La Nuova Sardegna

Il dialogo spezza le catene del passato

di Enrico Carta
Il dialogo spezza le catene del passato

Agnese Moro e l’ex brigatista Andrea Coi parlano agli studenti di Oristano

17 marzo 2016
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ORISTANO. Quei due ragazzi di un tempo oggi sono due signori coi capelli bianchi e un passato incombente alle spalle. Sono, e questo vale nonostante il tempo che passa e le riflessioni che li hanno portati sin qui, vittima e carnefice. Seguivano strade lontane, percorsi diversi che, alla fine e in mezzo a difficoltà facilmente immaginabili anche per chi non ha esperienza diretta di cosa davvero fu l'Italia degli Anni di piombo, si incontrano. Succede e non è un caso nel giorno in cui l'Italia di oggi si accorge appena che il 16 marzo è il giorno della Strage di via Fani e del rapimento di Aldo Moro, che diede vita ai 55 giorni più cupi della Repubblica.

Trentotto anni più tardi e dopo un confronto iniziato tra mille perplessità e dubbi, al liceo classico De Castro di Oristano, grazie all’impegno della scuola, dell’arcidiocesi e del Comune, Agnese Moro e Andrea Coi parlano di fronte a quattrocento studenti. Sono la figlia dello statista ucciso dalle Brigate Rosse il 9 maggio 1978 e il brigatista di origini sarde coinvolto nell'omicidio dell'ex vice direttore della Stampa Carlo Casalegno. Lasciata Orani per gli studi universitari a Torino, scelse la strada che portava verso il sangue nel nome della politica (sbagliata). E se, come ha sottolineato il dirigente dell'istituto scolastico, Pino Tilocca: «Per le vittime testimoniare il proprio dolore è una cosa naturale, è molto più difficile per chi ha avuto colpe giudiziarie e morali».

Hanno inevitabilmente tanto da dirsi rispondendo alle domande del professore di storia e filosofia, Stefano Pinna. «Non sottovaluto l'importanza della giustizia penale – ha esordito Agnese Moro dopo aver ricordato quell'ultimo saluto col padre ed elencato i nomi degli agenti della scorta -, però vivo attaccata a un elastico. Un pezzo è sempre fermo a quei giorni tra il marzo e il maggio del '78. Potrò uscire da quel passato? Dentro di me vive un urlo straziante, ma è come se avessi ingoiato una pietra che non consente all'urlo di uscire. La cura non può essere solo nella giustizia penale».

Quel dolore scavalca le generazioni, ma è compagno di vita anche di chi scelse allora la violenza e poi la lotta armata. Andrea Coi, a 67 anni dopo averne trascorsi 30 dietro le sbarre, si racconta così: «Per molto tempo, anche dopo la condanna, ho continuato a ragionare in base alle categorie politiche ma non alle persone. Ma è una strada circolare, senza uscita. La politica faceva scomparire la vita delle persone». Così quando è arrivato il momento per tentare di incontrare chi era stato vittima del terrorismo il problema principale è stato quello di «Capire come fare senza provocare ulteriori lacerazioni».

E i primi incontri con gli ex brigatisti sono stati particolari. «Di fronte a te c'è una persona che è l'immagine concreta di ciò che hai subito – spiega Agnese Moro – così le parole dette da chi è stato dall'altra parte sono uno schiaffo». Frase che ritorna anche in Andrea Coi: «Le parole sono sberle, ma serve la volontà di ascolto perché le contraddizioni restano ancora oggi molto forti e presenti». Intanto però, forse grazie anche a quelle parole, Agnese Moro oggi può dire: «Posso di nuovo respirare e usare quel piccolo spazio che il passato ha lasciato libero dopo che la dittatura del passato ha tolto tanto al presente».

Ed eccolo il presente che però sembra rimanere legato anche oggi a quell’elastico citato ta Agnese Moro. Il piazzale su cui si affaccia il liceo De Castro è lo stesso in cui si affaccia il tribunale di Oristano. È intitolato ad Aldo Moro e da ieri, 16 marzo 2016, 38 anni dopo la strage di via Fani una targa ricorda vittime e, inevitabilmente, carnefici. Reca una frase di Martin Luther King, altro uomo di dialogo e pace: «Perché dovremmo amare i nostri nemici? In realtà rendere odio per odio moltiplica l’odio, aggiungendo più profonda oscurità a una notte già priva di stelle. L’oscurità non può allontanare l’odio. Solo l’amore può farlo».

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