La Nuova Sardegna

Simonetta Columbu: «Io e la mia Ginevra»

di Alessandro Pirina
Simonetta Columbu: «Io e la mia Ginevra»

Nella fiction “Che Dio ci aiuti” con Elena Sofia Ricci l’attrice cagliaritana abbandona i panni della novizia e si fidanza

02 gennaio 2021
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Non è più una novizia, ma continua ad aggirarsi intorno al convento di Assisi guidato da suor Angela, alias Elena Sofia Ricci, nella sesta stagione di “Che Dio ci aiuti”, la fiction dei record di Raiuno. Da giovedì 7 gennaio Simonetta Columbu, 27enne attrice cagliaritana, figlia del regista Giovanni, ritorna a indossare i panni di Ginevra nei nuovi episodi della serie che ha per protagonista l’attrice toscana. Nel cast anche Valeria Fabrizi, nel ruolo di suor Costanza, insieme, fra gli altri, a Francesca Chillemi, Gianmarco Saurino, Diana Del Bufalo, Pierpaolo Spollon, Luigi Diberti, Irene Ferri ed Erasmo Genzini. Il tutto diretto da Francesco Vicario. Una conferma nel palinsesto di Raiuno, sempre più ricco di fiction a puntate.

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Simonetta, da dove ricomincia la storia di Ginevra?
«Eravamo partiti che Ginevra era una novizia, buffa e impacciata. Ma anche chiusa in se stessa con proprie regole e convinzioni che nel corso della passata stagione aveva sciolto. Oggi è riuscita finalmente ad ascoltare se stessa. E infatti non è più una novizia, ma è fidanzata con Nico, interpretato da Gianmarco Saurino. La fede e la profondità dei suoi valori sono però rimasti intatti. Ginevra è una ragazza dalla forte spiritualità e questo suo aspetto è rimasto invariato anche nella nuova stagione di “Che Dio ci aiuti”. Tuttavia, io penso che sei lei cerca di non essere più dipendente dagli altri ma di ascoltare quello che prova con tutte le sue contraddizioni è perché la vita reale è contraddittoria».

Com’è stato indossare i panni dello stesso personaggio a distanza di tempo?
«È stato bellissimo. Per me si tratta di un’ulteriore opportunità che mi è stata data dal regista Francesco Vicario e in particolare dalla Lux Vide. È stata una nuova sfida, perché ho dovuto dare una nuova linea a Ginevra. Oggi è più donna, più sicura di se stessa. E dunque meno suora, meno cartone animato di quanto lo fosse nella stagione passata. Anche se resta sempre un personaggio buffo e divertente».

Com’è stato ritrovarsi sul set con Elena Sofia Ricci?
«Elena Sofia non è solo una grande attrice, ma è una donna gentile, disponibile, alla mano. E soprattutto è sempre di buonumore».

Avete girato durante la pandemia: avete avuto difficoltà?
«Abbiamo iniziato la serie subito dopo il primo lockdown. Ci facevano tre tamponi a settimana. Eravamo sempre tutti molto attenti, abbiamo seguito alla perfezione il protocollo».

Per chi lavora nel mondo dello spettacolo è un momento molto difficile.
«Rispetto a tanti altri noi siamo stati fortunati, perché siamo stati sul set. Ma vedere tante persone che non possono lavorare mi fa stare male. Il nostro mondo è quello più colpito. Mi ha molto rattristato che il teatro non sia stato considerato un bene di prima necessità. L’arte, la bellezza, la creatività sono valori fondamentali nel mondo di ognuno di noi».

Natale e Capodanno: che feste sono state?
«Sono tornata in Sardegna, a Cagliari, e devo dire che questo Natale è stato molto bello nella sua inusualità. Anche se mi è mancato molto non poter andare a messa a mezzanotte».

Dopo “Che Dio ci aiuti” quali progetti ci sono nel suo futuro?
«Diverse cose, tra cui un lavoro di mio padre».

Figlia d’arte, se lei è attrice è merito di suo padre regista?
«Inconsapevolmente lui mi ha trasmesso una grande passione. Ma non mi ha mai aiutata. Se lo avesse fatto non ci sarebbe stato nulla di male, ma io ho fatto tutto da sola».

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