Mario Delitala l’amore per la Barbagia e le influenze del ’900
di Marco Vitali
Venerdì 21 in edicola il quarto volume della collana. L’artista di Orani tra viaggi di formazione e ritorni nell’isola
18 febbraio 2020
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Venerdì prossimo, 21 febbraio, sarà in edicola con la Nuova – a 7,60 euro oltre il prezzo del quotidiano – il quarto volume della collana “I maestri dell’arte sarda”, una monografia dedicata a Mario Delitala curata da Maria Luisa Frongia.
L’artista di Orani (nato nel 1887, morto a Sassari nel 1990 a 103 anni) è sicuramente una delle figure più rappresentative nel panorama dell’arte in Sardegna del secolo scorso.
Due i soggetti che lo hanno accompagnato per tutta la carriera: la Sardegna, che ha conosciuto immersa nel paesaggio e nei luoghi incontaminati della Barbagia, e la figura umana.
I lunghi soggiorni nella Penisola hanno contribuito in modo decisivo alla formazione di Delitala, a cominciare da quello di Milano, dove si trasferì nel 1907 dopo aver preso a Sassari il diploma di perito commerciale e rimase fino al 1911.
Trovò un modesto posto di impiegato in una ditta che produceva manifesti, pubblicitari, ma non si lasciò cogliere dallo sconforto della routine e approfittò dell’ambiente che lo circondava, traendone stimoli per la progettazione di bozzetti per manifesti e locandine.
Rientrato in Sardegna per motivi di salute, riprese i contatti con il mondo agro-pastorale.
Fondamentale per la formazione di Mario Delitala fu anche il periodo trascorso a Venezia (1920-23), un lungo soggiorno per perfezionare il “mestiere” – come egli stesso scrisse –, per approfondire lo studio della pittura dei grandi veneti del Cinquecento e per impadronirsi dei colori degli amati Tiziano, Paolo Veronese e Tintoretto, correndo di calle in calle, di campiello in campiello, di chiesa in chiesa. Importanti anche le esperienze di Urbino nel 1934-42, di Palermo nel 1949-61, oltre ad un breve soggiorno in Africa, a Bengasi, nel 1930-31. Così vari influssi hanno contribuito a formare il suo stile, da quelli delle Secessioni, soprattutto quella viennese, fino agli altri movimenti del secolo scroso. Delitala è stato inoltre decoratore di grandi edifici pubblici e privati, in particolare a Nuoro e a Sassari.
La collana “I maestri dell’arte sarda” proseguirà nelle prossime settimane: il quinto volume sarà quello su Stanis Dessy curato da Marco Magnani; poi Antonio Ballero, di Maria Grazia Scano Naitza; Salvatore Fancello, di Alberto Crespi; Melkiorre Melis, di Antonello Cuccu; Mauro Manca, di Gianni Murtas; Edina Altara, di Giuliana Altea. Sono già usciti i libri su Giuseppe Biasi, Filippo Figari e Carmelo Floris.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
L’artista di Orani (nato nel 1887, morto a Sassari nel 1990 a 103 anni) è sicuramente una delle figure più rappresentative nel panorama dell’arte in Sardegna del secolo scorso.
Due i soggetti che lo hanno accompagnato per tutta la carriera: la Sardegna, che ha conosciuto immersa nel paesaggio e nei luoghi incontaminati della Barbagia, e la figura umana.
I lunghi soggiorni nella Penisola hanno contribuito in modo decisivo alla formazione di Delitala, a cominciare da quello di Milano, dove si trasferì nel 1907 dopo aver preso a Sassari il diploma di perito commerciale e rimase fino al 1911.
Trovò un modesto posto di impiegato in una ditta che produceva manifesti, pubblicitari, ma non si lasciò cogliere dallo sconforto della routine e approfittò dell’ambiente che lo circondava, traendone stimoli per la progettazione di bozzetti per manifesti e locandine.
Rientrato in Sardegna per motivi di salute, riprese i contatti con il mondo agro-pastorale.
Fondamentale per la formazione di Mario Delitala fu anche il periodo trascorso a Venezia (1920-23), un lungo soggiorno per perfezionare il “mestiere” – come egli stesso scrisse –, per approfondire lo studio della pittura dei grandi veneti del Cinquecento e per impadronirsi dei colori degli amati Tiziano, Paolo Veronese e Tintoretto, correndo di calle in calle, di campiello in campiello, di chiesa in chiesa. Importanti anche le esperienze di Urbino nel 1934-42, di Palermo nel 1949-61, oltre ad un breve soggiorno in Africa, a Bengasi, nel 1930-31. Così vari influssi hanno contribuito a formare il suo stile, da quelli delle Secessioni, soprattutto quella viennese, fino agli altri movimenti del secolo scroso. Delitala è stato inoltre decoratore di grandi edifici pubblici e privati, in particolare a Nuoro e a Sassari.
La collana “I maestri dell’arte sarda” proseguirà nelle prossime settimane: il quinto volume sarà quello su Stanis Dessy curato da Marco Magnani; poi Antonio Ballero, di Maria Grazia Scano Naitza; Salvatore Fancello, di Alberto Crespi; Melkiorre Melis, di Antonello Cuccu; Mauro Manca, di Gianni Murtas; Edina Altara, di Giuliana Altea. Sono già usciti i libri su Giuseppe Biasi, Filippo Figari e Carmelo Floris.
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