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Basket, intervista con Gianni Petrucci: «Quando l'Italia chiama tutti devono rispondere»

Mario Carta
Basket, intervista con Gianni Petrucci: «Quando l'Italia chiama tutti devono rispondere»

I club di Eurolega negano gli atleti? «Il termine "concedere" i giocatori non esiste. In passato siamo stati deboli ma non lo saremo più, ci sono regole e sanzioni»

21 giugno 2022
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SASSARI. Conclusi i playoff scudetto ecco la Nazionale. Terminata la serie A ecco l'amichevole con la Slovenia a Trieste, le qualificazioni ai Mondiali e gli Europei a Milano con un nuovo Commissario tecnico e una nuova squadra. E Gianni Petrucci cambia modalità senza dimenticare il campionato. Il presidente della Federbasket ieri mattina ha presieduto il Consiglio federale straordinario che ha tra l'altro proceduto alla nomina di Luigi Lamonica come nuovo commissioner del settore arbitrale, poi ha trovato il tempo per fare un piccolo passo indietro e, insieme, tanti in avanti.

Presidente, il passo indietro per tornare al campionato con due certezze come Milano e Virtus Bologna, l'immancabile sorpresa stavolta rappresentata da Tortona e una certezza come la Dinamo fra le prime quattro.
«Sì, ma come sorpresa della stagione citerei anche Brescia».

Nella finale scudetto il pepe non è mancato.
«In occasioni come queste il pepe non manca mai. Ha vinto Milano e lo scudetto lo vince sempre la squadra più forte. La scorsa stagione la più forte è stata la Virtus, adesso è Milano».

Le due finaliste schierano anche i migliori italiani.
«E questo mi rende contento perché, pur prendendo dei grandi stranieri, queste due società per filosofia schierano gli italiani più forti in Europa».

Con il solito problema: Milano e Virtus Bologna faranno l'Eurolega e ad alto livello, e come al solito magari non concederanno gli italiani alla Nazionale. Come se ne esce?
«È la solita domanda e mi offende come concezione: non esiste dire che una squadra concede i giocatori. È un diritto della Federazione, sulla base delle convocazioni del Commissario tecnico della Nazionale, chiamare chi ritiene opportuno. E se questi giocatori non vengono in Nazionale i regolamenti ci sono e noi adotteremo i provvedimenti del caso. Ovviamente, fanno eccezione gli infortunati. Ma il termine concedere non esiste, finora l'ho sopportato ma evidentemente siamo stati deboli, e in futuro non lo saremo più. Poi sarà Pozzecco a fare le sue valutazioni e decidere chi chiamare».

Un altro... problema è lo strapotere di Milano e Bologna, che possono contare su tanti, tantissimi stranieri. Il presidente della Dinamo Stefano Sardara chiede una regola perché si debbano schierare sempre gli stessi in campionato e gli stessi in Europa.
«Al momento non vedo nessuna possibilità di cambiare le norme. La Federazione non può avere il diritto di poter imporre l'utilizzo degli stessi giocatori».

Ha affidato la Nazionale all'ex coach della Dinamo Gianmarco Pozzecco che è andato a scuola a Milano da Ettore Messina, un ex ct.
«Pozzecco ha fatto una grande esperienza con un grande leader, adesso è ancora più maturo».

Banchero, e gli altri giovani azzurri?
«Il nostro delegato negli Usa è l'olbiese Ricky Fois che ci segnala i più interessanti, e sostiene che ce ne sono altri. Ma sono nella testa di Fois e non li rivelo».

Da poco ha proceduto a programmare e ratificare la rimodulazione di tutti i campionati, ci sarà un notevole snellimento.
«Era fisiologico, ne ho parlato con tutte le parti e la proposta è passato con l'accordo di tutte le componenti. E se qualcuno dice di non essere d'accordo sostiene il falso, perché tutte le componenti hanno partecipato».

In A tornano Verona e Scafati.
«Due grandi imprenditori, due società che hanno dato tanto al basket e due città importanti per il basket». Intanto la Rai si allontana dalla Serie A.«I diritti tv non sono un argomento di competenza della Federazione ma è chiaro che io tifo per i canali in chiaro, che per me sono 1, 2, e 3».

La botta del Covid è stata assorbita?
«Questo campionato è andato benissimo, nel bilancio federale ci avevamo rimesso 15 milioni ma ora stiamo recuperando. Abbiamo avuto 70.000 spettatori totali nella serie di finale, stiamo crescendo».

E cresce anche la A1 femminile. Ha inciso la scelta di alcune società maschili di sdoppiarsi nel femminile, come Virtus, Venezia e Dinamo?
«Certo, il movimento femminile cresce anche grazie a questo e anche la Dinamo ha contribuito. Ho sempre definito il presidente Stefano Sardara geniale e resto di questa idea ma ora a lui aggiungo il presidente del Banco di Sardegna Giuseppe Cuccurese: formano un tandem che ha dato e darà ancora grandi risultati. E per la A1 femminile ora aspetto Armani».

Le sue vacanze?
«Un po' a San Felice Circeo dove sono stato sindaco, poi se Dio vuole ci sono gli Europei a Milano».

L'Italia ce la può fare?
«Quando ti chiami Italia devi sempre pensare di potercela fare».

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