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Coach Bucchi: «Che sorrisi la mia Dinamo e siamo soltanto all’inizio»

Mario Carta
Coach Bucchi: «Che sorrisi la mia Dinamo e siamo soltanto all’inizio»

Il successo sulla capolista Milano corona un percorso avviato cinque mesi fa. «Stiamo crescendo, col lavoro e l’aiuto di una società che non lesina l’impegno»

07 aprile 2022
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SASSARI. Quando si era presentato, il 16 novembre, aveva elencato le sue priorità: difesa, gruppo e sorriso. E cinque mesi dopo il sorriso è largo, sui volti dei dinamici. Coach Piero Bucchi venne, vide e vuole vincere ancora. Subentrando a Demis Cavina ha trovato una Dinamo con le orecchie basse. Ora... «Ora che sorriso, dopo la vittoria su Milano. Una bella giornata di sport, una partita che ha divertito il pubblico. E che piacere poter vedere gli spalti così gremiti. È stato il sesto uomo, è stato il sorriso di tutti. Dei giocatori, della società e della città. Ma il grande merito è dei giocatori che hanno sfoggiato una partita molto bella contro una squadra che non ti fa giocare bene, che ti mette a nudo: la miglior difesa dell’Eurolega e del campionato. Complimenti ai ragazzi».

E al coach, che gli aveva chiesto sfrontatezza.

«Gli ho chiesto di non ragionare troppo, sì, di essere istintivi il giusto. Se a Logan chiedessi di scegliere soltanto i tiri canonici lo snaturerei, come pure Bendzius. Le nostre regole le abbiamo, ma liberi di seguire l’istinto».

I solisti che fanno coro.

«Con un forte senso di responsabilità».

Cinque mesi fa era una Dinamo mogia. Con lei nove vinte e sei perse, ma con un gioco e risultati che vanno oltre i numeri.

«L’autostima è cresciuta, stiamo facendo un buon lavoro. Poi, si può perdere o vincere ma il grande sacrificio in allenamento ci permette di arrivare lucidi nel finale. Ed è fondamentale».

Come ha cambiato la Dinamo?

«Con il lavoro, con una società disponibilissima ad apportare gli aggiustamenti dovuti, con il presidente che ha fatto un notevole sforzo economico, con il gm Pasquini abile nelle trattative e molto bravo a scegliere i giocatori giusti».

Il suo bilancio dopo cinque mesi.

«Sono un allenatore e per definizione non devo accontentarmi mai, un paio di partite mi sono rimaste molto sullo stomaco ma la squadra è cresciuta e domenica si è visto quanto. Abbiamo risalito la china, c’è ancora tanta strada da fare e i bilanci si fanno alla fine ma attenzione già domenica a Pesaro, dovremo affrontarla come abbiamo fatto con Milano. Sono 2 punti per la classifica come gli altri, anche se contro certe squadre valgono di più perché non tutti li ottengono».

Come la Dinamo che ha perso dopo un supplementare in casa della Virtus.

«Ed è appunto una delle partite che ho sullo stomaco».

Come vive Sassari?

«Oggi ha dato mezza giornata alla squadra, a mezzogiorno mi sono goduto un caffé al sole in piazza d’Italia. Io e la mia famiglia stiamo molto bene qua, siamo stati accolti in maniera eccellente. E fra un po’ potrò godermi anche il mare. Sono arrivato in novembre, aspetto con trepidazione di poterci andare perché lo amo e so che è diverso da quello che ho vissuto a Rimini».

Il prolungamento del contratto così presto l’ha sorpresa?

«L’ho accolto con molto piacere e con grande entusiasmo. Avere la fiducia della società e poter programmare per un allenatore ha un significato notevole».

Come disegnerà il futuro della Dinamo, allora?

«Sarà una quadra sempre competitiva, all’altezza della sua storia in Italia e in Europa, non con il budget di altre ma i contratti non vanno in campo. Per il prossimo roster stiamo già pensando a giocatori che abbiamo voglia, e che siano persone con grandi qualità».

Diop sarà l’uomo del futuro?

«È in scadenza di contratto, se trova l’accordo sarò felice di averlo».

In quasi 40 anni di panchina ha allenato fior di campioni. Ma Logan?

«Un campione di 39 anni come lui, mai. E mi sorprende anche Devecchi, sempre il primo a spingere in allenamento. La società ha puntato giustamente su di lui e Gentile come interpreti dello spirito Dinamo, dentro e fuori dal campo».

 

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