La Nuova Sardegna

La tragedia della Shoah nelle pellicole “ritrovate”

di Paolo Coretti
La tragedia della Shoah nelle pellicole “ritrovate”

Al via a Cagliari tre giornate di proiezioni di film sulla persecuzione degli ebrei Sarà rievocata la figura dell’antifascista e sindacalista sardo Velio Spano

27 gennaio 2020
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CAGLIARI. Da domani al 30 gennaio, per tre serate consecutive, è in programma a Cagliari un appuntamento particolare a cura della Associazione memoriale sardo della Shoah, della Federazione italiana Circoli del cinema, della Società Umanitaria, dell’Anpi-Associazione nazionale partigiani italiani, della Cgil, dell’Arc Onlus e della Fondazione Istituto di Letteratura Musicale Concentrazionaria di Barletta, con la speciale collaborazione di Rai Teche. Si tratta di una rassegna cinematografica dedicata a come il genocidio degli ebrei (ma anche la deportazione nazista in generale, e gli altri genocidi del nazismo come il Porrajmos dei Rom e Sinti) è stato rappresentato dal nostro cinema nazionale. Non vuole essere solamente una rassegna di film che si vedono e si “discutono” attraverso dibattiti ma anche una occasione di approfondimento e di studio storico vero e proprio. Sia per quanto riguarda la storia del cinema, che per quanto riguarda la storia degli anni del fascismo, del nazismo e della Shoah, con parecchi riferimenti alla nostra isola.

Si comincia domani 28 gennaio alle 19, nella sala della Cgil di viale Monastir 39, dove Alessandro Matta, direttore della Associazione Memoriale Sardo della Shoah, Marco Asunis della Ficc e Marco Sini dell’Anpi presenteranno al pubblico la rassegna e i suoi contenuti. Si terrà una breve relazione da parte di Alessandro Matta, che illustrerà la storia, complessa e spesso male interpretata, del rapporto tra cinema e Shoah nel nostro Paese e di come si sia evoluta la sua rappresentazione dagli anni 50 ai 60 e di come questa evoluzione abbia conosciuto momenti di grande luce ma anche momenti di ritorno a una rappresentazione non sempre corretta dal punto di vista storico e politico.

Alessandro Matta omaggerà il pubblico della filmografia italiana completa sulla Shoah e la deportazione nazista, compilata in questi giorni da lui con il supporto di esperti della Rai e della Cineteca Nazionale. Seguirà la proiezione del film “Monastero di Santa Chiara” di Mario Sequi, del 1950, pellicola che ha il pregio, tra l’altro, di essere stata diretta da un regista originario di Monserrato.

L’appuntamento proseguirà poi mercoledì 29 gennaio alle 19, nella sala auditorium della Società Umanitaria in viale Trieste 126, dove grande ospite della serata sarà Vasco De Cet. Già attore protagonista del film di Aldo Scavarda “La linea del fiume” del 1976, che sarà proiettato nella serata di mercoledì. Prima del bel film di Scavarda, De Cet sarà “intervistato” da Alessandro Matta, che rievocherà con le vicende familiari del nonno di De Cet, il grande sindacalista e antifascista sardo Velio Spano, la cui storia si ricollega incredibilmente alle vicende della Sardegna negli anni del fascismo e della seconda guerra mondiale, ma anche alla Shoah e agli anni del nazifascismo in Nord Africa e in particolare in Tunisia, dove Spano conobbe sua moglie Nadia Gallico, anche lei attivista antifascista e grande attivista nei movimenti sindacali della Sardegna del secondo dopoguerra.

La rassegna cinematografica si concluderà giovedì 30 gennaio 2020 alle 19 nella sala Eleonora d’Arborea di via Falzarego 35 a Cagliari, sede dell’Arc Onlus, dove si terrà un evento molto importante, reso possibile grazie ad una caparbia volontà dell’Associazione Memoriale Sardo della Shoah in collaborazione con Rai Teche: la proiezione, dopo 50 anni dalla prima (e unica) trasmissione sul canale nazionale della Rai, dello sceneggiato tv di Leandro Castellani “Il muro” del 1970, incentrato sulla resistenza ebraica al nazismo e la rivolta del ghetto di Varsavia del 1943.

Lo sceneggiato sarà introdotto sempre da Alessandro Matta, che rievocherà, documenti alla mano, l’incredibile vicenda (venuta alla luce appena un anno fa) delle cartoline postali e delle lettere spedite tra il 1941 ed il 1942 dal ghetto di Varsavia a Sassari dai coniugi Szlezynger-Segal, suoceri di Franco Ottolenghi, all’epoca assistente di Dermatologia all’università della seconda città della nostra isola, anche lui colpito con la moglie, dagli infami provvedimenti antisemiti presi dal regime fascista nel 1938.



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