La Nuova Sardegna

Sport

appello della federnuoto alla regione 

Subito gli Stati generali per cercare di salvare l’attività in Sardegna

di Fabio Fresu
Subito gli Stati generali per cercare di salvare l’attività in Sardegna

SASSARI. Il nuoto sardo si espone in prima persona, e attraverso una lettera inviata ieri dal suo presidente Danilo Russu alle massime cariche politiche regionali, a partire dal presidente della...

03 aprile 2020
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SASSARI. Il nuoto sardo si espone in prima persona, e attraverso una lettera inviata ieri dal suo presidente Danilo Russu alle massime cariche politiche regionali, a partire dal presidente della giunta Christian Solinas, al presidente del Consiglio regionale Michele Pais e all’assessore regionale allo Sport Andrea Biancareddu, chiede l’organizzazione di un tavolo di concertazione per risollevare le sorti del comparto sportivo isolano, messo in ginocchio dall’emergenza coronavirus, e che vanta numeri molto importanti sia come praticanti, sia come volume d’affari che incide nell’economia generale.

«Il contributo dello sport alla vita quotidiana dello Stato – scrive Russu - è di valore incommensurabile. Per esempio nelle scuole primarie non esiste un piano per l’attività fisica, e la lacuna viene in parte colmata dalle società sportive nei loro vivai. In Sardegna la situazione è anche più catastrofica. La chiusura degli impianti ha causato danni economici su larga scala, gettando nell’incertezza società, utenti e migliaia di tecnici, che garantiscono il servizio con grandi doti professionali. La sopravvivenza dello sport nella nostra isola dovrebbe essere garantita al pari degli altri settori economici. Non dimentichiamo che le manifestazioni internazionali organizzate nel territorio sono nella bella stagione forte richiamo per i vacanzieri».

L’analisi di Russu si sposta poi sulla realtà natatoria. «Le nostre discipline, quali nuoto, pallanuoto, nuoto sincronizzato e salvamento, sono tra le più praticate nella regione, a livello base e agonistico con una quarantina di impianti frequentati ogni giorno da oltre cinquantamila utenti di ogni fascia d’età, dalle donne in attesa agli anziani, con un occhio di riguardo agli sportivi con disabilità, seguiti da seicento istruttori, più un altro centinaio di persone con altre funzioni. Senza dimenticare che ogni anno formiamo seicento assistenti bagnanti che d’estate garantiscono la sicurezza nelle nostre spiagge». Un mondo messo dalla pandemia con le spalle al muro.

«Molte nostre società - rimarca Russu - gestiscono direttamente le piscine, ancora funzionanti nonostante la chiusura per evitare complicazioni finanziarie più gravose. Quindi sostenendo le spese di energia, acqua, prodotti chimici e altro. La speranza è ricominciare a settembre».

Inoltre Russu sottolinea i danni per la mancata disputa del circuito di nuoto in acque libere, che da giugno a settembre prevede venti tappe di livello nazionale che richiamano migliaia di nuotatori da tutta l’Italia. «Alla luce di questa dissertazione – conclude Russu - sarei lieto se da parte vostra ci fosse un’attenzione particolare al mondo dello sport e del nuoto. Sono altresì disponibile qualora ci fosse l’intenzione di organizzare un apposito tavolo di lavoro».

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