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«Lo stop per me è un’opportunità»

di Andrea Sini
«Lo stop per me è un’opportunità»

Basket, Sasha Grant si allena da solo nella palestra del Bayern Monaco: «Da noi le restrizioni sono un po’ meno severe»

05 aprile 2020
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SASSARI. «Trascorrere la maggior parte del tempo a casa non è il massimo, per uno sportivo, ma sto facendo di tutto per far sì che questo stop forzato diventi per me un’occasione di crescita». La pandemia non rallenta Sasha Grant, anzi. La giovanissima stella del Bayern Monaco alza l’asticella e prova a migliorare dal punto di vista individuale.

«La situazione qui in Germania è più o meno la stessa rispetto all’Italia – racconta – solo che qui c’è quel po’ di libertà in più che può fare la differenza: il club ha sospeso tutti i tipi di attività organizzata, ma utilizzando le strutture del Bayern abbiamo almeno la possibilità di fare allenamenti individuali. Sono abituato ad allenarmi almeno due volte al giorno e quindi svolgere una sola seduta è un po’ strano, ma sentendo la situazione i miei amici e colleghi in Italia, direi che è tanta roba».

Un anno a tutta. Vent’anni compiuti appena tre settimane fa, mamma di Dolianova e papà anglo-jamaicano, radici saldissime in Sardegna (“là ci sono tutti i miei amici, e tifo Cagliari e Dinamo”), Grant è alla sua terza stagione al Bayern Monaco, che da quest’anno lo ha portato stabilmente nel giro della prima squadra. «La società si è focalizzata sulla crescita di tre giovani: George, Rudan e me, dandoci opportunità importanti. Durante la pre-season ho avuto la possibilità di mettermi in evidenza prendendo parte a Miami al torneo Nba G-League, unico giovane. È stata una grande esperienza, mi sono potuto misurare con giocatori di alto livello. Nella prima pare della stagione ho trovato spazio in prima squadra, grazie anche a qualche infortunio. Ho fatto sala video, allenamenti, panchina, spogliatoi, insomma esperienze importanti da fare ora e che possono tornarmi utili in futuro. E sono diventato un elemento importante della squadra B».

Emozioni e soddisfazioni. Nel frattempo, oltre all’esordio in Bundesliga, è arrivato anche quello in Eurolega. «Ho vissuto un’emozione incredibile, breve ma intensissima – racconta Grant –, credo che ricorderò finchè campo quei 13 secondi sul parquet, contro il Chimki. E non solo: sono sceso in campo contro il Fenerbahce di Datome e nella gara in cui Larkin ha segnato il record di punti in Eurolega, 49. Poter esssere testimone dal vivo di certe imprese è una motivazione in più per provare ad arrivare il più in alto possibile. Se non ce la fai pazienza, ma l’importante è avere obiettivi chiari e provare a seguire un percorso: è quello che sto facendo».

Step by step. L’emergenza Covid-19 ha bloccato la stagione sul più bello. «Purtroppo ci siamo dovuti fermare, ma era necessario. Magari la stagione mi avrebbe dato altre opportunità, ma sono contento di essere qui, perché allenandomi costantemente da solo posso provare a raggiungere piccoli obiettivi a livello di miglioramento personale».

Mamba mentality. «Io sono cresciuto guardando Lebron James e Kobe Bryant – racconta Sasha –. Con Kobe ho sempre sentito una specie di legame, era come se ci conoscessimo, mi ha fatto innamorare di questo sport e mi ha mostrato la strada giusta. In un certo senso riuscivo a capire molte delle cose che diceva: anche io, come lui, sono un ragazzo di colore cresciuto in Italia, ho sempre ammirato la sua determinazione, la sua mentalità, la sua fame.

Kobe aveva il talento ma è stato il lavoro quotidiano che l’ha reso un campione, e questo è l’insegnamento più importante che ha lasciato a tutti gli sportivi. Vivere il basket, entrare in palestra e allenarti al massimo sempre, fare una domanda quando non capisci qualcosa, cercare di fare qualcosa in più. è ciò che ti renderà un giocatore migliore. Piccoli dettagli che sommati sono irraggiungibili. È per questo – conclude Sasha Grant – che non posso permettermi di sprecare neppure questo lasso di tempo in isolamento».

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