Parole e musica per non dimenticare
Dopo Sassari domani a Cagliari “La giornata della memoria e la Sardegna” con Mameli e Maurizi
CAGLIARI. Il Giorno della Memoria per quest’anno è passato. Ma siccome, almeno nelle intenzioni, il ricordo di certi fatti non scade, la Fondazione di Sardegna ripropone a Cagliari la serata di letture e musica presentata lo scorso venerdì a Sassari. L’appuntamento è per domani sera alle 19 nella sede cagliaritana della Fondazione, in via san Salvatore da Horta 2. La formula resta quella già messa a punto, e anche il titolo non cambia, “La giornata della memoria e la Sardegna nella letteratura”, che sottolinea subito un punto di vista particolare.
Gli organizzatori – oltre alla Fondazione, il giornalista e scrittore Giacomo Mameli e (per Sassari) il regista Sante Maurizi, in collaborazione con l’Ensemble Stefano Guzzetti e la libreria Koinè – hanno infatti scelto di dare risalto, dentro il tema più ampio della seconda guerra mondiale, alle storie dei sardi. Perché, come ha ricordato Mameli a Sassari, di fronte a un pubblico attento di adulti e ragazzi: «non tutti lo sanno ma anche dall’isola in tanti andarono a combattere, molti finirono nei campi di concentramento o di lavoro forzato, non tutti fecero ritorno a casa».
Adesso, nelle due serate della Fondazione, gli stessi soldati si affacciano con il loro dolore e la loro fatica, e con improvvisi scoppi di ironica, disperata vitalità, dalla prosa visionaria di “Quelli dalle labbra bianche”, il capolavoro di Francesco Masala che tratteggia la fantomatica classe di ferro di Arasolè. E dai libri dello stesso Mameli che danno voce agli ex ragazzi del 1939-45, “La ghianda è una ciliegia” e “Il forno e la sirena”. A Sassari, dopo i saluti del funzionario della Fondazione di Sardegna Franco Carta, tutti questi personaggi lontani nel tempo e presenti nel ricordo sono stati al centro delle letture di Mameli, Sante Maurizi e Chiara Cuccuru (gli ultimi due lasciano il posto a Cagliari a Elio Turno Arthemalle e a Chiara Effe).
Ma la Sardegna non è l’unica protagonista. I lettori ripercorrono anche la storia europea di quegli anni con i libri di Irène Némirovskky e di Etty Hillesum, entrambe morte ad Auschwitz; con “La notte” di Elie Wiesel e “Centomila gavette di ghiaccio” di Giulio Bedeschi. Con “Se questo è un uomo” di Primo Levi e il “Diario” di Anna Frank. L’atmosfera dell’epoca scaturisce poi, in maniera eccellente, dall’ensemble del pianista e compositore Stefano Guzzetti: Sara Meloni (violino), Giulia Dessy (viola), Gianluca Pischedda (violoncello). Le musiche di Nicola Piovani per “La vita è bella” di Roberto Benigni fanno da refrain ma c’è posto anche per “Lili Marleen” e per composizioni originali finora inedite. Il momento più intenso, però, almeno a Sassari, è quando la Storia esce dai libri, si scongela, in un certo senso, e diventa viva, contemporanea, nella bella faccia di Faizhan Khalid.
Meno di vent’anni, nato in Pakistan, un diploma alle Industriali, anche lui ha partecipato a uno dei Viaggi della Memoria che ogni anno portano centinaia di ragazzi italiani ad Auschwitz, per non dimenticare l’Olocausto. Adesso fa il tutor per chi ci andrà dopo di lui e, no, quello che ha provato in viaggio non lo racconta, «perché è troppo personale, non si può spiegare». Ma una cosa la dice: «Ricordiamoci che l’Italia è un paese di partigiani, non dobbiamo lasciarci trascinare dall’inerzia. Il Giorno della Memoria, in fondo, serve a ricordarci che siamo vivi».