Obesità e cultura della salute, convegno all’Università di Sassari
SASSARI. Obesità e cultura della salute è il tema al centro del Convegno organizzato dal Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale (diretto dal professor Antonello Ganau ) della facoltà di...
30 maggio 2017
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SASSARI. Obesità e cultura della salute è il tema al centro del Convegno organizzato dal Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale (diretto dal professor Antonello Ganau ) della facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Sassari, in programma giovedì nell’aula Magna dell’Università di Sassari a partire dalle 16.
Aperto anche “non addetti ai lavori”, alle scuole, agli insegnanti, alle famiglie e ai giovani in particolare, si avvale di un approccio nuovo, multidisciplinare, con la partecipazione di cardiologi, endocrinologi, gastroenterologi, farmacologi, internisti, antropologi culturali, storici della medicina, esperti del mondo della comunicazione.
L’obesità può essere ormai considerata una vera e propria pandemia- come è stata definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità- strisciante e subdola. Bastano poche cifre per dare conto dei contorni del fenomeno: nel 2015 gli adulti in sovrappeso erano circa 2,3 miliardi e gli obesi più di 700 milioni. Per la prima volta, nonostante il progresso della scienza e della medicina, l’aspettativa di vita dei bambini americani è inferiore a quella dei loro genitori a causa dell’obesità. Una condizione che non riguarda solo gli Stati Uniti. L’ufficio regionale europeo dell’Oms stima che circa la metà della popolazione adulta sia in sovrappeso. In Italia tre a dulti su dieci risultano in sovrappeso, mentre più di uno su dieci è obeso: complessivamente, quindi, il 43% di italiani sono in eccesso ponderale. Di fronte a una realtà che allarma per i suoi effetti sulla salute pubblica e la spesa sanitaria, è urgente contrastare il fenomeno, anche sul piano degli stili di vita e della comunicazione, spesso distorta, su alimentazione e cibo. Questo incontro si propone di far luce sulle diverse facce del fenomeno “obesità”: dal ruolo dei media agli aspetti antropologici e storici del fenomeno, dai dismetabolismi alle patologie cardiovascolari e neoplastiche che ne conseguono, dai cibi che fanno male a quelli che invece possono divenire farmaci.
Aperto anche “non addetti ai lavori”, alle scuole, agli insegnanti, alle famiglie e ai giovani in particolare, si avvale di un approccio nuovo, multidisciplinare, con la partecipazione di cardiologi, endocrinologi, gastroenterologi, farmacologi, internisti, antropologi culturali, storici della medicina, esperti del mondo della comunicazione.
L’obesità può essere ormai considerata una vera e propria pandemia- come è stata definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità- strisciante e subdola. Bastano poche cifre per dare conto dei contorni del fenomeno: nel 2015 gli adulti in sovrappeso erano circa 2,3 miliardi e gli obesi più di 700 milioni. Per la prima volta, nonostante il progresso della scienza e della medicina, l’aspettativa di vita dei bambini americani è inferiore a quella dei loro genitori a causa dell’obesità. Una condizione che non riguarda solo gli Stati Uniti. L’ufficio regionale europeo dell’Oms stima che circa la metà della popolazione adulta sia in sovrappeso. In Italia tre a dulti su dieci risultano in sovrappeso, mentre più di uno su dieci è obeso: complessivamente, quindi, il 43% di italiani sono in eccesso ponderale. Di fronte a una realtà che allarma per i suoi effetti sulla salute pubblica e la spesa sanitaria, è urgente contrastare il fenomeno, anche sul piano degli stili di vita e della comunicazione, spesso distorta, su alimentazione e cibo. Questo incontro si propone di far luce sulle diverse facce del fenomeno “obesità”: dal ruolo dei media agli aspetti antropologici e storici del fenomeno, dai dismetabolismi alle patologie cardiovascolari e neoplastiche che ne conseguono, dai cibi che fanno male a quelli che invece possono divenire farmaci.