IL FILM DELLA SETTIMANA
Il ritratto di Churchill Efficace ma retorico
di Fabio Canessa
Alla fine quel che resta negli occhi dello spettatore è sicuramente l’interpretazione di Gary Oldman che dopo aver vinto il Golden Globe si porterà a casa, probabilmente, anche l’Oscar per come ha...
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Alla fine quel che resta negli occhi dello spettatore è sicuramente l’interpretazione di Gary Oldman che dopo aver vinto il Golden Globe si porterà a casa, probabilmente, anche l’Oscar per come ha dato vita in “L’ora più buia” a Winston Churchill. Straordinaria performance quella dell’attore, che va ben oltre la trasformazione fisica merito di un trucco che lo rende quasi irriconoscibile e lo fa assomigliare al Primo ministro britannico che guidò il Paese durante la Seconda guerra mondiale. È il maggio del 1940 quando Churchill riceve l’incarico dopo le dimissioni di Chamberlain.
Oltre la Manica l’esercito nazista avanza e le truppe inglesi, migliaia di soldati che si trovano nel Continente, sono in ritirata nella zona di Dunkerque. L’evacuazione diventa fondamentale per il futuro della Gran Bretagna. Il film si concentra proprio su quelle settimane, dall’elezione di Churchill alla messa in atto dell’Operazione Dynamo. Curioso notare come “L’ora più buia” arrivi pochi mesi dopo un film con “Dunkirk” che racconta la stessa storia ma da una prospettiva ben diversa: non solo perché in quel film si mostrava la vicenda dall’altra sponda della Manica, ma anche per la scelta di Christopher Nolan di lavorare sulla rappresentazione della guerra, adottando un punto di vista collettivo. Joe Wright, regista di “L’ora più buia”, si concentra invece sul singolo. Totalmente nella descrizione del personaggio Churchill, con i suoi modi di fare nella vita politica e privata, nella relazione con la moglie, i compagni di partito e gli avversari, il re Giorgio VI. Un ritratto efficace, ma non privo di una retorica che in certi passaggi si fa troppo ridondante.
Oltre la Manica l’esercito nazista avanza e le truppe inglesi, migliaia di soldati che si trovano nel Continente, sono in ritirata nella zona di Dunkerque. L’evacuazione diventa fondamentale per il futuro della Gran Bretagna. Il film si concentra proprio su quelle settimane, dall’elezione di Churchill alla messa in atto dell’Operazione Dynamo. Curioso notare come “L’ora più buia” arrivi pochi mesi dopo un film con “Dunkirk” che racconta la stessa storia ma da una prospettiva ben diversa: non solo perché in quel film si mostrava la vicenda dall’altra sponda della Manica, ma anche per la scelta di Christopher Nolan di lavorare sulla rappresentazione della guerra, adottando un punto di vista collettivo. Joe Wright, regista di “L’ora più buia”, si concentra invece sul singolo. Totalmente nella descrizione del personaggio Churchill, con i suoi modi di fare nella vita politica e privata, nella relazione con la moglie, i compagni di partito e gli avversari, il re Giorgio VI. Un ritratto efficace, ma non privo di una retorica che in certi passaggi si fa troppo ridondante.