La Nuova Sardegna

“Punti di vista” Le prove di moda esposte al Murats

di Paolo Coretti
“Punti di vista” Le prove di moda esposte al Murats

Le collezioni a Samugheo dal 4 maggio al 7 luglio Protagonisti gli studenti del liceo artistico di Sassari 

28 aprile 2018
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Il Murats (Museo unico regionale dell’arte tessile sarda) e il Comune di Samugheo, in collaborazione con il liceo Artistico Figari di Sassari e grazie al contributo economico del Banco di Sardegna, organizzano una mostra sulla tessitura e il tessile riguardante le sperimentazioni realizzate nell’istituto a partire dagli anni Sessanta fino ai giorni nostri. La mostra, “Punti di vista”, curata dal direttore del museo Baingio Cuccu e coordinata da Giancarlo Catta, sarà inaugurata a Samugheo il 4 maggio alle 18 e resterà aperta sino al 7 luglio. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra museo e liceo per analizzare diversi periodi di sperimentazione realizzati dalle decine di studenti nel corso degli anni. Il percorso espositivo aprirà con una sfilata di moda in cui verranno presentati alcuni abiti realizzati dagli studenti.

La ricerca è il principio fondamentale del processo costruttivo dell’arte e si sviluppa attraverso la sperimentazione, operazione che a sua volta è fondamentale per la crescita dello stesso artista. “Punti di vista” offre la possibilità di osservare queste due dinamiche accostando gli “interpreti” di diversi periodi che si sono avvicendati nel corso dei decenni di attività dell’Istituto partendo, in questo caso, da alcuni lavori tessili degli anni Sessanta fino alle creazioni di moda delle odierne classi. Due modalità differenti di confrontarsi con una tematica, quella del tessuto, declinabile in infinite sfaccettature. Venti arazzi e tessuti dialogheranno con le creazioni di moda (queste ultime realizzate appositamente per la mostra) in un percorsi di memoria, di interpretazione, di tecnica e piacere estetico tramite una narrazione ricca di intuizioni. Alcuni degli abiti saranno i protagonisti della sfilata, dal titolo “Tra passato e presente - Prove per una collezione di moda”, che verrà presentata il giorno dell’inaugurazione e che avrà come sfondo le sale del Museo. Infatti gli studenti del liceo, dopo una prima fase di conoscenza dei materiali (tappeti, arazzi e sciarpe sono stati catalogati, selezionati e risistemati), e la creazione di disegni e tavole-mood di presentazione, si sono cimentati nella creazione di abiti-prototipo realizzando inserti tessili ispirati alle geometrie sperimentali dei tappeti di quegli anni e prodotti nella sezione Arte del Tessuto dell’allora Istituto d’Arte.

Il progetto ha rappresentato un importante momento didattico in cui lo studio dell’arte, della tradizione e dell'artigianato ha permesso ai giovani studenti di riprendere contatto con esperienze del passato, riproponendo idee, prove ed esperimenti con uno sguardo volto alla modernità ed evidenziando come, un lavoro sinergico tra soggetti dentro e fuori la scuola possa far approdare a risultati apprezzabili. Un evento che pone gli stessi spazi museali come quinte di una “performance” dove il tessuto e la moda diventano celebrazione dell’arte tessile.

A quest’ultimo progetto hanno partecipato le classi 4 A e 5 A del corso di Design della moda del liceo artistico di Sassari diretti dai professori Claudio Vendramin (Discipline progettuali), Gavina Canu (Discipline laboratoriali), Barbara Piu (Assistente tecnico). Mentre la classe 3A ha collaborato per la manutenzione e la catalogazione dei tappeti scelti per la mostra, nell’ambito dell'alternanza scuola-lavoro.

«Abbandonate le sobrie variazioni sull’artigianato tradizionale a lungo propugnate da Figari – e che nelle mani di Italo Diana avevano dato frutti preziosi per raffinatezza di colore e qualità della fattura – il laboratorio tessile dell’Istituto d’arte di Sassari – spiega la critica d’arte Giuliana Altea – ha imboccato con gli anni Sessanta una nuova via. Anche qui l’orientamento è duplice, rivolto tanto al moderno quanto a calibrate rielaborazioni dell’iconografia popolare». Sul secondo versante, ricorda Giuliana Fanelli, docente di progettazione dal 1961, la parola d’ordine era creare manufatti “svelti, facilmente vendibili”, cioé mettere da parte le densità degli ornati e la fitta lavorazione tradizionali, per concentrarsi sui disegni leggeri e di apida esecuzione.



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