogni altra cosa. il rinvio è meglio per tutti visto che il blocco causato dall'emergenza coronavirus stava già compromettendo la preparazione di tanti atleti, sia in palestra che in mare». Vorrebbe tornare in acqua, l'atleta azzurra in forza alle Fiamme Gialle in attesa di uno speciale permesso che le consenta di allenarsi, con le dovute precauzioni, al Poetto. «Come componente di una squadra olimpica, sto ancora aspettando da parte della Federazione vela l'autorizzazione ma ancora purtroppo non è arrivato niente - conclude -. Per il via libera con un permesso speciale sta spingendo anche la Guardia di Finanza. Per ora, in attesa dell'autorizzazione, mi tengo in esercizio in casa con la cyclette ma non basta perché devo impegnare anche i muscoli delle braccia».
Sergio Casano
Fabio Fresu
E poi, gli azzurri del basket. Quelli appena arrivati come Marco Spissu della Dinamo e quelli che sono un monumento della Nazionale, come l’olbiese Gigi Da Tome: «Non ho mai partecipato a un'Olimpiade – ha detto il capitano dell’Italbasket ieri a Tutticonvocati, su Radio24ore –, ma immagino che una scelta così sia clamorosa, meglio forse averlo saputo con anticipo per gli atleti». L’ala del Fenerbahce prosegue: «Lo sport in questo momento passa in secondo piano. Pensiamo a chi affronta questa emergenza surreale. Hanno fatto bene a rinviare le Olimpiadi perché ci vorrà tempo per tornare alla normalità. A Istanbul dalla mia finestra vedo le macchine che si muovono con meno frequenza, ma le restrizioni non sono come in Italia. Gli over 65 non devono uscire, locali chiusi più per scelta individuale. Sport fermo. Per ora la situazione sembra sotto controllo. Sono curioso – ha concluso Datome –, di quando si tornerà. Una parte realista di me pensa che il mondo non sarà lo stesso, forse nello sport ci sarà piu' prevenzione. Non so se torneremo a giocare quest'anno, io pero' sono pronto a tutto: se mi dicono che il campionato ricomincia a luglio mi allenerò per tornare in campo, se mi dicono che la stagione finisce qui lo accetterò, perché capisco che c'è' qualcosa di più serio in ballo»
In aprile Francesca Deidda sarebbe dovuta partire con la nazionale di nuoto sincronizzato per Tokyo, per l'ultima gara qualificarsi. E' dispiaciuta la 28enne cagliaritana per il rinvio di un anno. «Ma sono soprattutto triste per questi giorni che stiamo vivendo - dice l’azzurra della Promogest Quartu e delle Fiamme Oro- : era la notizia che noi atleti speravamo, una scelta obbligata. Ed è giusto così, perché la priorità va alla salute di tutti: a Tokyo dovevamo partecipare a una gara importante anche se la qualificazione era quasi al novantanove per cento». E' barricata nella sua casa di Quartu da oltre due settimane ma non vuole perdere la forma e così continua ad allenarsi in... salotto: «Più che altro in balcone, cercando di curare gli addominali e i muscoli delle gambe - spiega Francesca Deidda, che nel 2016 ha partecipato ai Giochi di Rio - ma non è quello che mi servirebbe, visto che io mi lavoro in piscina e in palestra. L'ultimo allenamento con la nazionale l'ho fatto il 7 marzo a Roma: dovevamo riprendere il 15, ma con l'emergenza Covid 19 tutto è saltato. Spero che questo momentaccio passi, che si riesca ad uscire da questa situazione surreale, dove la gente soffre. Ma, come insegna lo sport, bisogna tenere duro, poi si vedranno i risultati».
Slitta di un anno anche il bis olimpico di Alessia Orro. Dopo l’esordio a 18 anni a Londra 2016, la giovane pallavolista di Narbolia era infatti fra i pochi sardi ad aver già staccato il pass anche per Tokyo 2020, grazie alla vittoria nelle qualificazioni dell’agosto scorso a Catania. «Una soddisfazione enorme – era stato all’epoca il suo commento – ma penso di essere ancora ad inizio carriera, e che la gioia più grande debba ancora arrivare». Invece, ci sarà da aspettare. Un peccato, perché la Orro, al momento dello stop agonistico stava disputando un’ottima stagione con il suo club, la Yamamay Busto Arsizio, terza in A1, semifinalista in Coppa Italia e ancora in corsa in Coppa Cev, pronta a giocarsi il posto dal regista titolare della squadra con Ofelia Malinov. Ma il confronto è solo rinviato.
Cerca il primo pass a cinque cerchi invece Marta Maggetti. Per lei, sempre pronta a volare sull'acqua con la sua tavola olimpica, non è stato facile accettare la notizia del rinvio delle Olimpiadi, che aveva a portata di mano dopo il quinto posto al mondiale in Australia. «Certo, mi dispiace ma è giusto così - dice la 24enne windsurfista cagliaritana, nazionale della classe Rs:x - visto che in questo momento la salute è più importante di ogni altra cosa. il rinvio è meglio per tutti visto che il blocco causato dall'emergenza coronavirus stava già compromettendo la preparazione di tanti atleti, sia in palestra che in mare». Vorrebbe tornare in acqua, l'atleta azzurra in forza alle Fiamme Gialle in attesa di uno speciale permesso che le consenta di allenarsi, con le dovute precauzioni, al Poetto. «Come componente di una squadra olimpica, sto ancora aspettando da parte della Federazione vela l'autorizzazione ma ancora purtroppo non è arrivato niente - conclude -. Per il via libera con un permesso speciale sta spingendo anche la Guardia di Finanza. Per ora, in attesa dell'autorizzazione, mi tengo in esercizio in casa con la cyclette ma non basta perché devo impegnare anche i muscoli delle braccia».
Sergio Casano
Fabio Fresu