La Nuova Sardegna

Elisabetta Ardu: «Il mio lavoro? Lo yarn bombing»

di Grazia Brundu
Elisabetta Ardu: «Il mio lavoro? Lo yarn bombing»

La street artist che ricopre di filati paesi e città Da Santu Lussurgiu ai grattacieli di Sharja

30 ottobre 2016
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Dalle stradine di Santu Lussurgiu ai grattacieli di Sharja. I sardi arrivano ovunque con le loro tradizioni, soprattutto quando si tratta di prodotti tipici. La settimana scorsa il formaggio, il pane carasau e l’olio biologico hanno preso il volo dal paesino del Montiferru insieme al sindaco, ai rappresentanti del Consorzio dei Comuni “Due Giare”, ad artigiani e gruppi folk locali. Destinazione, la capitale dell’emirato scelto nel 1998 dall’Unesco, tra i sette dell’Unione, come capitale culturale del mondo arabo.

Tra tante delizie atterrate allo Sharja Institute of Heritage per la settimana della cultura italiana, c’erano anche le formagelle, i casizolu, i papassini e le tiricche di Elisabetta Ardu. Minuscole, golose creazioni che attirano lo sguardo perché sembrano messe in tavola dalle janas. Peccato, però, che non si possano mangiare. Nascono, infatti, da un paziente lavoro di uncinetto e fili colorati e da una passione che Fusilla – il nome omaggia la pasta e i fusi da lana – ha ereditato dalle sue nonne, a Santu Lussurgiu, dove è nata trentatré anni fa. «Fin da bambina – racconta – mi ha sempre attirato la minuteria, i vestitini e i piccoli oggetti delle bambole».

Un amore sfociato nella creazione all’uncinetto di ciondoli, sciarpe, oggetti per la casa e buffi animaletti di un bestiario fantastico. Fin qui, però, sembra solo una storia retro. E invece chi conosce Fusilla – ne hanno scritto anche fuori dalla Sardegna – apprezza soprattutto le sue azioni di guerriglia dell’uncinetto (o yarn bombing, come viene chiamata questa forma espressiva) che la ancorano decisamente al presente. Qualche anno fa, partendo da Sassari, dove frequentava l’università, e poi spostandosi anche a Bologna, Bolzano e Faenza, ha iniziato a vestire di coloratissimi patchwork alberi e arredi urbani. Lavorava in segreto, per poi appostarsi a spiare la sorpresa e i sorrisi, quasi sempre di gratitudine, dei passanti. «È stato un tentativo disperato di condivisione con lo sconosciuto, con gli altri – ricorda, e aggiunge – Ho sempre considerato fondamentale espormi, il che non significa mettersi in mostra ma semplicemente cercare di cambiare le cose attraverso la comunicazione».

I suoi raid artistici continuano, ma adesso con un ritmo più lento da quando un anno e mezzo fa ha aperto l’officina sartoriale Fusilla. Una decisione che è, ancora una volta, un tentativo di incidere sullo stato delle cose. «Aprire una sartoria a Santu Lussurgiu – spiega – non è come farlo in una città. I giovani scappano perché non vedono prospettive, capisco bene che si possa cadere in depressione. Io ho potuto permettermi di rimanere, nonostante le difficoltà, solo perché ho il sostegno della famiglia, perché sono decisa a raggiungere una mia autonomia, e perché credo nelle potenzialità, ancora non del tutto valorizzate, del mio paese».

Potenzialità che, aggiunge, potrebbero ora, forse, essere messe in luce da un’amministrazione giovane e più attenta ai temi del lavoro e dello sviluppo. Quello che manca è una maggiore collaborazione tra le tante professionalità della zona, anche se, ammette «qualcosa sta iniziando a cambiare». Lei, per esempio continua a gettare ponti per stabilire nuovi contatti: «Tante signore – racconta – quando guardano le mie creazioni all’uncinetto mi dicono: “Queste cose le so fare anch’io”, e allora propongo subito di fare qualcosa insieme. Chissà che prima o poi non si riesca davvero».

A sentirla parlare tornano in mente i fili di Maria Lai che univano le case del paese e la bottega artigiana di Eugenio Tavolara. Lei naturalmente si schermisce, per pudore e senso della misura, però non riesce a nascondere il desiderio, o il sogno, che certi saperi possano tornare alla luce, modellandosi sui tempi nuovi, e aprire nuove prospettive di sviluppo. Per ora, concreta come sempre, si concentra su un nuovo progetto: una sfilata di moda, in collaborazione con il giovane brand sardo di tshirt “Inveloveritas”, per il prossimo 3 dicembre nelle Cantine Orro di Tramatza durante l’evento “Sas piseddaduras”.

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