La Nuova Sardegna

Bollicine made in Sardegna: sotto le feste si brinda con le cantine dell'isola

di Pasquale Porcu
Bollicine made in Sardegna: sotto le feste si brinda con le cantine dell'isola

Anche le nostre aziende producono spumanti di alta qualità che si distinguono per le note mediterranee e un gusto che li rende unici

29 dicembre 2019
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È giusto dare a Cesare quel che è di Cesare. Quando si parla di bollicine nessuno osa mancare di rispetto alla Francia, ci mancherebbe. E' vero, tuttavia, che le bollicine sarde, metodo classico, incontrano un interesse crescente da parte dei critici e dei consumatori. Sarà per quelle note di freschezza mediterranea, sarà per la bevibilità, certo è che chi le assaggia rimane colpito dalla bontà di questi spumanti. Sono diverse ormai le cantine che lo producono. Si chiama Solais e richiama quel Villa Solais che la cantina presieduta da Antonello Pilloni produce da diversi anni.

«Attualmente è in commercio lo spumante del 2014_ dice l'enologo Riccardo Curreli_ e arriva sul mercato dopo trenta mesi . Le uve di Vermentino erano state vendemmiate a fine agosto, la raccolta avviene a mano in piccole cassette. Un prodotto nel quale si trova un uso sapiente del freddo e tutte le attenzioni che merita un prodotto così delicato». E' fatto con uve Torbato, invce, il metodo classico di Sella & Mosca. Si chiama Oscarì e ricorda un personaggio popolare di Alghero nelle nuove etichette dello stilista Antonio Marras. «Si tratta di un Torbato in purezza_ spiega l'enologo Giovanni Pinna_ vendemmiato nel 2016 in piccole cassette. Viene lasciato sui lieviti per 14 mesi. Il residuo zuccherino è di 3,5 grammi per litro. Più che un brut, un extrabrut».

Un enologo che ha maturato grande esperienza degli spumanti metodo classico è Piero Cella: ne fa uno nella cantina di famiglia Quartomoro di Sardegna e uno per l'azienda Giovanni Maria Cherchi di Usini. «Stiamo lavorando per aumentarne la longevità_ dice_. Le uve vengono dai vigneti di Vermentino del Monte Arci. Lo teniamo 24 mesi sui lieviti e della vendemmia 2015 abbiamo fatto 6 mila bottiglie». Lo spumante metodo classico di Cherchi di Usini si chiama Filighe ed è ottenuto da uve Vermentino, vendemmia 2016, viene tenuto 18 mesi sui lieviti e ha una particolarità: invece dello zucchero viene impiegato il mosto.

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È Vermentino anche lo spumante metodo classico Caralis delle cantine di Dolianova. Si tratta di un prodotto di grande eleganza che arriva sul mercato dopo 18 mesi di affinamento sui lieviti. Si serve a 6-8 gradi centigradi come aperitivo e per accompagnare cruditè di ostriche, scampi e gamberi. E' sempre Vermentino, ma docg di Gallura, il Bisso delle cantine Olbios. L'ultima annata, vendemmia 2013, verrà messa in commercio a partire da domani. E' cremoso e ha profumi di pasticceria. Ha riposato sui lieviti 27 mesi ed è fatto tutto in casa. Ha un residuo zuccherino di 6 grammi per litro e la qualità cresce di anno in anno.

Tino Demuro, delle cantine Surrau di Arzachena, di spumanti metodo classico ne ha fatto addirittura due: uno da uve Vermentino docg di Gallura e un rosè da uve Cannonau. A noi_ dice _ le sfide sono sempre piaciute. E a giudicare dal consenso che ottiene il nostro rosè devo dire che la sfida è stata vinta». Entrambi sono brut, hanno 36 mesi di permanenza sui lieviti e hanno un residuo zuccherino di 8 grammi per litro. «Ci è sembrato, così_ precisa l'enologo Mario Siddi_ che si mantenga un buon equiibrio tra zuccheri e acidità, a tutto vantaggio del risultato finale».

La cantina Argiolas di Serdiana punta su un vitigno che in passato era il simbolo più dell'abbondanza che da qualità: il Nuragus. «Facciamo la vendemmia ai primi di settembre_ precisa l'enologo Mariano Murru_ e puntiamo a valorizzare questo vitigno per troppo tempo sottostimato. E siamo contenti che altre cantine abbiano intrapreso un cammino di valorizzazione di questo vitigno. Il nostro spumante subisce un affinamento sui lieviti di 48 mesi e ha zero residuo zuccherino. Per questo motivo è adatto sia come aperitivo che come vino da tutto pasto».

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