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Palestre sarde, dubbi e speranze

di Gianna Zazzara
Palestre sarde, dubbi e speranze

Attrezzi sanificati, mascherine e cuffiette, istruttore a 2 metri di distanza. «In tanti non riapriranno» 

15 maggio 2020
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SASSARI. Attrezzi sanificati subito dopo l’uso, spogliatoi chiusi, docce neanche a parlarne, mascherine, guanti e cuffiette d’ordinanza, istruttore ad almeno due metri di distanza. Queste le prime indiscrezioni sulle regole da seguire per la riapertura delle palestre fissata dal ministro dello Sport Vincenzo Spadafora per il 25 maggio. Linee guida che dovrebbero essere ufficializzate domani ma che stanno già mandando nel panico i titolari delle palestre sarde. Soprattutto di quelle più piccole dove si potrà andare solo su appuntamento. Nelle altre, invece, gli atleti saranno scaglionati o divisi a gruppi. Un vero e proprio incubo che potrebbe mettere a serio rischio un settore che anche nell’isola dà lavoro a migliaia di persone.

Le difficoltà. «Per una piccola palestra è impensabile ricevere solo per appuntamento quando già prima del virus si faceva fatica a reggere i costi – ammette Andrea Nascimbeni, presidente del centro yoga Quarto Chakra di Olbia – Si dovranno garantire almeno 7/8 metri quadri a testa, quindi non potranno entrare più di 4- 5 persone in una sala che ne ospitava 20/22. Temo che i piccoli centri come il nostro saranno costretti a chiudere. Queste regole sono l’ennesima mazzata. Siamo rimasti chiusi tre mesi, pagando gli affitti, e ora il messaggio è “Non vi facciamo lavorare”. Con queste regole noi chiudiamo, non avrebbe alcun senso restare aperti. E non è solo una questione economica. Non si può fare yoga con la mascherina! Chi si avvicina allo yoga ha una visione più ampia del mondo e non si aggrappa alla paura. Il Covid è incompatibile con la nostra disciplina».

Come ripartire. «È un momento difficile per le palestre, come per tutte le attività – dice Cristian Soggiu, cotitolare insieme a Michele Marras della Power Club di Alghero –. Noi siamo fortunati perché abbiamo una struttura di 500 metri quadri, ma anche così non sarà semplice riorganizzarsi e accontentare tutti». L’idea è quella di appoggiarsi a una app per provare a contingentare gli ingressi senza far aspettare fuori gli iscritti «che perderebbero la pazienza in 5 minuti». La app sarà anche la soluzione per offrire allenamenti individuali a distanza. «In questi mesi di lockdown abbiamo fatto corsi a distanza e la risposta è stata positiva, anzi, vista la situazione, molti potrebbero decidere di seguire i corsi da casa».

In palestra, invece, attrezzi sanificati e a distanza di sicurezza, ingressi contingentati e docce e spogliatoi chiusi. «Più distanziamento significa meno ingressi e meno guadagni, ma in questo momento non stiamo pensando ad aumentare le quote di iscrizione. La nostra categoria è stata messa in ginocchio da questa pandemia ma è un momento difficile per tutti». Di sicuro il modo di allenarsi cambierà. «All’interno della struttura l’utente potrà rimanere meno tempo per dare a tutti la possibilità di allenarsi. Per noi istruttori potrà essere anche uno stimolo: allenamenti più brevi ma mirati anche perché ognuno di noi ha un fisico diverso. In ogni caso noi siamo pronti a ripartire, siamo sportivi e sappiamo che per raggiungere un obiettivo bisogna lavorare duro».

Più attenzione. Preoccupato anche Simone Luca Sanna, titolare di Welness Studios di Oristano. «La nostra struttura è molto grande ma sarà complicato ripartire con queste regole. La nostra priorità è comunque la salute dei nostri atleti e faremo tutto il possibile. Soprattutto per i più piccoli. Vorrei dire ai genitori che non devono aver paura, avremo cura di loro».

Più cauto Costantino Dettori della MyGymnica di Sassari. «Ancora non ci sono state comunicate le linee guida ma è chiaro che la palestra non sarà mai più quella di prima. Ci dicono che ci vogliono non solo le mascherine ma anche i pon pon? Metteremo anche i pon pon.. la nostra struttura è molto spaziosa e abbiamo anche uno spazio all’aperto di 7 mila metri. Tra i nostri atleti ci sono medici, virologi e biologi.. non posso permettermi nessun passo falso..».

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