La Nuova Sardegna

Al Man lo sguardo di Lisetta Carmi sull'isola

Paolo Curreli
Al Man lo sguardo di Lisetta Carmi sull'isola

A Nuoro la mostra "Voci allegre nel buio": la Sardegna dal 1962 al 1976 negli scatti della grande fotografa

08 ottobre 2020
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NUORO. Al Man, dal 4 dicembre al 7 marzo “Voci allegre nel buio. Fotografie in Sardegna 1962-1976” una mostra sull’opera di Lisetta Carmi protagonista della fotografia italiana del secondo dopoguerra. «Dopo la retrospettiva su Guido Guidi vogliamo continuare il dialogo tra gli sguardi sull’isola dei maggiori fotografi italiani – precisa Luigi Fassi, direttore del Man e curatore della mostra insieme a Giovanni Battista Martini –. In esposizione centinaia di scatti in bianco e nero realizzati da Lisetta Carmi durante i suoi numerosi viaggi nell’isola. La personalità di Carmi (nata a Genova nel 1924) è particolarmente affascinante. Una donna che ha vissuto molte vite. Non a caso il libro di Giovanna Calvenzi sulla sua opera è intitolato “Le cinque vite di Lisetta Carmi”.

Da ragazza abbandona una promettente carriera come pianista, mestiere che considera elitario, per esplorare l’Italia e il mondo, come fotografa, realizzando fotoreportage storici. In India viene fulminata dal figura di un mistico che le consiglia di diventare testimone del suo pensiero e nel 1976 fonda in Puglia a Cisternino, la comunità ashram Bhole Baba. In Sardegna arriva nei primi anni ’60 dopo la lettura dei libri di Maria Giacobbe che descrive il suo lavoro di maestra nell’Orgosolo povero dell’epoca – dice Fassi –. Quei libri accendono la solidarietà dell’Italia; in molti aiutano i ragazzi di Orgosolo, mandando pacchi con vestiario e libri. Tra questi c’è la famiglia di Lisetta e lei decide di visitare il paese barbaricino.

Da questo primo viaggio nasce una frequentazione dell’isola che durerà molti anni, viaggi che documenterà con fotografie passate alla storia del fotoreportage». Completa il percorso una serie inedita di diapositive a colori che ritraggono i paesaggi dell’entroterra sardo colti nella loro dimensione più arcana ed evocativa. Due sezioni della mostra sono poi dedicate alla serie de “I Travestiti” (1965-1971) e agli operai del porto di Genova (1964). La prima è l’esito degli anni di frequentazione dedicati da Lisetta Carmi alla comunità dei travestiti di Genova, relegata ai margini della società, condividendo con empatia un quotidiano che contrappone alla marginalizzazione sociale momenti di vita in comune.

La seconda è l’esito di un servizio fotografico del 1964 sui lavoratori del porto del capoluogo ligure, realizzato con l’obiettivo di denunciare le durissime condizioni del lavoro. La mostra è accompagnata da un ampio catalogo monografico edito da Marsilio e corredato da saggi critici di Etienne Bernard, Nicoletta Leonardi, Giovanni Battista Martini e Luigi Fassi. La mostra sarà anche l’occasione per godere della raccolta di pittura del museo nuorese con il progetto espositivo “D’oro e verderame”, una selezione di opere tratte dalla collezione permanente del museo a cura di Luigi Fassi ed Emanuela Manca.

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