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Dinamo da mani nei capelli bisogna pensare alla salvezza

di Andrea Sini
Dinamo da mani nei capelli bisogna pensare alla salvezza

Nella sfida tra due squadre reduci dal Covid prevale la fame dell’ultima in classifica Segnali preoccupanti per i sassaresi, che nel secondo tempo concedono 54 punti

10 gennaio 2022
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INVIATO A CREMONA. La Dinamo deve lottare per salvarsi, e con questo atteggiamento non sarà affatto una passeggiata. È la sentenza emessa dal matinée del PalaRadi, dove i biancoblù di Piero Bucchi sono stati spazzati via dalla Vanoli Cremona, sino a ieri ultima in classifica: 89-80 è il punteggio finale di una gara iniziata bene per Logan e compagni e poi improvvisamente sfuggita di mano.

Covid+Covid. Cinque giocatori contagiati tra Natale e Capodanno per la Dinamo; praticamente l’intero roster positivo per Cremona, con i padroni di casa che hanno semplicemente avuto un paio di giorni di vantaggio rispetto ai sassaresi per riprendere a lavorare in gruppo. Niente scuse, insomma, per una batosta che riporta il Banco indietro di almeno due mesi. Lo scollamento dovuto a oltre una settimana senza allenamenti di gruppo è stato evidente in avvio e in molte fasi della gara, ma quando c’è stato da serrare le file, condizione o no, Cremona ha giocato come una squadra mentre la Dinamo no.

Schiaffi al PalaRadi. Contro la Vanoli di coach Galbiati, la Dinamo ha pagato a caro prezzo il numero esorbitante di canestri da sotto concessi agli avversari, che nel secondo tempo hanno segnato 54 punti con percentuali esagerate da 2 (31/48), hanno dominato a rimbalzo (44-31) e nei momenti topici hanno sempre fatto la cosa giusta. A orientare le sorti della gara dalla parte della Vanoli, è stato il break di 25-4 piazzato a cavallo del riposo, quando grazie a un Pecchia devastante (28 punti con 10/12, 9 rimbalzi e 5 assist) la Dinamo si è vista risucchiare dal 23-34 al 48-38. L’abissale differenza nella valutazione di squadra, 118-72, non è altro che la certificazione della pessima prova del Banco. Dietro l’angolo ci sono altre due sfide complicate: mercoledì a Bologna con la Fortitudo, in uno scontro salvezza a questo punto ancora più delicato, e domenica al palazzetto contro Trento.

La partita. Si gioca davanti a pochi intimi e l’avvio è complicato per entrambe le squadre, che non a caso iniziano la loro gara con 4 errori per parte e chiudono il primo periodo con percentuali bassissime: il 5/16 da 2 non impedisce però alla Dinamo di condurre sul 15-20. Il quintetto di partenza, con Robinson, Kruslin, Burnell, Bendzius e Mekowulu, però inizia a mostrare qualche difficoltà e la gara resta aperta, anche perché errori di ogni genere si susseguono da entrambe le parti e il gioco e continuamente spezzettato dai problemi al sistema cronometrico. Proprio in questo frangente interlocutorio, mentre i sassaresi aumentano l’intensità difensiva, si iscrive alla partita anche Logan e per la Vanoli sono dolori: la guardia americana piazza due triple consecutive e a 6’40” dal riposo la Dinamo è avanti 19-27. Il quintetto con Treier centro funziona alla grande ed è proprio il giovane estone a firmare con 5 punti l’ulteriore allungo, che regala al Banco il +11, 21-32. La Vanoli trova presto le contromosse e sul più bello la Dinamo si squaglia: l’asse Poeta-Dime e 8 punti consecutivi di Pecchia permettono ai padroni di casa di risalire dal 23-34 al 35-36. Bucchi prova a dare un’altra chance a Mekowulu, che combina disastri e viene immediatamente bocciato, la Vanoli allunga sul 48-38 con Pecchia e Harris. Qua comincia un’altra partita, con la Dinamo che chiede aiuto alle seconde lineea e dà segnali di vita (54-50, 64-59) ma viene sistematicamente ricacciata indietro (71-61, 75-64) da una Vanoli che arriva al ferro e a canestri facili in maniera disarmante. Finisce 89-80, ed è una lezione dalla quale è assolutamente necessario imparare qualcosa. Altrimenti saranno guai seri.

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