La Nuova Sardegna

Sport

«Attenzione e scrupolo, così si lavora in sicurezza»

di Andrea Sini
«Attenzione e scrupolo, così si lavora in sicurezza»

Il governo mette sotto osservazione per una settimana le attività al chiuso Gli operatori: «Ma noi ci siamo adeguati sin dall’inizio, nell’interesse di tutti»

20 ottobre 2020
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SASSARI. «Le palestre e le attività al chiuso sotto esame per una settimana? Ma guardate che noi siamo sotto esame sin dal primo giorno dopo la riapertura. E ci siamo adeguati da subito ai protocolli anticovid». Dal fitness allo yoga, dal crossfit al “vecchio” body building, i gestori di attività che si svolgono al coperto incassano la “mozione di fiducia” a tempo del nuovo Dpcm senza – per così dire – strapparsi i capelli. «Molto spesso i protocolli sono rispettati puntualmente – ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte – altre volte ci giungono notizie che non sono adeguatamente rispettati. Daremo una settimana per adeguarli e per verificarne il rispetto».

«Eccoci, siamo qui, e siamo ben felici di mostrare come stiamo lavorando – dice Sergio Vannoni, che gestisce Sport Club 900, da oltre vent’anni punti di riferimento degli sportivi sassaresi e palestra ufficiale della Dinamo –. La premessa è che la situazione va assolutamente tenuta sotto controllo e la salute è la priorità. Detto questo, noi abbiamo bisogno di lavorare e dunque abbiamo tutto l’interesse a far sì che l’attività si svolga nel pieno rispetto delle norme. Non solo: io, come molti miei colleghi, sono andato oltre e ho fatto investimenti sulla sicurezza. E dunque, oltre a distanziamento, sanificazione, rimodulazione di orari e programmi, firma obbligatoria e tutto il resto, ho fatto installare un impianto certificato per il ricambio dell’aria filtrata. E abbiamo anche una app, utilizzata dai nostri clienti, che blocca l’accesso ed evita il sovraffollamento dei locali».

Ma il popolo delle palestre come reagisce? «Con grande rispetto per il nostro lavoro e con collaborazione – sottolinea “Sergione” Vannoni –. Purtroppo nessuno è in grado di garantire che non ci sarà mai un contagio in palestra, ma questo vale per i mezzi pubblici, i bar o qualsiasi tipo di attività. Quello che possiamo fare è metterci il massimo dell’attenzione: lo stiamo facendo sin dall’inizio, e mi piacerebbe che passasse il messaggio che, rispettando le prescrizioni, ci si può allenare in sicurezza anche al chiuso».

Sempre a Sassari, Antonio Piras, maestro di yoga, pur con i dovuti distinguo sta avendo più o meno la stessa esperienza. «È chiaro che lo yoga è un’attività fisica differente rispetto alle attività molto dinamiche, ma anche noi dobbiamo prestare la massima attenzione nel seguire i protocolli. E questo, chiaramente, è stato fatto sin dall’inizio, con l’adeguamento alle norme di sicurezza». Come si concilia la sicuezza con le attività? «Le precauzioni sono tante, e vanno necessariamente prese sia per la sicurezza nostra che per quella degli utenti. Il distanziamento e la sanificazione dei luoghi sono la base – sottolinea Piras – ma anche l’utilizzo degli spazi è diverso. Si lavora con gruppi più piccoli, maggiormente distanziati. I costi di gestione lievitano perché non si può ottimizzare il lavoro, ma il problema dei contagi esiste e non possiamo fare finta di nulla. D’altro canto c’è grande collaborazione, perché chi è interessato al benessere e alla cura del proprio corpo sa che è indispensabile fare la massima attenzione. Per il momento non possiamo fare altro che continuare a rispettare le regole e aspettare».

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