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«Continuità per tutti i 40’ per provarci a Milano»

di Andrea Sini
«Continuità per tutti i 40’ per provarci a Milano»

Coach Demis Cavina analizza il momento della Dinamo alla vigilia del big match «Non siamo contenti degli ultimi ko, ma come ricetta conosco soltanto il lavoro»

30 ottobre 2021
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SASSARI. Repetita iuvant, anche a oltranza, a patto che l’obiettivo sia chiaro, si creda nel proprio lavoro e tutti vadano nella stessa direzione.

La difficilissima trasferta sul parquet dell’Olimpia Milano è dietro l’angolo e per Demis Cavina la ricetta è sempre la stessa: la sua Dinamo deve cercare di crescere a livello di continuità nell’arco dei quaranta minuti, facendo tesoro delle due sconfitte interne maturate nell’ultima settimana, contro Brescia e Prometey. Il successo in trasferta a Treviso è di appena due settimane fa, ma sembra già lontano.

«Sono trascorsi solo pochi giorni – dice il coach del Banco di Sardegna – eppure abbiamo uno stato d’animo completamente diverso rispetto a quello che avevamo dopo la vittoria con Treviso. Oggi avvertiamo giustamente una sensazione diversa. Le sconfitte fanno parte del gioco e la Dinamo ha un nuovo corso che non sappiamo quanto durerà: può durare un mese, tre mesi, un anno o dieci, questa squadra che deve essere ancora crescere sotto tanti aspetti, abbiamo fatto molte scommesse, forse più di altre stagioni, ma soprattutto siamo certi che ci siano ampi margini di crescita. Sappiamo che per vincere bisogna giocare meglio e con maggiore continuità, ma la qualità l’abbiamo vista: negli ultimi 20’ con Reggio, o per 38’ a Treviso. In tutta onestà dico che questa squadra deve ancora lavorare per essere chiama tale, e i primi a saperlo siamo io e i giocatori».

«Vogliamo però parlare della prossima partita e i primi a essere arrabbiati siamo noi – aggiunge Cavina – che vogliamo lavorare per trovare la continuità. Non cerchiamo attenuanti anche se il gruppo non è mai stato al completo, adesso abbiamo anche l’opportunità di cambiare e allungare le rotazioni, sarebbe stupido non provare a farlo: la nostra idea è quella che possiamo assolutamente fare meglio ma non permetto a nessuno di dire che non ci stiamo provando».

A Milano si potrà anche perdere, ovviamente, ma non sono concessi distrazioni né blackout prolungati, per non rischiare di prendere imbarcate memorabili. «Vedo nella rabbia dei giocatori per le ultime due sconfitte il mio stesso sentimento – assicura il coach –. Onestamente sono contento che in questo momento arrivi una partita difficile perché abbiamo proprio bisogno, anche emotivamente, di qualcosa di diverso e ci stiamo lavorando a livello tecnico e tattico. All’interno della squadra c’è grande compattezza, e le incazzature sono dettate dalla voglia matta di dare a questa Dinamo una continuità di risultati. Milano è una squadra che non ti dà la possibilità di fare niente di diverso dall’essere continuo nei 40’. Abbiamo dimostrato che le cose le possiamo fare, dobbiamo essere solo più concreti e continui e a Milano non possiamo sbagliare da questo punto di vista».

Infine una considerazione a livello personale, legata ai concetti espressi nelle ultime settimane. «Io sono lo stesso di 12-13 anni fa – dice Cavina – e ripetevo sempre le stesse cose. Parlo di pallacanestro, non sono un allenatore che va sotto la curva, sono un allenatore che parla del proprio basket e che vede nel gioco, nella squadra e nei giocatori l’unica maniera per migliorare, lavorando in palestra. Può sembrare noioso parlare di crescita, amalgama e continuità ma è l’unica cosa che cerchiamo in questo momento. E sono anche contento che la squadra abbia la mia stessa idea».



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