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La nuova Ferrari al microscopio

di Manuel Marinelli
La nuova Ferrari al microscopio

Al di là della continuità con la F1-75 la nuova Rossa presenta diverse novità Muso più corto e pance meno scavate. La power unit è più snella, vettura più leggera

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Maranello Espressione di continuità nei confronti del precedente e solido progetto, la SF-23 porta comunque in dote numerose novità, frutto del lavoro di affinamento svolto a Maranello. Una Ferrari che sceglie di proseguire sulla strada intrapresa lo scorso anno con la F1-75, e non si omologa alle soluzioni vincenti di Red Bull “scopiazzate”, a oggi, da metà griglia.

Dove cambia la SF-23? Lo fa in realtà in tutte le zone della monoposto. Dall’anteriore al posteriore. Sul frontale troviamo un muso più corto, che non poggia più sull’ultima porzione di ala. Quest’ultima cambia leggermente nel profilo, ma soprattutto implementa alcune “pinne” in stile Mercedes sopra di essa. Rimane invariato lo schema della sospensione anteriore, con il tirante dello sterzo ridisegnato per ridurre la resistenza aerodinamica.

Arrivando alla parte centrale del corpo vettura si apprezza la continuità con le soluzioni 2022. Rimangono le branchie per far respirare il motore, con disposizione differente, divisa nettamente in due parti, e ritroviamo anche le pance scavate. Il disegno è però meno marcato e le vasche meno pronunciate in termini di profondità. Sempre in questa zona si trovano due inedite aperture sopra la prima sezione di branchie, alla base dell’halo.

Alzate le bocche laterali, in virtù proprio della nuova sospensione, mentre la presa d’aria sopra la testa del pilota (airbox) rimane di forma triangolare con un ingombro leggermente minore. Passando al retrotreno, la sospensione posteriore rimane di tipo pull road, mentre la scatola del cambio è ora più stretta per occupare meno spazio. In generale i tecnici di Maranello sono riusciti a ridurre gli ingombri della power unit e dei radiatori, andando così a rastremare ulteriormente il cofano nella zona della coda. Non è mancata nei mesi invernali una cura dimagrante, che ha consentito un risparmio di qualche chilo sul telaio. Infine il motore, l’anima della nuova SF-23. Su di lui si è discusso tanto, di fatidici aumenti di cavalli (pare una trentina) così come di una migliore affidabilità, vero tallone d’Achille dello 066.

A Maranello si è lavorato parecchio, i riscontri dal banco sono positivi sia sulla potenza che sull'affidabillità. Ma come sempre sarà la pista a rilasciare il verdetto ufficiale sul sei cilindri del Cavallino e sulla SF-23. A tal proposito i riflettori sono già puntati al 23 febbraio, quando sulle dune del Bahrain si terrà il debutto ufficiale delle monoposto 2023 in vista del primo appuntamento del mondiale, che scatterà il 5 marzo sul medesimo tracciato.

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