Quei giorni roventi di “Trident Juncture”
Il regista Mazzotta racconta la manifestazione di Teulada
SASSARI. Gli aerei militari tedeschi decolleranno per l'ultima volta dall'aeroporto di Decimomannu entro il 31 dicembre 2016. Da quella data la base Nato in provincia di Cagliari, adoperata dalla metà del secolo scorso da Canada, Germania e Italia per le esercitazioni aeree, dovrebbe restare inutilizzata e potrebbe quindi essere riconvertita per usi civili.
La conferma della notizia (se ne parlava ormai da un anno) è una piccola vittoria per gli antimilitaristi, e in generale per i sardi, ma resta comunque un'oasi in un deserto di poligoni, basi e depositi che si allunga, secondo un censimento regionale, per ben 35mila ettari. Un'estensione enorme che ospita da sola oltre il 60per cento delle servitù militari italiane. Una delle più importanti strategicamente è il poligono militare di Teulada. Qui, tra ottobre e novembre dello scorso anno, si è svolta la mastodontica esercitazione Nato "Trident Juncture", che con la Sardegna ha coinvolto anche la Sicilia e l'Emilia Romagna. In Sardegna, l'operazione ha suscitato la reazione di centinaia di manifestanti, sia militanti dei numerosi comitati no base, sia semplici cittadini, tra i quali molte donne, ed è sfociata nella manifestazione del 3 novembre 2015. La giornata è al centro del documentario di Massimiliano Mazzotta, "No trident juncture", proiettato lo scorso martedì durante un incontro nella sede del collettivo Filtro 44, nell'ambito della mostra "Disarmante". La visione del film ha messo in moto un dibattito acceso sull'uso delle risorse, troppo spesso sottratte allo sviluppo economico del territorio e impiegate, per non dire bruciate, in operazioni imposte dall'alto. A questo proposito, «mi piacerebbe sapere dal governatore della Sardegna, Francesco Pigliaru -ha detto il regista- quanti di quei 300mila barili prodotti quotidianamente dalla raffineria Saras vanno direttamente all'industria bellica e quanti ne sono stati usati, in particolare, per l'esercitazione Trident Juncture». Il prezzo da pagare per l'ospitalità concessa alle basi, per i sardi, diventa sempre più insostenibile, sia in termini di inquinamento ambientale che di danni per le attività tradizionali. Per restare a Trident Juncture, durante i due mesi dell'esercitazione i pescatori della zona non hanno potuto lavorare. Adesso saranno risarciti dalla Regione con lo stanziamento di circa un milione di euro. Più difficile sarà risarcire i danni ambientali. A questo riguardo, Massimiliano Mazzotta ha ricordato la necessità di votare sì al "referendum delle trivelle" del 17 aprile, che chiede la cancellazione della norma che consente alle società petrolifere di estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane.
Prosegue intanto la mostra "Disarmante" (fino al 22 aprile) in via Fermi nello spazio del collettivo Filtro 44, con i lavori di Erik Chevalier, Giovanni Manunata "Pastorello", Alessio "Enea" Carta, Marco Sanna, Marcello Dongu, Az.Namsun.Art, Riccardo Camboni, Elena Muresu, Fabio Petretto, Teresa Pintus, Paola Rizzu, Manuela Ruiu, Antonio Sanna, Antonio Sini, Giovanni Soletta, Fabian Volti. "Disarmante", spiega Fabian Volti di Filtro 44, prima ancora che un'esposizione artistica è «un modo di contribuire politicamente, attraverso l'arte, alla liberazione dalle tirannie militari e all'autodeterminazione nell'uso delle risorse della nostra terra. Vogliamo fare rete con le associazioni che hanno in comune i nostri stessi obiettivi e mettere le informazioni a servizio della collettività. A partire dalle scuole, che possono prenotare visite guidate», fare domande e farsi spiegare il progetto direttamente dal collettivo S'idea libera, tra gli organizzatori insieme a Filtro 44. "Disarmante" è anche una manifestazione, un'assemblea permanente articolata in giornate che oltre al tema dell'antimilitarismo toccheranno quelli della condivisione della risorse e della tutela del territorio. Dopo quello con Massimiliano Mazzotta, i prossimi appuntamenti sono domani (alle 18.30) per parlare di "Strategie di lotta" con l'organizzazione No basi. Né qui né altrove e il progetto The depleted Island, e il 22 aprile con Gesuino Clandestino, la rete nazionale che promuove la vendita e il consumo di prodotti locali, aggirando la grande distribuzione.