La Nuova Sardegna

“Liberi dentro” Un viaggio nel tempo con gli Istentales

di Paolo Ardovino
“Liberi dentro” Un viaggio nel tempo con gli Istentales

In edicola con La Nuova il dvd con i successi della band Gigi Sanna: «I giorni passano ma ci sono brani che restano»

29 dicembre 2019
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SASSARI. Vien facile chiamare in causa i viaggi nel tempo. D’altronde è lo stesso Gigi Sanna a rimarcare i cambiamenti, le evoluzioni, che hanno subito la musica degli Istentales; ma anche prima che le note inizino a susseguirsi tra loro, bastano le immagini. «Prendi la barba, da nera è diventata più folta e completamente grigia» ci scherza su il frontman della storica band nuorese.

C’è una storia lunga decenni nel dvd del progetto “Liberi dentro”, in edicola con La Nuova sino al 1° gennaio 2020 e che comprende anche il libro omonimo, un racconto a firma di Luciano Piras del tour nelle carceri – sarde e della penisola – fatto in questi anni dagli Istentales. Il dvd è un’efficace sintesi della storia del gruppo, di conseguenza della Sardegna. Sedici videoclip, i grandi successi (capeggia “Promissas”), le collaborazioni con Pierangelo Berti e Roberto Vecchioni. Il primo video della tracklist è l’ultimo girato. “A Gianluca”, una canzone-ricordo in memoria della scomparsa, a inizio anno, del fratello di Gigi Sanna. «Un testo che non avrei voluto mai scrivere – dice –, lui era il più piccolo di casa. Era un dovere raccontalo. Ironia della sorte, è morto lo stesso giorno di mio padre, ma quarant’anni dopo». Otto gli autori dei videoclip del dvd, Peppino Canneddu, Gianni Medda, Gian Luca Sotgiu, Gianni Ledda, Daniele Barbato, Pier Andrea Maxia, Paul Dessanti e Francesca Lai. “Promissas” era la sigla di “Sardegna canta” del ’97, la prima volta che Bertoli cantò in sardo». Il leitmotiv dell’intera raccolta è “Ricordo”. «È una bella cosa ricordarsi le cose fatte in passato – conferma Gigi –. Sandro (Canova) aveva i capelli, io la barba nera, Luca (Floris) i capelli neri. Ci si rende conto del tempo che passa e delle canzoni che sono rimaste nel tempo».

Storia della band, come detto, ma anche della realtà isolana. Che è cambiata parecchio: “Lettera nel tempo”, per dire, attraverso il rito della preparazione del corredo da sposa da parte della madre, parla di una simbologia ormai perduta. «La parola “amore” non esisteva nel nostro vocabolario, si parlava di “Ti cherio bene”, che era molto più grande. Si son persi molti valori – è sicuro –, ancora oggi, passare giornate a sentire le storie degli anziani mi fa crescere, vorrei tornassero certi tempi fatti di tanta sincerità, oggi purtroppo vedo una realtà molto più individualista e dove si è perso il rapporto col proprio vicino di casa».

Arriva verso la fine “Testamento del poeta”, la voce è di Roberto Vecchioni. «Un brano scritto proprio per lui, il maestro – anzi no –, il professore, è una persona dai forti valori. E ama la Sardegna, sei anni fa è diventato cittadino onorario di Mamoiada. Averlo frequentato è un patrimonio importante. Un giorno capito a Milano e mi invita a pranzo a casa sua, colgo l’occasione e gli faccio sentire “Testamento del poeta”, gli scendevano le lacrime agli occhi».

Così, ha trovato spazio anche una sua strofa. E non solo, dato che Vecchioni ha scritto anche la prefazione al libro “Liberi dentro”.

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