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La Dinamo prepara una partenza sprint

Mario Carta
La Dinamo prepara una partenza sprint

Serie A di basket. Per il gm Pasquini sarà fondamentale cominciare bene in campionato come in Champions League

28 luglio 2020
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SASSARI. Quindici (le stagioni di Jack Devecchi in maglia Dinamo), undici (gli anni del club sassarese nella serie A di basket, di fila), dieci (quelli del presidente Sardara e del preparatore Boccolini) e nove: li ha maturati - e nel suo ruolo è un record - il general manager Federico Pasquini dietro la scrivania biancoblù e a bordo parquet, con un passaggio anche sulla panchina come head coach. E ogni anno è diverso. Pasquini ha vinto tanto, ma soprattutto con le sue scelte di mercato ha fatto vincere tanto la Dinamo E per due volte è arrivato terzo nel premio riservato al miglior gm del campionato. Sarebbe ora di vincerlo, questo trofeo individuale, e per riuscirci non c'è che una strada. Fare una Dinamo ancora più bella.

È il sogno e insieme l'impegno di ogni estate: fare il mercato per migliorare sempre.
«L'obiettivo è sempre quello: seguire le linee tecnico-tattiche tracciate e avere la bravura e insieme la fortuna di riuscire a beccare quelli che erano gli obiettivi primari che ti eri messo in testa, naturalmente in modo compatibile con il mercato e con la situazione economica. Tutti e tutto si devono incastrare».

Il risultato è che quest'anno potremmo chiamarla Dinàmo e non più Dìnamo, vista la forte caratterizzazione est europea del gruppo.
«Sì, Poz le ha dato una grande impronta europea. Dopo la sua esperienza come vice sulla panchina del Cedevita in Croazia il nostro coach crede molto che per la sua filosofia tecnica e tattica i giocatori di quelle nazioni offrano una capacità di rendimento maggiore rispetto ad altri tipi di giocatori, e quando c'è stata la possibilità abbiamo preso proprio il tipo di giocatori ai quali pensava coach Pozzecco».

È un 6+6, con porte chiuse a eventuali modifiche?
«Sì. Il mercato è sempre aperto ma la squadra è chiusa. E quando la chiudi tu hai sempre in testa l'idea di avere i 12 migliori per i tuoi mezzi. Quindi sì, pronti a qualsiasi situazione ma partendo dalla volontà di far sì che i primi 12 arrivino fino in fondo».

Ieri il primo giorno di scuola, di domenica.
«Siamo partiti. Manca ancora qualcuno ma risolveremo i problemi burocratici e anche quelli legati al coronavirus, per il resto tutti sono a posto, tutti sono sani, pronti, vogliosi. E come ogni primo giorno di scuola è normale scoprirsi carichi per partire verso una nuova avventura, con una sana frizzante tensione».

Solito programma, ma anticipato per via del virus.
«Prima settimana ad Aritzo, dal 2 agosto palla in mano a Olbia».

Poi il torneo a Cagliari.
«Un bel triangolare, Milano Venezia e noi per l'ultimo test prima della Supercoppa, che quest'anno deve essere utilizzata per rodare le squadre. Dopo un'assenza così lunga dal campo ci sarà tanta voglia di giocare. Il punteggio è quello che è mancato di più».

Che campionato sarà?
«Non un campionato normale, dopo cinque mesi di stop. E ancora non si sa con quali roster, c'è ancora chi non sa se farà la A1, chi non ha completato l'organico...».

E per la Dinamo tornerà anche l'Europa.
«In una Champions cresciutissima di livello, in questo momento con l'Eurocup c'è una differenza minima. Quindi, è normale essere capitati in un gruppo tosto. Il girone che lo è di meno è quello senza italiane. Dovremo essere bravi a entrare fra le prime quattro, dovremo arrivare pronti perché se parti male, paghi. Saranno già decisive le prime due trasferte e la gara in casa col Galatasaray, l'andazzo che dai all'inizio della stagione ti permette di avere meno pathos poi, di non cuocere mentalmente i tuoi giocatori».

In Italia le solite favorite.
«Venezia, Virtus e Milano sono le società toccate meno economicamente dalla pandemia, avevano già roster importanti e hanno molte conferme, che ti aiutano a trovare prima la chimica. Poi, mi immagino un campionato molto particolare, e la presenza o meno del pubblico per certi club sarà fondamentale. Sarà più che mai un campionato nel quale sarà importante partire bene».

Su quale giocatore della Dinamo scommette, stavolta?
«Le scommesse le fai sempre ma le nostre sono scommesse relative, calcolate, perché il nostro resta sempre un budget di tutto rispetto. Però ho grande curiosità, sui nuovi come sui confermati. Voglio vedere l'impatto degli italiani ma anche di Tillman, un giovane di prospettiva. Si è fatto male in Israele. Sono curioso per Bentzius, che si muove dalla Lituania dopo la Spagna, di base però sono convinto che molto si giocherà sul rendimento di Spissu e Gentile, che verranno ancor più responsabilizzati».

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