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Valentina cede lo scettro «Dalia Kaddari è super»

di Enrico Gaviano
Valentina cede lo scettro «Dalia Kaddari è super»

Nel ‘99 la Uccheddu era stata l’ultima sarda a vincere un titolo italiano di atletica La lunghista oristanese: «Seguo la quartese da vicino: ha grandi potenzialità»

05 ottobre 2020
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ORISTANO. Valentina Uccheddu è stata una delle più grandi esponenti della “Primavera” sarda dell’atletica leggera. A cavallo fra gli anni ’80 e ’90, esplosero tanti campioni nell’isola e successe anche che in sei andassero ai campionati europei e almeno in tre a Mondiali e Olimpiadi. Quei tempi sembravano finiti nel dimenticatoio, impossibili da ripetere. Oggi invece qualcosa si muove nuovamente, come dimostrano i 4 titoli italiani giovanili presi dai sardi nel 2020 e sopratutto il titolo italiano assoluto vinto da Dalia Kaddari sui 200 metri. La velocista quartese ha tolto prima il primato sulla distanza all’oristanese Rita Angotzi e poi è salita sul podio più alto dei tricolori, cosa che non succedeva a una sarda dal 1999, quando l’altra super oristanese, Valentina Uccheddu, vinse l’ultimo dei suoi 4 titoli nazionali nel salto in lungo. Oggi Valentina ha 54 anni, è mamma di due splendide gemelline, lavora alla Regione a Cagliari, ma dà sempre uno sguardo alle vicende dell’atletica leggera. «Sono molto contenta per Dalia – dice – . Una ragazza davvero in gamba. Io ho avuto la fortuna di vederla in azione agli esordi, quando andavo al campo a Cagliari anche per dare un’occhiata a un altro talento, Wanderson Polanco. E ho avuto la sensazione che potesse fare grandi cose. I fatti me lo hanno confermato».

Vlaentina Uccheddu è sempre in alto nella lista “all time” italiana del lungo: il suo 6,80 ottenuto al Sestriere nel 1994 è sempre la seconda misura italiana assoluta, dietro il primato di 7,11 Fiona May e alla pari con la misura della figlia di Fiona, Larissa Iapichino. «Beh, significa che quel risultato non era poi malaccio – osserva Valentina –. Diciamo che a quei tempi valeva davvero tanto. Larissa, per arrivare a oggi, è un talento fantastico. Si vede già dalla tecnica. Nonostante la giovane età insomma, si capisce che progredendo potrà arrivare a ottenere grossi risultati».

Negli anni novanta Valentina ha dovuto combattere contro atlete molto dotate fisicamente. Eppure ha saputo spuntare ai mondiali del 1995 a Goteborg un 5° posto che rappresenta il miglior risultato individuale di un atleta sardo nella rassegna iridata. «Ero uno scricciolo – dice ridendo–, e le mie rivali invece avevano tutte delle gambe lunghissime. Come ho fatto? Ho sempre tirato fuori tutta la mia grinta in gara e la tecnica imparata in tanti anni con il mio tecnico Francesco Garau all’Atletica Oristano è stata fondamentale».

Francesco Garau è stato un protagonista principale di quella squadra che sfornò altri talenti, fra tutti Rita Angotzi, Milko Campus e Giorgio Marras. «Lui è il presidente Saverio Bisogni sono stati gli artefici assoluti. Francesco è stato bravissimo a tirare fuori da tutti noi il massimo. E’ un allenatore fantastico perché preparatissimo sotto il profilo tecnico e scientifico. Noi da parte nostra ci sentivamo tutti come dei fratelli».

Negli anni d’oro i sardi, aggiungiamo Sandro Floris, Gianni Puggioni, Davide Cadoni, fra gli altri, costituivano un gruppo straordinario. «Un momento bellissimo perché facevamo squadra – ricorda Valentina –, ci davamo man forte l’uno con l’altro. Ora questa magìa potrebbe ripetersi. Con Dalia Kaddari c’è intanto Filippo Tortu, che si sente sardo sino al midollo, e poi ci sono gli altri giovani: gli oristanesi Lorenzo Patta e Jhonatam Maullu e il sassarese Massimiliano Luiu nelll’alto. Rappresentano un gruppo molto promettente».

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