Haber: «La memoria, un tesoro prezioso»
di Monica De Murtas ; w
L’Alzheimer al centro del testo di Florian Zeller che l’attore porta in tournée in Sardegna insieme con Lante della Rovere
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SASSARI. Inizialmente a cadere nell’oblio sono i nomi delle persone, dei parenti, i numeri di telefono, gli appuntamenti, poi gradualmente il resto. L’Alzheimer cancella tutti i ricordi e insieme a questi il passato e l’identità stessa delle persone. Florian Zeller racconta l’evolversi di questa malattia crudele nella pièce “Il padre”, che debutterà in prima regionale all’interno della stagione di prosa Cedac domani alle 20.30 al Teatro Massimo di Cagliari. Lo spettacolo sarà in cartellone fino a domenica 4 febbraio ( tutti i giorni alle 20,30 e alle 19 la domenica), per fare poi tappa lunedì 5 febbraio alle 21 al Teatro Comunale di Sassari.
Interpreti di una storia, che ha a che fare con la sofferenza ma racconta anche l’importanza del legame tra genitori e figli, sono due artisti molto amati dal pubblico: Alessandro Haber e Lucrezia Lante Della Rovere. Haber interpreta Andrea, uomo attivo e intellettualmente vivace a dispetto dell’età mentre Della Rovere veste il ruolo di Anna che decide di prendersi cura del padre amatissimo cui è profondamente legata.
«Quando mi proposero il testo di Zeller, circa quattro anni fa dissi di no – dice Haber – ma solo perché, devo ammetterlo, non ebbi tempo di analizzare con calma il testo. Quando me lo riproposero mi fu chiara da subito la forza della scrittura. Zeller è un autore meraviglioso, che riesce a farci entrare nella testa dei suoi personaggi. Nel caso di Andrea ci fa vivere le stesse ansie, gli smarrimenti, le paure di un malato di Alzheimer. E’ un testo davvero coinvolgente che commuove ma fa anche ridere è fatto di tanti colori come la vita».
Come si è preparato ad affrontare questo ruolo?
«Ho seguito molto il testo e ho usato la mia sensibilità come chiave per immergermi nel dramma del protagonista. Mi piace sempre affrontare i personaggi mettendoci dentro il mio modo di essere e di vedere le cose, calare dentro la storia le mie visioni. Poi mi sono informato su questa malattia, ho chiesto, ho osservato. Le persone affette da Alzheimer hanno dei momenti di lucidità e dei lunghi momenti di buio. Quando tornano da queste loro assenze sono spaventati, si rendono conto che tutto si sta sbriciolando intorno a loro e a volte per questo diventano aggressivi. Andrea vive stati d’animo molto diversi nel corso dello spettacolo, cambiamenti d’umore repentini, passa dall’allegria al dramma, il pubblico segue il personaggio lo vede illuminarsi di vita e ride insieme a lui per poi commuoversi quando Andrea pian piano si spegne».
Anche lei colme Andrea ha una figlia questo le è servito ad immedesimarsi meglio nel personaggio?
«Mi ha certamente aiutato, so di certo che alla fine dello spettacolo ogni sera l’emozione è forte grazie anche ai miei compagni di lavoro e alla mia “figlia sul palco”: Lucrezia Lante della Rovere, con cui è nato un feeling eccezionale. Tra l’altro eravamo già stati padre e figlia tanti anni fa al cinema in “Storie di ragazzi e ragazze” di Pupi Avati. Io cerco di fare sempre degli spettacoli che lascino qualcosa al pubblico, ma questo lavoro in particolare mi sta dando grandi soddisfazioni. Nonostante la tematica difficile arriva alla gente è un successo ogni sera».
Un lavoro incentrato sul valore della memoria. Che rapporto ha lei con il suo passato, con i ricordi?
«La memoria è un tesoro prezioso, ma io non sono una persona che si attacca al passato. Se guardo indietro e penso agli inizi, alla gavetta e ai tanti sogni realizzati, sono felice dei miei ricordi. Ma ho voglia di scoprire ancora. Sarò in corsa fino a quando riuscirò a trovare nuove cose di cui sorprendermi».
Interpreti di una storia, che ha a che fare con la sofferenza ma racconta anche l’importanza del legame tra genitori e figli, sono due artisti molto amati dal pubblico: Alessandro Haber e Lucrezia Lante Della Rovere. Haber interpreta Andrea, uomo attivo e intellettualmente vivace a dispetto dell’età mentre Della Rovere veste il ruolo di Anna che decide di prendersi cura del padre amatissimo cui è profondamente legata.
«Quando mi proposero il testo di Zeller, circa quattro anni fa dissi di no – dice Haber – ma solo perché, devo ammetterlo, non ebbi tempo di analizzare con calma il testo. Quando me lo riproposero mi fu chiara da subito la forza della scrittura. Zeller è un autore meraviglioso, che riesce a farci entrare nella testa dei suoi personaggi. Nel caso di Andrea ci fa vivere le stesse ansie, gli smarrimenti, le paure di un malato di Alzheimer. E’ un testo davvero coinvolgente che commuove ma fa anche ridere è fatto di tanti colori come la vita».
Come si è preparato ad affrontare questo ruolo?
«Ho seguito molto il testo e ho usato la mia sensibilità come chiave per immergermi nel dramma del protagonista. Mi piace sempre affrontare i personaggi mettendoci dentro il mio modo di essere e di vedere le cose, calare dentro la storia le mie visioni. Poi mi sono informato su questa malattia, ho chiesto, ho osservato. Le persone affette da Alzheimer hanno dei momenti di lucidità e dei lunghi momenti di buio. Quando tornano da queste loro assenze sono spaventati, si rendono conto che tutto si sta sbriciolando intorno a loro e a volte per questo diventano aggressivi. Andrea vive stati d’animo molto diversi nel corso dello spettacolo, cambiamenti d’umore repentini, passa dall’allegria al dramma, il pubblico segue il personaggio lo vede illuminarsi di vita e ride insieme a lui per poi commuoversi quando Andrea pian piano si spegne».
Anche lei colme Andrea ha una figlia questo le è servito ad immedesimarsi meglio nel personaggio?
«Mi ha certamente aiutato, so di certo che alla fine dello spettacolo ogni sera l’emozione è forte grazie anche ai miei compagni di lavoro e alla mia “figlia sul palco”: Lucrezia Lante della Rovere, con cui è nato un feeling eccezionale. Tra l’altro eravamo già stati padre e figlia tanti anni fa al cinema in “Storie di ragazzi e ragazze” di Pupi Avati. Io cerco di fare sempre degli spettacoli che lascino qualcosa al pubblico, ma questo lavoro in particolare mi sta dando grandi soddisfazioni. Nonostante la tematica difficile arriva alla gente è un successo ogni sera».
Un lavoro incentrato sul valore della memoria. Che rapporto ha lei con il suo passato, con i ricordi?
«La memoria è un tesoro prezioso, ma io non sono una persona che si attacca al passato. Se guardo indietro e penso agli inizi, alla gavetta e ai tanti sogni realizzati, sono felice dei miei ricordi. Ma ho voglia di scoprire ancora. Sarò in corsa fino a quando riuscirò a trovare nuove cose di cui sorprendermi».