La Nuova Sardegna

Seneghe, versi e rime dall'isola al resto del mondo

Piero Marongiu
Seneghe, versi e rime dall'isola al resto del mondo

10 settembre 2020
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Séneghe in d-una fertile collina/ a pes de Montiferru est collocada/ de bundantes sorgentes adornada/ de abba pura, frisca e cristallina...". Inizia così una delle poesie seneghesi più conosciute e recitate, scritta da Raimondo Catzeddu (noto Luchette) e Antonio Catzeddu (noto Culegrobe) tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso, in seguito divenuta un noto "Ballu 'e cantidu" che i gruppi "a Cuntrattu" locali eseguono nel periodo di carnevale. Ma a Seneghe, piccolo centro del Montiferru situato a poco più di trecento metri sul livello del mare alle pendici del monte Sos Paris, gli abitanti l'aria della poesia l'hanno sempre respirata. Prova ne sono i poeti che hanno sottolineato la bellezza del borgo, dei suoi luoghi, il buon carattere e il senso di ospitalità dei suoi cittadini. E in un paese di poeti non poteva mancare un festival dedicato alla poesia, come il Cabudanne de sos poetas, Settembre dei poeti. Il festival - la XVI edizione è in svolgimento in questi giorni - è nato sedici anni fa grazie a una felice intuizione dell'allora sindaco Salvatore Cubeddu (Morette) che si prefiggeva di valorizzare e far conoscere la poesia in limba. Un evento unico tra tutti quelli che si tengono in Sardegna in questo periodo, nel tempo divenuto appuntamento culturale imperdibile per gli appassionati di versi sardi e internazionali.

L’edizione 2020 del Cabudanne, iniziata giovedì scorso, terminerà domani. Nonostante l’emergenza sanitaria in corso, l’associazione culturale “sa Perda sonadora”, con il presidente Luca Manunza, ha predisposto un programma di tutto rispetto, con circa quaranta poeti presenti, laboratori per ragazzi, proiezioni di documentari, mostre di pittura, di scultura e fumettistica e tanta musica. L’amore dei seneghesi per la poesia è nota. I poeti locali del passato e qualche contemporaneo, sono menzionati nell’interessante libro prodotto dal Comune, intitolato “Poetas seneghesos”, edito dalla Tipografia Ghilarzese. Personaggi che, con le loro opere, hanno inciso profondamente nella tradizione locale, tanto da rappresentare esempi da seguire anche per i poeti delle generazioni successive, fino ad arrivare agli attuali. Uno di questi è Vincenzo Cubadda, ma non è il solo. Cubadda, cultura classica alle spalle, componente di uno dei gruppi del canto corale e “a Cuntrattu” presenti nel paese, scrive in endecasillabi rispettandone rigorosamente la metrica e lo stile compositivo. «I primi dati sulla poesia e sui poeti seneghesi di cui disponiamo, risalgono ai primi del 1900 – dice –. Le notizie in nostro possesso riguardano un poeta noto con il nomignolo di tziu Triagos (al secolo Sebastiano Solinas). Si tratta di una figura particolarmente apprezzata da chi ama la poesia in limba. Oltre a tziu Triagos, altri poeti del passato, che non avevano certo grandi studi alle spalle, hanno lasciato scritti davvero degni di nota, molti dei quali arrangiati musicalmente». Il particolare strabiliante che si coglie leggendo i loro testi sono l’innata predisposizione per la poesia e la congenita capacità di applicare correttamente la metrica. «Probabilmente, quelle persone – sottolinea Cubadda – possedevano il dono della poesia. In quel periodo si incontravano, socializzavano tra loro e, davanti a un bicchiere di vino, si cimentavano nella poesia cosiddetta “a Bolu”, o dell’improvvisazione”. Oltre venti i poeti menzionati nel prezioso volume curato da Salvatore Trogu (noto Boricheddu), Antonio Luchesu, Tore Cubeddu (Aperisogu) e Mario Cubeddu (Morette), tutti membri dell’associazione Perda sonadora (organizzatrice del Cabudanne de sos poetas). Ci sono scritti che abbracciano un arco temporale di circa 150 anni di poesia seneghese. Tra di essi figurano poeti noti assieme ad altri che invece, pur avendo scritto poco, hanno comunque lasciato un segno importante nel panorama della poesia locale. «Il festival della poesia – aggiungono Domenico Catzeddu, noto Luchette, figlio del poeta Raimondo e Antonio Maria Cubadda, voce storica di Su Cuntrattu di Seneghe – ha un grande merito: quello di accendere i riflettori sulla nostra tradizione poetica orale e scritta e sul paese per alcuni giorni. Ben vengano eventi come il Cabudanne se contribuiscono a valorizzare il nostro patrimonio culturale e a portare benefici economici alla comunità».

Festival promosso a pieni voti, quindi. Oggi terza giornata. Si parte alle 17 con Vittoria Iacovello che presenta e il suo libro “I rompiscatole. Storie di eroi senza mantello”. A seguire Azzurra D’Agostino dialoga con Stefano Dal Bianco, quindi Nicola Melis incontra il poeta Ali Salem Iselmu; subito dopo Nicola Verderame presenta le opere della poetessa turca Nily Ozer. In conclusione la musica di Marco Messina e Anna Mancini.

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