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Il calcio a scuola

La Torres incontra i ragazzi dell’istituto tecnico Angioy di Sassari

La Torres incontra i ragazzi dell’istituto tecnico Angioy di Sassari

Il presidente Stefano Udassi e i giocatori Luigi Scotto, Alessandro Masala e Giuseppe Mastinu hanno raccontato il loro percorso di vita e di sport

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Sassari Oggi 14 aprile il presidente della Torres Stefano Udassi, il capitano Luigi Scotto, i giocatori Alessandro Masala e Giuseppe Mastinu hanno incontrato gli studenti dell’Istituto Tecnico Industriale Angioy di Sassari.

 «Quando andiamo nelle scuole cerchiamo di parlare sempre di rispetto - esordito Stefano Udassi-: per sé stessi, per i compagni di squadra, per il tecnico. Parliamo di resilienza, forza interiore, cose importanti nel calcio e nella scuola. Valori che valgono per tutta la vita».

«Da piccolo sono stato selezionato dal Genoa, ho vissuto a Genova, e certamente non è semplice staccarsi dalla famiglia _ ha detto Luigi Scotto-. Quando però hai un obiettivo lo insegui con tutte le tue forza. Non tutti arriveranno alla Serie C, però bisogna essere orgogliosi e contenti del proprio percorso. Lo spogliatoio è molto simile ad una classe, ci sono tante personalità, ma ho la fortuna di condividere la mia passione con tanti leader».

Poi Giuseppe Mastinu: «La mia storia è un po’ diversa da quella di Gigi. Da giovane ho fatto la scelta di andare ad Arzachena e dunque il percorso quasi inverso di Gigi e Alessandro. Perseveranza ed impegno hanno fatto sempre la differenza e mi hanno permesso di arrivare, anche se per poco, alla Serie A. Come faccio a mantenere la motivazione? Alle volte non è semplice, ma quando arrivi al campo si accende la lampadina del professionista e spingi sempre al massimo. L’allenatore ed il professore hanno un ruolo comune: trovare la chiave giusta per far rendere il calciatore o lo studente al meglio».

Infine Alessandro Masala. «Concordo con Gigi, la passione è fondamentale. Essere di Sassari ti porta a vivere le cose in maniera passionale, la pressione aumenta, e ci motivano a vicenda. La gestione non è uguale per tutti, ma siamo un gruppo con un obiettivo unico e questo conta molto. Un piano B rispetto al calcio? Ho sempre studiato volentieri, mi sono laureato in Scienze Motorie, e crearsi una alternativa è importante. Ci vuole un’ottima organizzazione del tempo. L’importante è sempre avere degli obiettivi perché non sai mai cosa la vita ti riserva».

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