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Ad aprile nelle sale “Siamo tutti Alberto Sordi?”

Ad aprile nelle sale “Siamo tutti Alberto Sordi?”

ROMA. «Mi metteva soggezione questa casa, rifletteva l’esatto contrario di come lui appariva in pubblico: sorridente, magnetico. Qui dentro rivelava la sua vera natura rigorosa, introversa, quasi...

16 febbraio 2020
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ROMA. «Mi metteva soggezione questa casa, rifletteva l’esatto contrario di come lui appariva in pubblico: sorridente, magnetico. Qui dentro rivelava la sua vera natura rigorosa, introversa, quasi austera», dice Carlo Verdone dentro la villa di Alberto Sordi a Roma. Entrare qui dentro mette in effetti soggezione, è varcare un luogo sacro del cinema, pieno zeppo di ricordi, dagli stivali del “Vigile” alla bombetta di “Fumo di Londra”, decine di foto, di premi, sparsi tra i tavolini e la libreria dell’enorme salone a elle con i divani di velluto senape, proprio simili a quelli di tante case borghesi dei decenni scorsi. Il luogo dove Alberto Sordi è vissuto dal 1958 alla sua morte a 82 anni il 25 febbraio 2003 sta per aprire finalmente al pubblico. Intanto è qui, in questa proprietà che domina l’incrocio tra via Appia Antica, la Cristoforo Colombo, via delle terme di Caracalla, via Druso che è ambientato «Siamo tutti Alberto Sordi?», il film documentario di Fabrizio Corallo che, come un’enciclopedia visuale, racconta il grande artista a 100 anni dalla nascita. E qui ieri si è tenuta l’anteprima del film. Le tapparelle giù a tre quarti mentre fuori c’è lo spettacolo di Roma antica, di Caracalla.

«Siamo tutti Alberto Sordi?» – prodotto da Dean Film e Surf Film con il Luce e Sky Arte e La7 – andrà in onda domenica 12 aprile alle 21.15 su Sky Arte e mercoledì 10 giugno alle 21.30 su La7. Nel film c’è davvero tutto Sordi, il pubblico e il privato, le amicizie fraterne con Fellini con cui divise gli anni della fame iniziali (»andavamo sempre nella solita trattoria e ordinavamo spaghetti ma sotto la cameriera ci metteva le bistecche«), con Scola, e poi con Risi, Monicelli, De Sica »complice perfetto« come racconta Christian, il sodalizio con l’alter ego sceneggiatore Rodolfo Sonego e con il musicista Piero Piccioni, la stima per Monica Vitti. Lo raccontano tra gli altri i critici Goffredo Fofi, Valerio Caprara e Masolino D’Amico.

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