La Nuova Sardegna

Sport

Tutto Torres

Caso stipendi alla Torres i giocatori contro il club

di Roberto Muretto
Caso stipendi alla Torres i giocatori contro il club

Durissima risposta del presidente Salvatore Sechi: «Ledono la nostra immagine Il campionato è sospeso, gli emolumenti da marzo in poi non sono dovuti»

25 aprile 2020
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. In casa Torres è esplosa una “bomba” che ha gli stessi effetti di un fulmine a ciel sereno. Società e giocatori una contro gli altri a colpi di comunicati. Una querelle che rischia di trascinarsi davanti agli organi di giustizia federale se le parti non raggiungeranno un accordo nei prossimi giorni. Considerato che le due versioni sono contrastanti su più punti, al momento nessuno dei contendenti sembra abbia voglia di tendere la mano.

La premessa. Tutto è cominciato con una nota inviata dall’avvocato Carlo De Cesaro, che rappresenta i calciatori e l’allenatore, al presidente rossoblù Salvatore Sechi e alla Regione. Una posta certificata nella quale si lamenta il mancato pagamento della mensilità di marzo. La nota, in sintesi, fa riferimento a un rifiuto del club a versare gli emolumenti e al contributo regionale (ancora non erogato) previsto che, sostiene De Cesaro, può essere in parte utilizzato per saldare le pendenze con i tesserati. La nota, annuncia il ricorso alle vie legali se i rimborsi spesa dovuti non saranno saldati.

Sechi furioso. Il patron della Torres non l’ha presa bene e in una lunga lettera ha ricostruito la vicenda, aggiungendo particolari. «Ho contatto la Lega dilettanti - scrive Sechi - mi è stato risposto che la Torres non deve pagare emolumenti per prestazioni mai effettuate. Ho inviato alla Lega la documentazione richiesta perché loro non lo hanno fatto, bypassando i regolamenti. Tutti gli accordi economici firmati con i giocatori sono stati depositati in Lega. A oggi non sappiamo se il campionato di serie D si ferma definitivamente o riparte. Il loro comportamento lede l’immagine della società. Il nostro avvocato ha già provveduto a rispondere alla diffida dei calciatori, nota mandata anche alla Regione, chiamata in causa a sproposito».

Muro contro muro. Nella lettera Sechi fa riferimento al fatto che 12 dei 23 firmatari della diffida, hanno potuto accedere ai contributi posti in essere dalla Stato con il decreto “Cura Italia”. «Hanno ricevuto il sussidio – scrive – grazie anche alla società che ha controfirmato la documentazione, regolarizzando la pratica». Aggiungendo: «Avevo detto ai ragazzi che se avessero avuto necessità sarei intervenuto personalmente. In alcuni casi ho provveduto a mie spese ad andare incontro ai singoli giocatori in difficoltà. Con qualcuno di questi ho parlato, mi hanno risposto così: “Siamo stati costretti a firmare”. Quello che hanno fatto per me è un forma di disprezzo verso i colori».

Futuro. Salvatore Sechi è da sempre un tifoso della Torres. Sicuramente da quando ha assunto la presidenza la società ha fatto un’opera di “bonifica” soprattutto sul piano dell’immagine di un club spesso coperto di fango da gestioni scellerate. «In questo momento - conclude Sechi – siamo impegnati con azioni legate alle tematiche sociali, perché la nostra missione è anche questa e continueremo a farlo. Speriamo di riprendere presto a parlare di calcio, rimboccandoci le maniche e lavorando sodo con l’intento di portare la Torres sempre più alto». E con l’auspicio che all’interno del club venga siglata la pace.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
L’industria delle vacanze

Tassa di soggiorno, per l’isola un tesoretto da 25 milioni di euro

Le nostre iniziative