La Nuova Sardegna

Cognomi sardi: Maxia e Mascìa, alle origini c'è qualcosa di magico

di Mauro Maxia
Serafina Mascia presidente della Fasi, federazione degli emigrati sardi
Serafina Mascia presidente della Fasi, federazione degli emigrati sardi

Entrambi risalgono a un soprannome  rivolto a persone pratiche di formule arcane

15 giugno 2020
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Mascìa è un cognome sardo che va distinto da un altro cognome di uguale forma ma di origine diversa diffuso in Campania, Puglia, Lazio e Molise. Attualmente Mascìa conta circa 1.370 famiglie di cui 1.060 risiedono nell’Isola. È tipico della Sardegna meridionale, specialmente dell’area cagliaritana. Ha l’epicentro a Cagliari (192) con densi gruppi a Quartu Sant’Elena (61), Selargius e Tortolì (38), Maracalagonis (33), Carbonia (32), Quartucciu (31), Sassari (28), Monserrato (27), Senorbì e Villacidro (22), Sinnai (21), Assemini (20), San Basilio (18), Villaputzu (17), Domusnovas, Iglesias, Nùoro e Silius (15). A San Basilio è il cognome più numeroso.

Mascìa ha una storia recente perché rappresenta una variante grafica di Maxìa. È attestato dal 1832 ad Arbus e poi a Tortolì (1843). Nel 1880 è registrato ad Aritzo, Assolo, Decimoputzu, Goni, Guamaggiore, Meana, Monserrato, Muravera, Selargius, Seui, Simala, Villamassargia e dal 1885 a Neoneli. Nei secoli precedenti era scritto sempre con la forma Maxia che è esclusiva della Sardegna e conta 210 famiglie (Cagliari 54; San Basilio 14, Quartu Sant’Elena e Selargius 13, Quartucciu 12). Le due varianti Maxia e Mascia insieme hanno 1.580 famiglie e si collocano al 42° posto nella classifica dei cognomi più frequenti.

La prima attestazione di Maxia si trova in un atto del 1215 con la forma Magia (AAC XIII). In seguito è citato nella pace tra la Corona d’Aragona e il Regno d’Arborea (1388) ancora con la forma Magia a Figu Gonnosnò e nel villaggio medievale di Capriles. Nello stesso atto è registrata la variante De Magias a Santu Lussurgiu. Nei documenti successivi è citato con la forma Maxia a Meana (1603: Magia, De Maxia), Neoneli (1617), Cagliari (1654), Sanluri (1660), Sassari (1717), Guamaggiore (1841), Monastir (1842) e poi a Bosa, Cabras e Settimo San Pietro (1880). Inoltre è attestato negli atti dei parlamenti del Regno di Sardegna.

La variante Mascia insorse perché l’alfabeto italiano non prevede la /x/ e anche perché nella scrittura questa lettera minuscola (x) si può confondere con /sc/. La forma Mascìa dunque è scritta in modo difforme rispetto alla pronuncia che corrisponde a Masgìa così come Pusceddu si pronuncia Pusgeddu e il celebre cognome genovese Bixio si pronuncia Bìsgio.

Maxia e la sua variante Mascia risalgono a un soprannome medievale formato dal termine magìa, che deriva dal latino magia (DCS, II, 205), e che si rivolgeva a persone pratiche di formule magiche o di medicina popolare.

Contrariamente a quanto si pensa, Mascia e Maxia non hanno nulla a che fare con Masìa che è un altro cognome con origine e significato diversi. Al campidanese Maxia infatti corrisponde il logudorese maìa e il nuorese maghìa, non certo Masia. Masia conta circa 980 famiglie di cui 690 risiedono in Sardegna. È diffuso a Sassari e provincia (Sassari 215, Alghero 39, Ossi 30, Porto Torres 25, Tissi 22, Olbia e Oschiri 20, Ittiri 19, Sorso 18). Nel resto dell’Isola è sporadico (Cagliari 21, Nùoro 12, Oristano 10). Masìa è documentato nel 1323 e nell’atto di pace del 1388 con la forma De Masia a Pozzomaggiore, Torralba e nel villaggio di Lachesos un tempo situato presso Mores. Nel 1555 è citato a Sassari, poi a Ozieri (1607), Perfugas (1691), Alghero (1697), Cagliari (1703), Nulvi (1748), Berchidda (1862) e Austis (1880). Masìa, oltre che indicare l’origine dall’omonimo villaggio medievale, rispecchia il termine catalano-spagnolo masia ‘casa di campagna’ (DCS, II, 196) che indica le masserie della Catalogna.

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