La Nuova Sardegna

Sport

L’intervista

Miracolo sportivo a Nulvi: il Santa Tecla a un passo dalla massima serie

di Massimo Sechi
Miracolo sportivo a Nulvi: il Santa Tecla a un passo dalla massima serie

Dagli inizi nella piccola sala Tzimidorio ai successi: il presidente Francesco Zentile racconta l’impresa

3 MINUTI DI LETTURA





Nulvi Mancano quattro partite alla fine del campionato di serie A2 di tennistavolo e dopo l’incredibile vittoria nello scontro diretto con Reggio Emilia il Santa Tecla Nulvi ha tre punti di vantaggio. Il sogno di arrivare alla massima serie del presidente Francesco Zentile non è mai stato così vicino dall’avverarsi.

È un vero e proprio miracolo sportivo, in un paese di circa 2600 abitanti che, come tanti altri, vive soprattutto la passione per il calcio ma che dal prossimo anno potrebbe giocare addirittura per lo scudetto. «Tutto è iniziato in una piccola sala chiamata Tzimidorio, dove negli anni ’80 andavamo a giocare a ping pong – ci racconta Francesco Zentile -. Una ventina di anni dopo insieme a Massimo Posadinu e Angelo Scarpa abbiamo fondato il Santa Tecla».

Il nome da dove deriva?

«Ci allenavamo nell’oratorio della chiesa, grazie all’aiuto che ci dava il parroco don Nino Posadinu, e allora abbiamo deciso di chiamare la squadra come la Santa a cui la chiesa è stata dedicata».

Siete partiti dall’ultima delle serie regionali

«Esatto, dalla D2, e il primo anno abbiamo perso tutte le partite. Poi però il secondo anno è arrivato un ragazzo che aveva giocato anche in serie A e con il suo contributo nei play off abbiamo conquistato la D1»

Quando c’è stata la svolta che vi ha fatto scalare le diverse categorie fino ad arrivare alla A2?

«Nel 2010 ho portato a Nulvi un allenatore scozzese, Kenneth Macleod e lui ha iniziato a formare tanti ragazzi che poi hanno giocato in prima squadra, tra loro Francesco Ara che gioca ancora con noi e che può essere considerato il più forte giocatore nulvese. Poi anche Roberto Caddeo e Rossana Fergiug che gioca con la Marcozzi Cagliari in serie A».

La A2 l’avete conquistata due anni fa

«E già quello sembrava un traguardo impossibile e invece l’anno scorso al primo campionato siamo arrivati ad un passo dalla promozione. Se non avessimo perso Koldas nelle ultime partite avremmo potuto anche farcela».

Veniamo ai giorni nostri, domenica scorsa il successo con il Reggio Emilia ha qualcosa di speciale

«Abbiamo affrontato la partita con uno dei nostri tre giocatori, Mattias Mongiusti, in condizioni fisiche precarie. Eravamo già preparati a giocarci il punto decisivo nella sfida tra il nostro Costantino Cappuccio e Serretti e invece proprio Mongiusti ha incredibilmente superato il suo avversario, Cipriano, e ci ha regalato il punto della vittoria. Ora abbiamo un calendario più difficile del Reggio Emilia ma questa vittoria ci serviva proprio».

Come si regge una società di tennistavolo di un piccolo paese?

«Sicuramente con una grandissima passione. Noi viviamo soprattutto dei contributi regionali, di un contributo del Comune e dell’aiuto degli sponsor. Le spese per allestire una formazione competitiva non sono basse. Abbiamo tra le nostre fila un giocatore della Repubblica Ceca, Tomas Koldas, che è tra i primi 900 al mondo. Poi c’è Cappuccio che è il numero 9 in Italia e Mongiusti che arriva da San Marino. E infine c’è un secondo straniero, Ebrahim Gubran che può giocare solo in caso di assenza di Koldas. Facciamo anche le coppe europee, abbiamo vinto l’Intercup tre anni fa e quest’anno ci siamo qualificati per la fase finale dell’Eruope Trophy in Montenegro».

Il prossimo sogno?

«Se dovessimo arrivare in A1 a quel punto vorrei provare a vincere lo scudetto. Portare un titolo tricolore a Nulvi sarebbe fantastico. Ma ormai ai sogni avverati ci stiamo abituando, un passo per volta, come facciamo ormai da oltre 20 anni».

Primo piano
Il caso giudiziario

Lavoro in cambio di voti alle Regionali del 2024, ecco chi è la donna di Sassari indagata

di Enrico Carta
Le nostre iniziative