La Nuova Sardegna

Riae Elisabeth Mac Carthy, la suicide girl sarda che sogna la moda

Stefano Ambu
Riae Elisabeth Mac Carthy, la suicide girl sarda che sogna la moda

La madrina della Tattoo convention di Quartu si racconta: «Lingua biforcuta? Ai maschi piace la donna diversa dal normale»

26 agosto 2018
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Se la vedi nelle foto e nei video non sorride quasi mai. E invece per i fan - sono oltre due milioni che la seguono sui social - che vogliono salutarla alla Tattoo convention, la tre giorni del tatuaggio cominciata venerdì al Setar sul litorale di Quartu Sant'Elena (lei è la madrina), è tutta dolcezza e gentilezze.

Lei, 34 anni, è una "modella influencer": posa per foto e video che invadono la rete. Fa parte del movimento suicide girls, una sorta di manifesto di bellezza alternativa delle donne che per andare in passerella, sulle copertine dei giornali, devono essere solo loro stesse. Senza rispondere a canoni fissati dall'alto. E infatti lei è piena di tatuaggi, ha i capelli blu. E la lingua divisa in due. No, non è che parla inglese e italiano perché è italo-irlandese. Si è proprio fatta fare proprio la lingua biforcuta. «Come i serpenti», dice. Per tutti è Riae. Ma il suo vero nome è Ria Elisabeth Mac Carthy. Con una carta di identità così a nessuno verrebbe da pensare che è mezza sarda.

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«Mia madre è di Sassari - racconta - è andata a studiare inglese in Irlanda. Ed è tornata con me. Sino a vent'anni ho vissuto in Sardegna tra Padru, Olbia e Arzachena. Ho infornato anche pane carasau». Che cosa le ha dato la parte sarda dei suoi geni? La risposta è quasi uno spot sulla longevità: «Invecchio di meno - dice un po' seria, un po' autoironica - in effetti le sarde invecchiano di meno. E poi le sarde sono proprio belle, posso fare il confronto perché vado in giro per il mondo».

Due milioni di follower. Di gente che la segue, insomma, e che aspetta una sua immagine o una sua riflessione. E lei prova a rispondere a tutti. «È difficile, ma faccio del mio meglio». Che cosa pensa di rappresentare per le ragazzine che la seguono? «Il fatto che non devono essere perfette a tutti i costi - spiega - che non devono essere per forza alte o magre. Sei bassa? Sei cicciottella? Non importa. Conta solo quanto stai bene con il tuo corpo».

E invece per i maschietti? «Ai maschietti - dice - può piacere che sia una ragazza diversa dal normale. Sono tatuata (anche sei poi il tatuaggio ormai è normale), ho la lingua divisa in due. La gente è affascinata e più incuriosita se c'è qualcosa di diverso». Le Suicide girls? «Io mi sono avvicinata al movimento nel 2007 quando la bellezza alternativa era davvero di nicchia». Tatuaggi legati alla Sardegna? «Sì, ecco qua un fenicottero». E fa vedere un bell'esemplare rosa sulla gamba destra. Genitori fan anche loro: «Faccio anche foto di nudo ma loro mi hanno sempre supportata. Addirittura in un mio video su YouTube sono loro che rispondono ai fan».

Felicissima quando ha saputo di essere stata nominata madrina. «Seguivo la convention attraverso le foto su internet ma non avevo mai partecipato. Per me è un onore: essere stimati dai propri conterranei è fantastico. Va bene in Messico, in Francia e in Inghliterra, ma qui dà molta più energia». A proposito del Messico: lì i follower le hanno regalato una bambolina fatta a sua immagine e somiglianza. Personaggio da rete, ma ama passeggiare nei boschi intorno a Varese, dove vive, soprattutto con i suoi cani. Anche questo un messaggio ai ragazzini iperconnessi. «Mi rimproverano di vivere troppo online ma sarebbe bello riuscire a trovare un giusto equilibrio». Sempre in movimento: tra un post e l'altro Riae lavora anche a una sua linea di abbigliamento. Una modella che farà anche moda.

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