La Nuova Sardegna

Sport

Sardegna da record ai Giochi di Tokyo

di Gianna Zazzara
Il marciatore sassarese Andrea Agrusti
Il marciatore sassarese Andrea Agrusti

Dal windsurf alla marcia, sette sardi hanno già il pass in tasca

21 giugno 2021
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SASSARI. A un mese dalle Olimpiadi più tormentate di sempre, ecco la pattuglia sarda che volerà a Tokyo e ci permetterà di tifare davanti alla tv. Tra loro certezze consolidate (il velocista Filippo Tortu, il canottiere Stefano Oppo, la sincronette Francesca Deidda e la pallavolista Alessia Orro) e future promesse ( la velista Marta Maggetti, il marciatore Andrea Agrusti e il pesista Davide Ruiu). Hanno dovuto dire addio a Tokyo, invece, i pugili Federico Serra e Manuel Cappai. Mentre sono ancora in attesa di staccare il pass olimpico il ginnasta di Quartu Nicola Bartolini, la sprinter quartese Dalia Kaddari e il velocista di Oristano Lorenzo Patta. Nella previsione più rosea potrebbero quindi essere dieci gli atleti sardi protagonisti a Tokyo, ai quali potrebbe aggiungersi Marco Spissu (e Gigi Datome) nel basket. Era andata meglio solo a Roma nel 1960: 14 i sardi convocati grazie però alla presenza di nove atleti della squadra di hockey su prato. Sette invece le convocazioni alle Olimpiadi Città del Messico ’68 e a Monaco di Baviera ’72. Un salto di qualità anche rispetto al recente passato. Basti pensare che a Sidney 2000, Atene 2004 e Pechino 2008 fu convocato solo un sardo. Appena due ai Giochi di Londra del 2012, mentre a Rio di Janeiro nel 2016 volarono in cinque: il ciclista Fabio Aru, la pallavolista Alessia Orro, il tiratore ozierese Luigi Lodde, il canottiere Stefano Oppo e la sincronette Francesca Deidda.

Filippo Tortu, 100 metri. Nato a Milano, il suo dna è a Tempio dove è nato il papà Salvino (che è anche suo allenatore) e dove torna ogni estate. Filippo, 23 anni, il primo italiano a essere sceso sotto i 10 secondi nei 100 metri, cancellando così un primato che apparteneva a Pietro Mennea dal 1979, a Tokyo (anche se in questo periodo non brilla) correrà nella sua specialità e nella staffetta. Per lui è la prima volta alle Olimpiadi.

Stefano Oppo. Bis invece per il canottiere di Oristano. Dopo Rio 2016 (arrivò quarto), la convocazione per Tokyo. In coppia con Pietro Willy Ruta gareggerà nel doppio pesi leggeri maschile. Oppo arriva in Giappone forte dell’argento conquistato pochi mesi fa nella Coppa del mondo, sempre insieme a Ruta. Senza contare i tre argenti iridati (Sarasota 2017, Poznan 2018, Linz 2019), un argento (Lucerna 2019) e due bronzi (Racice 2017, Glasgow 2018) a livello europeo e anche un oro in Coppa del Mondo (Linz 2018).

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Francesca Deidda, nuoto sincronizzato. Francesca, ogliastrina, è la sirenetta sarda del nuoto sincronizzato. Anche per lei si tratta della seconda volta ai giochi olimpici dopo Rio 2016 e il quinto posto con la squadra azzurra. Ora ci riprova dopo aver conquistato con le compagne nel 2019 a Gwamgju, in Corea del Sud, la prima storica medaglia iridata a squadre.

Alessia Orro, pallavolo. Seconda volta anche per la pallavolista di Narbolia (Oristano), 23 anni, dopo i Giochi di Rio. È già in ritiro con la Nazionale, che però subirà un’ultima scrematura.

Marta Maggetti, windsurf. Debutto assoluto per la cagliaritana, 25 anni, che si è qualificata per il windsurf femminile Rs:X ed è indicata da tanti come l’erede di Alessandra Sensini. Marta ha imparato a stare sulla tavola da bambina e ha dimostrato di essere la nuova promessa della vela azzurra nel 2013 con la vittoria ai mondiali giovanili. Molto riservata, è una ragazza di gran carattere.

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Andrea Agrusti, marcia. Sassarese, 26 anni, ha conquistato il pass per i Giochi grazie nella massacrante 50 chilometri agli ultimi Europei a squadre in Repubblica Ceca. «Ancora non ci credo, erano anni che aspettavo questo momento», le sue prime parole dopo essere arrivato al traguardo.

Davide Ruiu, sollevamento pesi. Sassarese come Agrusti, 20 anni appena compiuti, è il più giovane della spedizione sarda e anche di quella della sua specialità, la pesistica. Campione europeo juniores nel 2019, bronzo agli ultimi Europei nello slancio con 158 chili sollevati, per gareggiare a Tokyo dovrà sottoporsi a una dieta ferrea per rientrare nella categoria dei 61 chili. «Nessun sacrificio, per le Olimpiadi farei questo e altro».
 

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