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Superlega, falsa partenza: rinunciano Chelsea e City

Le proteste a Londra contro il progetto Superlega
Le proteste a Londra contro il progetto Superlega

Si riduce il fronte delle società ribelli, mentre Fifa e Uefa minacciano provvedimenti

20 aprile 2021
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ROMA. Da una parte l'Uefa con il suo presidente, Aleksander Ceferin, che prova a tendere la mano invitando «i presidenti di alcuni club, inglesi principalmente», a «cambiare idea», dall'altra Florentino Perez che indica nella Superlega la via «per salvare il calcio», mentre viene ribadita la contrarietà della Fifa, col presidente, Gianni Infantino, che annuncia che «i club ne pagheranno le conseguenze».

Superato, si fa per dire, lo choc del comunicato dell'altra sera, il pallone (e non solo) fa muro. I 12 club «scissionisti» da una parte, il resto del mondo dall'altra. E intanto un tribunale di Madrid - ribadendo quanto già successo anni fa con l'Eurolega e quanto detto ieri dall'avvocato Pierfilippo Capello sulle controversie legali - ha emesso una misura cautelare che impedisce alla Fifa, all'Uefa, alla Liga spagnola e alle federazioni calcistiche nazionali di prendere provvedimenti contro i club che hanno annunciato l'adesione alla Superlega.

Una richiesta preventiva presentata venerdì scorso dalla European Superleague Company SL. Il fine «salvifico» della Superlega (che «potrebbe partire già tra cinque mesi, siamo pronti a sederci e parlare con la Uefa. Le loro minacce di esclusioni non sono comunque legali» dice il segretario generale, Anas Laghrari) evocato da Perez è contrastato dall'Uefa.

Ceferin ne ha parlato apertamente nel corso dell'esecutivo di Montreaux: «Con la Superlega stanno provando a privatizzare il calcio - le parole di Ceferin - Ma siamo pronti, li aspettavamo anche se non sapevamo quando sarebbero arrivati. I governi, i tifosi, i media sono con noi. Gli permetteremo di prendere il calcio? No, credetemi, è una partita che non possiamo perdere. Il calcio non appartiene a nessuno. O meglio, appartiene a tutti, perché il calcio fa parte del nostro patrimonio».

L'intervento del n.1 dell'Uefa è duro, ma lascia qualche spiraglio ai 12 club. «Avete fatto un grande errore - le parole di Ceferin Qualcuno potrebbe dire che sia avarizia, ignoranza o altro, ma non importa, siete ancora in tempo per cambiare idea. Tutti commettono errori». La confederazione europea del calcio tornerà a riunirsi venerdì con all'ordine del giorno la questione delle città che ospiteranno l'Europeo e non è escluso che il tema Superlega possa essere inserito tra gli argomenti: esclusioni dalla Champions, sanzioni come ha annunciato ieri il n.1 della federcalcio danese Moller.

Decisamente duro, nel suo intervento, Infantino: «La Fifa è una organizzazione costruita sui valori, i veri valori dello sport. Non possiamo che fortemente condannare la creazione di una Superlega, che è un qualcosa di chiuso, che è una fuga dalle attuali istituzioni calcistiche. Non c'è nessun dubbio che la Fifa disapprovi questo progetto».

Una visione opposta a quella di Perez, secondo il quale «il calcio deve evolversi e questo format ci garantirà molti più soldi. La Champions - ha sentenziato -, ormai ha perso appeal». Poi l'attacco all'Uefa: «Ceferin non può insultare come ha fatto con Agnelli, è impresentabile». Non mancano le voci contro, anche tra quelli che sono al soldo dei club 'fondatorì della Superlega, come Pep Guardiola, manager del Manchester City, una delle 12, che senza mezzi termini dice che «quando non esiste relazione tra l'impego e il risultato, non è più sport».

E si muovono anche i calciatori: il capitano del Liverpool ha convocato una riunione con i 'colleghì di Premier per prendere una posizione unitaria, mentre i tifosi sono sul piede di guerra. Fuori da Stamford Bridge, quelli del Chelsea - altro club coinvolto - hanno inscenato una protesta contro «l'avidità nel calcio». I

n effetti qualche ripensamento sembra esserci. Secondo i media britannici, Manchester City e Chelsea starebbero vacillando: il Chelsea in particolare starebbe preparando la documentazione per abbandonare il progetto. Il fronte anti Superlega in Inghilterra è forte e vede Boris Johnson, in prima linea. Il premier ammonisce «i club miliardari» protagonisti del progetto che il calcio non è solo «merce» e che esiste un legame fra le squadre, i tifosi, i territori. Per Johnson la Superlega è un'operazione «di cartello chiusa», che non rispetta lo sport. E il governo è pronto «se necessario» a fermarla con «una soluzione legislativa», pur auspicando che siano le società a correggere la rotta da sole. (ANSA).

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