La Nuova Sardegna

Coronavirus, la scrittrice sassarese Bianca Pitzorno: «Non chiudete in casa gli over 70»

di Mauretta Capuano
Coronavirus, la scrittrice sassarese Bianca Pitzorno: «Non chiudete in casa gli over 70»

Farli restare in quarantena sarebbe come condannarli a morte anzitempo 

30 aprile 2020
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ROMA. «Chiudere in casa gli anziani per proteggerli, a parte nei casi di gravi patologie, sarebbe una condanna a morte anzitempo». La scrittrice Bianca Pitzorno – tra i firmatari dell'appello al governo e al presidente della Repubblica siglato da 122 intellettuali, scrittori e artisti over 70 – invita a riflettere sulle contraddizioni con cui ha dovuto fare i conti il mondo della terza età nei giorni della pandemia. «Chi avrebbe mai proibito a Rita Levi Montalcini di continuare a fare le sue ricerche?», dice la Pitzorno, una delle nostre maggiori autrici di libri per ragazzi che in Italia ha venduto complessivamente 2,5 milioni di copie e non ama essere messa in «recinti» letterari. E aggiunge: «Da un lato ci vogliono far lavorare e prolungare la pensione fino a 70 anni e dall'altro già a 60 anni sei da buttare via e se mancano i posti in terapia intensiva sei il primo a essere chiuso a casa e arrivederci».

«Ci sono tanti settantenni attivi, in buona salute, che hanno tanto da dire ai giovani. Impedirgli di uscire anche quando sarà possibile farlo per tutti gli altri, sarebbe davvero un'assurdità», dice l'autrice sassarese di “Ascolta il mio cuore”. «Ma ci siamo resi conto – incalza la scrittrice che vive a Milano e la prossima estate compirà 78 anni – che il mondo è in mano ai vecchi? Il Papa, Trump, Putin, la Regina Elisabetta, la maggior parte dei potenti quanti anni hanno?». L'appello firmato, tra gli altri da Massimo Cacciari, Carlo Ginzburg, Giorgio Agamben, Eugenio Borgna, Salvatore Natoli, Ginevra Bompiani, «vuole salvaguardare la salute, ma anche la dignità e libertà» degli over 70. «Sarebbe inaccettabile l'idea di restare barricati in casa con il divieto di uscire. Lo Stato non può togliermi la libertà a meno che non mi faccia un processo e mi condanni a un tot di tempo di reclusione». Pitzorno, per la quale la quarantena è cominciata da gennaio 2019, dopo un'intervento per una protesi all'anca andato male, non si è mai fermata prima che le accadesse questa disavventura. «Sono semi prigioniera da un anno e 4 mesi. Con due stampelle riesco a uscire per la fisioterapia. È molto pesante».



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