La Nuova Sardegna

Sport

Lega e Aic: non c’è accordo sul taglio degli stipendi

Lega e Aic: non c’è accordo sul taglio degli stipendi

Il presidente della Figc Gravina è stato chiaro: «Si riparte se ci sono le condizioni» Intanto i club fanno scorta di tamponi e alcuni hanno già problemi di liquidità

04 aprile 2020
3 MINUTI DI LETTURA





MILANO. Sono oltre una dozzina i calciatori di Serie A colpiti dal coronavirus, e bisogna capire se e come potranno approcciare in sicurezza alla ripresa dell'attività. È questo il primo nodo che intende sciogliere la Commissione medico scientifica della Federcalcio, che ha ricevuto il mandato dal presidente, Gabriele Gravina, di definire una serie di raccomandazioni destinate alle leghe per mettere in sicurezza giocatori e addetti ai lavori qualora si tornasse in campo. Lo scenario è ancora incerto. Ai belgi che si sono fermati, la Uefa ha chiarito che «rischiano di compromettere la partecipazione alle coppe europee la prossima stagione». Sul fronte italiano molto dipende dalle prossime mosse del governo, di cui si è è parlato nella call conference lunga e cordiale tra Gravina e il ministro Vincenzo Spadafora, durante la quale la Figc ha presentato le sue richieste.

Salvo proroghe, il lockdown scadrà il 13 aprile e il calcio conta di rimettersi in moto l'indomani con gli allenamenti, per tornare in campo fra il 20 e il 24 maggio, al più tardi ai primi di giugno. Lo si capirà meglio nei prossimi giorni, e alla fine della prossima settimana si dovrebbe riunire il tavolo fra Figc e governo. La Lega di A, ieri in assemblea, ha chiarito che «la ripresa si avrà quando ci saranno le condizioni, dettate dal governo, a tutela della salute degli atleti e delle altre persone coinvolte».

Intanto alcuni club di Serie A, pagandole privatamente, si sono assicurati scorte di tamponi, sicuramente necessari se ripartiranno campionato e coppe europee, ovviamente a porte chiuse. Serviranno probabilmente protocolli a livello nazionale ed europeo. Per ora circolano ipotesi non confermate, come quella di tenere calciatori e arbitri in ritiro in centri sportivi sanificati, con test periodici e senza contatti con l'esterno, allo stadio mascherine per tutti tranne in campo e niente raccattapalle.

«Il problema non è solo la partita, ma che nelle squadre non ci siano infetti. Devono fare dei tamponi. Prima che questo avvenga voglio vederlo questo film», commenta il presidente del Coni, Giovanni Malagò, scettico anche sulle trasferte: «Che il 16 o il 20 maggio avremo una libertà di manovra diversa ce lo auspichiamo. Da lì ad andare in aeroporto tre volte a settimana la vedo più dura».

Nella “fase 2” il calcio potrebbe giocare un ruolo nel processo per rimettere in moto il Paese. E a sua volta si metterebbe in una condizione di contenere le perdite, stimate fino a oltre 700 milioni se la stagione non dovesse andare in fondo. Molti club hanno problemi di liquidità e attendono con ansia la prossima rata dei diritti tv, prevista per il primo maggio. Sky e Dazn sono in attesa anche loro che lo scenario si delinei meglio. Nell'assemblea della Lega Serie A si è parlato della soluzione collettiva per sospendere gli stipendi da proporre all'Assocalciatori. Il dialogo andrà avanti, ma un'intesa non è facile.



In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative