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Gianluca Festa: «Il Cagliari è in difficoltà, ma la salvezza è possibile»

di Roberto Muretto
Gianluca Festa: «Il Cagliari è in difficoltà, ma la salvezza è possibile»

L’ex rossoblù fa l’analisi della situazione: «Troppi errori individuali, così le partite si complicano»

08 febbraio 2024
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Cagliari Per tanti anni è stato il “ministro della difesa” delle squadre con le quali ha giocato. Soprattutto con Cagliari e Inter, oltre che in Premier League. Gianluca Festa, nato a Monserrato, è un sardo che nel cuore ha stampati i colori rossoblù. Segue la squadra con passione e la sua analisi, oltre ad essere aderente alla realtà, entra in alcuni dettagli che solo chi è stato sul campo può spiegare.

Partiamo da due considerazioni fatte da mister Ranieri: farci gol è troppo facile.
«La squadra non funziona nel modo giusto. Oltre agli errori individuali e ne ho visti tanti, Ranieri deve capire cosa si può fare per migliorare il rendimento. I gol presi con la Roma sono stati la conferma che la fase difensiva, non mi riferisco solo ai difensori ma è un discorso generico che riguarda tutti, è un problema. Mi fermo al la primaq rete subita all’Olimpico dopo poco più di un minuto: quei palloni sul primo palo non devono mai passare, altrimenti diventa un problema difendere».

La fase di non possesso è il tallone d’Achille?
«Si difende in undici, soprattutto nel calcio moderno. Prima all'attaccante non si chiedeva di aiutare quando la palla ce l’avevano gli avversari. Il Cagliari non è compatto, è fragile nelle coperture e tra le linee è troppo facile affondare. Sono stati fatti passi indietro e secondo me la squadra non è stata migliorata più di tanto, anche se farlo in corsa non è semplice. Mi dispiace dirlo ma contro formazioni con un po’ di spessore c’è troppa differenza, a tratti è imbarazzante».

Seconda considerazione fatta da Ranieri: se vogliamo salvarci, in campo dobbiamo essere furenti. La squadra gioca senza la giusta determinazione?
«Questo è difficile dirlo dall’esterno, anche se ho visto delle partite nelle quali i rossoblù sono stati troppo molli. Il calcio non è solo carattere e determinazione. Serve qualità, avere giocatori all'altezza. Le partite vinte nel recupero hanno dimostrato che quando saltano gli equilibri e si va all’arrembaggio, la squadra lotta. Il problema è che non basta e se ti complichi le partite non sempre riesci a rimetterle in piedi. Mi metto nei panni di Ranieri, anche io in pubblico avrei difeso il gruppo, poi nello spogliatoio sarei diventato duro e alzato la voce».

Dopo la partita con la Roma scommetterebbe sulla salvezza del Cagliari?
«Non ci si può basare solo su quella gara. Che si salvi me lo auguro, però devo aggiungere per onestà che non sarà facile. Laggiù in classifica c'è bagarre. Ranieri ci proverà con i giocatori più in forma e con quelli che hanno caratteristiche di ribaltare l’azione in velocità tipo, Luvumbo e Oristanio. L’assenza di quest’ultimo sta pesando moltissimo».

Claudio Ranieri è un valore aggiunto?
«Su questo non ci sono dubbi. Se il Cagliari si salverà come spero, dovranno fargli un monumento. Nella promozione della scorsa stagione lui ha avuto un ruolo fondamentale. Con un altro allenatore i rossoblù non sarebbero saliti. Ne sono convinto al cento per cento».

Ne hanno di pazienza i tifosi cagliaritani.

«Aspettiamo la partita di sabato, dopo avremo la risposta. Se dovesse andare male non escludo una contestazione. Ranieri è un trascinatore, si assume sempre le responsabilità, ma i tifosi sono preoccupati e hanno ragione di esserlo. Ci vorrebbero un paio di vittorie di fila per prendere fiato, però dopo la Roma è difficile essere ottimisti, anche se bisogna assolutamente sforzarsi per esserlo».

Con la Lazio è già una partita decisiva?
«No, però è un test severo. Loro sono determinati, Sarri è in discussione per gli alti e bassi. Decisive saranno le prossime quattro gare, due scontri diretti con Udinese ed Empoli e le sfide con Lazio e Napoli. Solo dopo si potranno dare giudizi attendibili».

Divaghiamo: l'Inter ha già lo scudetto in tasca?
«È la più forte, però dire che ha già vinto non me la sento. Ha la Champions League che ti ruba energie fisiche e mentali e mancano tante partite. È la favorita».

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